Coronavirus

Il Veneto (ri)scopre la libertà. Famiglie in coda per il gelato

Via libera al cibo da asporto, aperti anche i bar senza il servizio al banco. Ma in tanti hanno ancora paura

Il Veneto (ri)scopre la libertà. Famiglie in coda per il gelato

N on è facile. Ma non è detto che non ci possa provare. Sopravvive chi si amalgama, chi non si ferma, chi si insinua, a poco, con cautela, tra le piaghe e le pieghe di questo delirio. Ieri in Veneto sono riapparse le auto davanti le case. Fino all'altro ieri non c'erano. Nessuno più andava a trovare qualcuno. Alcune famiglie hanno organizzato le grigliate per il tradizionale Bocolo di San Marco. Il governatore del Veneto, Luca Zaia venerdì ha fatto partire la nuova ordinanza che prevede che i bar, le gelaterie e i locali possano fare vendita da asporto. In questo clima surreale che vede ristoranti e bar completamente spenti, vuoti e chiusi, ieri l'insegna dell'Old Wild West illuminata con le porte saloon aperte davano una parvenza di normalità a tutta l'onirica scena. Venerdì sera poi, è partita la corsa. Molte gelaterie, pizzerie, bar e ristoranti, dopo l'ordinanza hanno iniziato a cambiare le locandine dei loro canali social. Da vendita a domicilio hanno aggiunto le vendite da asporto. Per chi si era già attrezzato è stato più facile. «Si avvisa la gentile clientela scriveva la gelateria Quadrifoglio di Noale nel veneziano che dal 25 aprile saremo aperti tutti i giorni dalle 10.30 alle 22.30 con servizio d'asporto». «Da domani ci trovate aperti per servizio da asporto», scriveva la Belvedere di Mirano. «Aperti anche noi», scriveva la pizzeria Myosotis. «Sono aperta anche' io», annunciava Jessica Norbiato di Crema & Cioccolato. Anche a Treviso si sono organizzati. Così come tanti altri, desiderosi di riprendere e di guardare negli occhi i clienti.

In una regione ancora timida nei giorni di festa - dal lunedì al venerdì invece è un viavai di auto, camion, moto, gente che lavora, il Nord che produce - ieri pomeriggio i più coraggiosi hanno iniziato a uscire e andare in piazza. Piccoli panda, dislocati qua e là in modo da evitare gli assembramenti. Famiglie in bici, bambini con la mascherina, nonni in fila per il gelato, gente con lo skate, qualcuno con il monopattino, donne a spasso con i cani, giovani in infradito, a cavalcioni sul muretto, famiglie con bebè, a distanza, che scambiavano due parole davanti la chiesa. La coda per il gelato era lunga, con le persone tutte distanziate e con i dispositivi di sicurezza. Anche nei bar. Si entra, uno alla volta, si ordina, c'è anche il caffè da asporto, si scambiano due parole, ci si dice che ce la faremo, che andremo avanti e si esce per far posto al cliente successivo. Andrea Rampazzo e la moglie Vania Bortolozzo gestiscono la Pasticceria Belvedere nel cuore di Mirano, una bella cittadina piena di scorci e locali. Qui ieri ci sarebbe dovuta essere la Festa dei Fiori, giunta alla 41 esima edizione, che porta in piazza anche 100 mila persone. Per l'occasione erano in sette a lavorare. «Ti dirò ci dice Rampazzo siamo anche contenti, quanto meno ricominciamo a entrare nella normalità, continuiamo con le consegne a domicilio anche perché alcune persone hanno paura a uscire di casa». Nel periodo di Pasqua, in una settimana, conta di aver realizzato tra le 400 e le 450 consegne, anche di sera, con il buio. Partiva alle sette del mattino e rientrava alle nove. «Non facevo in tempo a consegnare e ricevevo tre ordini». Anche il gelato va alla grande. Mauro Crivellaro de L'Arte di Mauro ne sa qualcosa: ieri pomeriggio ha visto la coda davanti al suo negozio. E anche le pietanze. Primi, secondi, dolci. Pietro Massaferro, titolare dell'Eden Cafè di Treviso, un locale dalle pietanze rinomate situato in un vecchio teatro, ha preso tutte le precauzioni. Anche qui consegne da asporto e domicilio e menù dedicati. Il week end scorso paella, crema catalana e sangria, e ora in programma una serata giapponese.

Perché è vero che non è facile, ma non è detto che non ci si possa provare.

Commenti