"Ecco perché Mario Draghi non ha nulla a che vedere con Mario Monti"
4 Febbraio 2021 - 16:22Giulio Sapelli, economista e professore, spiega le enormi differenze tra due figure che in comune hanno solo lo stesso nome
In molti dicono che il governo di Mario Draghi sarà solo la riedizione di qualcosa di già visto, ovvero del governo tecnico di Mario Monti. È l’accusa, per esempio, di Alessandro Di Battista e dell’ala più intransigente del Movimento Cinque Stelle. Ma è davvero così? Draghi può essere paragonato a Monti? L’abbiamo chiesto a Giulio Sapelli, economista e professore ordinario di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano, autore tra le altre cose di un libro: “L’inverno di Monti”, edito da Guerini e Associati.
“Non scherziamo. Sono due figure totalmente diverse a partire dalla formazione economica”, è la prima risposta di Sapelli. “Monti appartiene alla scuola neoclassica tedesca per la quale il debito pubblico è il nemico numero uno. La scuola che ha prodotto una politica di massacro sociale basata sull’austerità, bassi salari e zero investimenti”. E l’attuale premier incaricato? “Draghi invece è stato alunno di Federico Caffè e ha studiato alla scuola post keynesiana. Alla guida della Bce ha sposato la tesi del debito buono e oggi rappresenta l’espressione più pura del capitalismo americano”.
Monti dunque filotedesco, mentre Draghi filoamericano. Motivo per cui, secondo l’economista, dalle parti di Berlino il malumore è alto: “Angela Merkel al di là delle frasi di circostanza, ha preso malissimo la scelta di Mattarella. Ed è ancora più infuriato Jen Weidmann, il capo della Bundesbank, che in questi anni ha provato a contrastare le mosse della Bce”. Uno scacchiere geopolitico che non si ferma all’Europa. “Gli Stati Uniti sono preoccupati per i rapporti che l’Ue ha intrapreso con la Cina e così Draghi per loro è l’argine che può mettere fine a questa deriva”.
Poi c’è il rapporto con la politica e anche qui le differenze per Sapelli sono notevoli. “Monti non ha mai avuto una visione strategica e ha sempre disprezzato le parti sociali. Draghi al contrario le ha subito citate, ha capacità politiche di lungo corso e ha mediato tutta la vita perché in fondo è un vero democristiano. Viene della scuola andreottiana ed è stato vicino a Paolo Cirino Pomicino…”. Insomma anche in questo tra i due sembra esserci un abisso: “Sarà molto attento al consenso sociale e penso che possa riuscire a mettere insieme un governo parlamentare con tutti dentro, tranne Fratelli d’Italia”.
Un’alleanza trasversale è possibile, ne è convinto il professore. “Questa è una grande occasione per la Lega. Salvini ha la possibilità di tornare al governo e di entrare nel partito Popolare Europeo.
Secondo me non deve farsela scappare anche perché Draghi non è Monti…”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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