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La sindrome di Asperger e il lavoro: la storia di rivalsa di Hermann

Nella giornata mondiale dedicata alla sindrome di Asperger, la testimonianza di Hermann che grazie alla "Scuola Futuro Lavoro" e alla sua grande volontà è entrato nel mondo del lavoro

La sindrome di Asperger e il lavoro: la storia di rivalsa di Hermann

C’è un filo sottile, una linea che lega grandi nomi del panorama mondiale come Elon Musk, Greta Thunberg, Susanna Tamaro, Mozart, Isaac Newton, e non si tratta del successo che hanno ottenuto nella vita, ma di una sindrome di cui tutti soffrono: la sindrome di Asperger. Una patologia non molto conosciuta ma largamente diffusa, di cui si festeggia oggi la giornata mondiale. "SA" in forma abbreviata, è un disturbo pervasivo dello sviluppo, che appartiene alla categoria dello spettro autistico, riconosciuta come malattia nel 1993 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Le caratteristiche principali, sono una compromissione persistente delle interazioni sociali e degli schemi comportamentali stereotipati e caratterizzati da ripetizioni. Per chi ne soffre, ancora oggi il percorso per l'inclusione sociale è lungo, e proprio la giornata mondiale di questa patologia, vuole sottolineare quanto questi individui, a prescindere dai noti esempi, siano al contrario persone indispensabili, con grandi abilità e competenze nei più svariati ambiti lavorativi.

A Milano dal 2019 è stata inaugurata la Scuola Futuro Lavoro è il primo istituto in cui sperimentare l’autonomia per le persone neuroatipiche e offre corsi e laboratori con cui acquisire competenze professionali per prepararsi al mondo lavorativo. Ad oggi, in pochi anni i risultati di questa scelta sono sorprendenti. Tra i tanti studenti che l'hanno frequentata, la storia di Hermann, un ragazzo di 25 anni, è solo un piccolo esempio di quanto a partire dalla scuola, si possa fare un importante percorso lavorativo e di inclusione sociale.

La storia di Hermann

"Sono originario della Valle d’Aosta - racconta - mia famiglia abita a Challand-Saint-Anselme, un paese di circa 750 abitanti, posto a circa 1000 metri di altitudine in Val d’Ayas. All’età di 5 anni mi sono ammalato di leucemia linfoblastica acuta. Sono stato curato all’ospedale San Matteo di Pavia dal Prof. Francesco Locatelli. All’età di 14 anni sono andato a studiare in Piemonte all’Istituto tecnico Aeronautico “Turin Flying Institute” di Caselle Torinese, il mio sogno era di diventare un pilota d’aereo. A 16 anni però mi è stata diagnosticata la sindrome di Asperger quindi non ho potuto e non potrò conseguire il brevetto di pilota. Ho frequentato con impegno gli anni scolastici senza un insegnante di sostegno e nel 2016 ho ottenuto la maturità con la votazione di 70/100. Il diploma che ho conseguito è del Settore Tecnologico “Indirizzo Trasporti e Logistica” Articolazione “Conduzione Del Mezzo” Opzione “Conduzione Del Mezzo Aereo”.

Un sogno che nonostante le difficoltà Hermann ha poi perseguito, a dimostrazione di quanto la volontà sia una caratteristica che travalica anche problemi che sembrano insormontabili. "Nel periodo estivo degli anni 2014 e 2015 ho fatto degli stage presso l’aeroporto di Aosta dove mi sono occupato delle osservazioni in torre di controllo, del servizio meteorologico, della sicurezza e delle attività amministrative. Essendo l’aeroporto di Aosta molto piccolo ho potuto sperimentare tutte le attività tipiche del “mondo aeroportuale”, anche se in forma ridotta. Dopo il diploma, nel 2017 e nel 2018 ho svolto dei tirocini semestrali presso la SAGAT (che è l’acronimo di Società Aeroportuale di Gestione Aeroporto di Torino), durante i quali ho collaborato alle attività amministrative e ho seguito il sistema di e-learning, in particolare: testavo le lezioni online e segnalavo le correzioni, controllavo chi completava i corsi e predisponevo gli attestati e fascicolavo i documenti cartacei".

La volontà che porta a fare miracoli

Ma non solo, Hermann è andato anche oltre: "In questi anni durante il tempo libero mi sono anche dedicato al volontariato. Ho frequentato l’associazione “Il Riccio” di Torino e, con loro, mi sono dedicato alla manutenzione delle canoe, ad accompagnare i ragazzi non autonomi da casa all’associazione e viceversa e a registrare e “montare” le puntate radiofoniche che venivano trasmesse da una radio locale. A giugno del 2019, essendo appassionato di volo, ho frequentato un corso di pilotaggio di droni a Martigny in Svizzera presso la scuola “Aventure Drone”. A ottobre del 2019 ho frequentato il corso di “Informatica per l’industria 4.0” presso Scuola Futuro Lavoro. A dicembre del 2020 ho iniziato a lavorare per l’IILCA. A gennaio ho passato l’esame di teoria per la patente e ora mi sto esercitando con le guide".

Un percorso che lascia senza parole, ma non semplice: "Le più grandi difficoltà che incontro nella vita di tutti i giorni sono gli imprevisti, i ritardi gli scioperi o più in generale possiamo dire, tutte le cose che impattano sulla routine giornaliera, che mi provocano inevitabilmente stati d’ansia, incertezze, dubbi e comportano soprattutto cambi di programma. La mia giornata è molto ben pianificata e io sono molto preciso e puntuale, quindi, ad esempio, se a causa di un ritardo del bus o del treno rischio di arrivare tardi al lavoro o di perdere una coincidenza, mi agito e faccio fatica a capire se arriverò comunque in ufficio nella fascia prevista dalla flessibilità (entro le 9), o se riuscirò a trovare un altro treno per arrivare a destinazione".

Le difficoltà nella vita di tutti i giorni

Le criticità inoltre, proprio nella tipicità della malattia, vanno soprattutto nelle interazioni sociali: "Ci metto anche del tempo a legare con le persone, a capire le intenzioni, a fidarmi degli altri e a chiedere aiuto. Prima di prendere confidenza quindi intervengo poco per paura di dire cose inadeguate, però dopo un po’ di tempo accetto il confronto e sono anche propositivo. Sono orgoglioso e ci tengo alla mia indipendenza, per cui tendo a non chiedere aiuto e se lo faccio lo chiedo solo a persone con le quali ho più confidenza, per non disturbare e perchè non che pensino che io sia incapace a cavarmela da solo".

L'indipendenza che ha a lungo cercato vincendo molte paure: "L’idea di entrare nel mondo del lavoro mi terrorizzava" -spiega - "Ma sapevo che dovevo compiere questo grande passo per poter raggiungere la mia indipendenza economica. Ero in grande difficoltà perché ho dovuto imparare il significato di sigle incomprensibili, ho dovuto cercare di capire quali profili o attività potevo svolgere. Inoltre, mi è successo che al centro per l’impiego gli impiegati non erano in grado di capire i contenuti dei documenti che gli avevo consegnato e chiedevano a me ulteriori informazioni. E stato anche molto faticoso dover inserire tutti i miei dati nei vari portali delle agenzie di selezione del personale perché ogni volta oltre a richiedere il CV richiedevano anche di reinserire i dati ad ogni candidatura".

L'arrivo nel mondo del lavoro

Hermann viene a conoscenza della scuola "Futuro e Lavoro". "L'ho saputo da un amico. Sono andato ad uno degli incontri di presentazione della scuola e mi è piaciuta. Era il 2019, primo anno di “apertura” della scuola e tra i corsi proposti c’era il corso di “Informatica per l’industria 4.0”. Ero in cerca di lavoro e, nell’attesa di trovare un’occupazione, avevo preso in considerazione l’idea di ampliare la mia formazione scolastica aggiungendo nuove competenze per diventare poliedrico e avere più opportunità di trovare un lavoro. Stavo quindi cercando qualche sbocco nel ramo informatico (mia seconda passione dopo il volo) e ho pensato che “Scuola Futuro Lavoro” potesse essere una buona opportunità".

Nel 2020 viste le competenze acquisite è stato assunto nel 2020 alla Ilca, azienda meccanica di Massimo Montini, fondatore della scuola. "Sono stato contattato da ILLCA per un colloquio. Oltre a me, mi sembra che fosse stato convocato anche un altro candidato. Poi un bel giorno ho ricevuto una telefonata con la quale mi chiedevano se ero disponibile e interessato ad andare a lavorare da loro. Ho iniziato con un tirocinio della durata di 6 mesi e poi sono stato assunto con un contratto di apprendistato professionalizzante. Il ruolo che ricopro è di impiegato informatico, più precisamente “tecnico gestore di reti e di sistemi”. La mia vita è cambiata tanto.

Io sono di origini valdostane e, anche se avevo già trascorso un po’ di tempo a Torino per motivi di studio, mi sono dovuto trasferire Mi sono trovato completamente solo in una città sconosciuta, ma la mia famiglia mi è stata vicina affrontando lunghi viaggi nel momento del bisogno per sostenermi nell’affrontare le piccole e grandi difficoltà che ho incontrato".

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