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Club in ostaggio

Il Milan condizionato dalla curva sulla scelta del successore di Pioli, ultrà juventini in sciopero del tifo pro Allegri e contro Motta

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Prima il Milan e poi la Juventus. Messi sotto accusa dai propri tifosi. Non soltanto all'interno dello stadio, ma anche con veri e propri comunicati e prese di posizione social che hanno avuto ampia eco. Così, ieri, i principali gruppi della Curva Sud bianconera hanno annunciato che non tiferanno più durante le partite casalinghe: «Abbiamo sostenuto tutti nonostante sappiamo bene gli usi e abusi di alcuni dei nostri giocatori, che fuori dal campo alle volte tendono a comportarsi poco da atleti professionisti: anche se vi allontanate da Torino, le cose si vengono sempre a sapere». Preambolo indicativo, cui segue un riferimento esplicito alla condanna di alcuni leader per associazione a delinquere ed estorsione consumata, oltre ad alcune misure cautelari della Digos per gli ultras accusati di aver rapinato un tifoso del Siviglia. Conseguenza: niente Stadium contro Salernitana e Monza, sì alle trasferte di Bologna e Roma nella finale di Coppa Italia.

Ma c'è di più: perché, come già avevano fatto gli ultras del Milan prima licenziando Pioli e poi lanciando il #Nopetegui per impedire l'arrivo in rossonero del tecnico spagnolo, i Viking hanno esplicitato il loro no a Thiago Motta e Conte: Max portaci la Coppa Italia e basta, facendo seguito allo striscione esposto recentemente dopo la sfida con i rossoneri che recitava Mister Allegri devi restare. Al Mondiale con te vogliamo andare. Il tecnico livornese continua insomma a dividere il popolo bianconero: come già accaduto più volte allo Stadium, la parte più calda del tifo lo ha sempre sostenuto al contrario degli appassionati un po' più tiepidi. Ovvero quelli che è successo spesso, nel corso della stagione accompagnavano la squadra negli spogliatoi all'intervallo sotto una (a volte sonora) dose di fischi. Detto che è altamente improbabile che Giuntoli si faccia condizionare/convincere, va però detto che Lopetegui ha nel frattempo firmato per il West Ham e che nello specifico la dirigenza del Milan non ha fatto una gran figura.

Appare peraltro sempre più evidente come alcuni gruppi organizzati di varie società si siano distinti nelle ultime settimane per essere diventati interlocutori delle stesse. Difficile immaginare quale sviluppo potranno avere certi comportamenti: forse una figura intermedia come quella di un grande ex (fino a qualche tempo fa, per esempio, l'allora vice-presidente bianconero Nedved aveva un particolare ascendente sulla curva) potrebbe aiutare.

O forse no.

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