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Ecco Alfa Romeo Junior, radiografia dell'ex Milano

Tutto quello che c'è da sapere sul primo (e molto discusso) B-Suv della storica casa del Biscione

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Ci si perde nelle discussioni sul nome e si dimentica che lei, sì, proprio lei, l'Alfa nacque come «Anonima Lombarda Fabbrica Automobili». Evidentemente il problema, allora come allora, era solo quello di farle, le automobili, e di lasciare, comunque, un segno nella Storia, come Alfa Romeo è riuscita a fare dal 24 Giugno del 1910, anno in cui venne fondata. E i nomi? Arrivarono, certo, ma non subito, tant'è che le prime due vetture che uscirono dalla fabbrica del Portello, furono la «24 HP» e la «12» HP. Cavalli e prestazioni, quindi. Che poi sarebbero la prima cosa, da che mondo dell'auto è mondo dell'auto, cui bisognerebbe guardare. Le indimenticabili, puntualmente, giunsero una dopo l'altra: dalla Torpedo, alla Giulietta, dalla Montreal alla Duetto, dalla 156, all' iperuranica Stradale 33. Contribuendo tutte, o quasi, a tracciare la leggendaria strada dell'Alfa Romeo, come tante molliche di pane seminate da Pollicini ispirati. Agli inizi fu Giuseppe Merosi oggi è lo spagnolo Alejandro Mesonero-Romanos che, al Giornale, ha rivelato il suo stato d'animo e le sue emozioni nel dare un corpo e un Dna alla Junior: «Noi designer siamo sempre molto critici. Vogliamo fare sempre meglio e deve essere così altrimenti vorrebbe dire che abbiamo perso l'amore e la passione. Io sono onestamente molto contento del risultato finale. Credo che la macchina piacerà agli alfisti e a una generazione di guidatori che cerca il legame con la storia, ma anche una macchina moderna, funzionale e sicura». L'Alfa più bella? Ognuno, questo è il nostro pensiero, vi darà la propria risposta a seconda dei battiti del cuore che, magari, condivise con la persona amata. Meglio occuparsi dell'Alfa più nuova, dunque, da metà settembre nelle concessionarie.

Una Junior che è lunga 4,17 metri, larga 1,78 e alta un metro e mezzo. Prezzo di partenza inferiore ai 30.000 euro, prima auto del Marchio che offre due versioni elettriche, oltre a quella ibrida e anche la trazione a quattro ruote motrici, denominata Q4. Sterzo e sospensioni dedicate, Junior condivide la piattaforma e-CMP con altrimodelli Stellantis. Spiazza e accende il dibattito la coda tronca, che richiama la leggendaria Giulia TZ, iconica vettura da competizione nata nel 1963. Per guardarla nell'abitacolo affidiamoci ad una presenza di tradizione: il quadro strumenti caratterizzato dallo storico design «a cannocchiale», con al centro del cluster uno schermo da 10,25 digitale che fornisce informazioni e parametri di guida e, al centro della plancia, orientato verso il guidatore, un touchscreen da 10,25. Il frontale propone l'immancabile scudetto nelle varianti «Leggenda» e «Progresso», abbinato alla fanaleria «3+3» ed i gruppi ottici Full Led Matrix adattivi. La potenza va da 136 a 240 cavalli, mentre l'autonomia dell'elettrica arriva a 410 chilometri.

L'Alfa Romeo Junior ha prezzi a partire da 29.900 euro per la mild hybrid col 1.2 da 136 CV e 39.500 euro per l'elettrica da 156 CV entrambe negli allestimenti «base» disponibili da giugno. Identici motori per le edizioni di lancio «Speciale» (31.900 euro l'ibrida e 41.500 euro l'elettrica) con una ricca dotazione di serie mentre, nel corso dell'anno si aggiungeranno le altre versioni: «Premium» con poltrone a regolazione elettrica e funzione massaggio, «Sport» con sedili avvolgenti e rivestimenti in Alcantara, e «Techno» con i fari a matrice di Led e la guida semiautonoma di livello 2. Largo a Junior, dunque.

Fantasia o eresia? Se è vero, come è vero, che l'Alfa Romeo è «fede» allora la «fede» non pone domande né chiede risposte.

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