Arte

La censura dei sindaci rossi sulla Venezi (e Puccini)

La folle protesta contro l'Inno a Roma di Puccini all'avvio delle celebrazioni per il centenario. L'opposizione della Venezi: "Sia un invito per il Paese a riconciliarsi con la propria memoria storica"

La censura dei sindaci rossi a Giacomo Puccini

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La cancel culture si sta espandendo a macchia d'olio anche nel nostro Paese, come dimostrano gli ultimi accadimenti. L'ennesima vergogna rossa contro la cultura e l'arte italiana arriva da Lucca, dove alcuni sindaci e il presidente della Regione avrebbero voluto che Beatrice Venezi, direttore d'orchestra di fama mondiale, non eseguisse l'Inno a Roma durante il concerto inaugurale dell'anno pucciniano in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Giacomo Puccini, che sarà nel 2024.

Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio eletto in una lista civica in coalizione con il Pd, Andrea Bonfanti, sindaco di Pescaglia eletto in una lista civica, e Luca Menesini, presidente della Provincia di Lucca eletto con l'appoggio del Pd, hanno tentato di impedire l'esecuzione dell'Inno a Roma che il maestro Puccini scrisse nel 1918. Una pietra miliare della composizione pucciniana, musicata dal Maestro con testo di Fausto Salvatori, che si ispirò al Carmen saeculare di Orazio. L'Inno a Roma nacque per celebrare la vittoria dell'Italia nella prima guerra mondiale. La prima esecuzione dell'inno venne fissata per il 21 aprile 1919, in occasione del Natale della Città Eterna ma uno sciopero degli orchestrali fece slittare il tutto al 1 giugno di quello stesso anno, in occasione di varie competizioni ginniche allo stadio Nazionale, in presenza della famiglia reale dei Savoia.

Perché i tre politici pretendevano che Venezi rinunciasse all'Inno a Roma sul palco del Lucca Summer Festival? Perché in epoca fascista s diffuse e divenne popolare una versione solista del brano, interpretata dal tenore Beniamino Gigli, che non era comunque attinente alla versione originale. Quello stesso canto divenne successivamente l'inno del Movimento sociale italiano (MSI). Questa associazione nel corso degli anni, soprattutto nel secondo dopoguerra fece cadere nell'oblio l'Inno a Roma, che resta uno dei brani più significativi della composizione di Puccini. Anche per questo motivo Beatrice Venezi ha deciso di eseguirlo nonostante i tentativi di censura: "Spero che l'esecuzione di questo brano sia un invito per il Paese a riconciliarsi con la propria memoria storica e che l'arte e la cultura tornino al centro al di là delle posizioni politiche".

Così ha dichiarato il direttore d'orchestra dal palco di Lucca rivolgendosi alla platea, dove si notava l'assenza pesante dei due sindaci e del presidente della Provincia. Ufficialmente i tre hanno disertato per altri impegni ma il motivo reale, a detta di molti, è stata l'esecuzione dell'Inno a Roma.

Può un brano di Giacomo Puccini fare così paura alla sinistra? La lezione di Venezi ai sinistri è un trattato di storia dell'arte italiana: "I tedeschi allora cosa dovrebbero fare con la musica di Wagner? Puccini lo scrive nel 1919, è un inno patriottico. Continuare a leggere queste cose sotto un profilo ideologico lo trovo vetusto e superato".

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