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Herbie, un Maggiolino alla ribalta

Herbie, il Volkswagen Typ 1 Maggiolino della fortunata saga Disney, ha una storia appassionante, legata a Hitler e Porsche

Herbie, un Maggiolino alla ribalta

Cinque volte protagonista di pellicole giocose e appassionati firmate Disney, Herbie - un maggiolino tutto matto - ha imposto sul grande e piccolo schermo le linee inconfondibili della Volksagen Typ 1: la macchina del “popolo tedesco” che grazie alla sua apprezzata versatilità conquistò bonariamente l’Europa e le Americhe trovando in ogni dove un soprannome gentile.

"Der Käfer" Germania, "Beetle" in Inghilterra, "Escarabajo", "Coccinelle" in Francia e Maggiolino - o Maggiolone se Typ 1/1302 o 1303 - in Italia; la Volksagen Typ 1 era figlia del genio di Ferdinand Porsche, ingegnere tedesco che già nel 1932 aveva immaginato di costruire “l'auto per tutti” per rivoluzionare completamente il concetto di mobilità nella Germania che si apprestava ad accogliere il Nazionalsocialismo. Strano a dirsi, ma sarà proprio il leader del partito nazista a dettare le specifiche dell’auto che doveva portare lontano il popolo tedesco. Immaginando una berlina a 5 posti dal prezzo accessibile e dalla meccanica affidabile, tanto da concedere ad ogni lavoratore tedesco di viaggiare in autostrada per raggiungere ogni meta desiderasse raggiungere.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 e le disastrose conseguenze che ne conseguirono, congelarono il progetto fino al ’45, quando gli stabilimenti Volkswagen caduti sotto il controllo dalle autorità militari britanniche danno finalmente inizio alla produzione delle prime auto disegnate dal Porsche per il nuovo popolo tedesco. Solo nel primo anno ne verranno prodotti 10.000 esemplari. Diventeranno 1 milioni prima della fine del secolo.

Tecnologicamente avanzato per i suoi tempi, il Maggiolino progettato da Porsche, con i suoli piccoli fari tondi, le grandi ruote e il passo stretto, vantava una meccanica semplice e robusta che aveva già confermato la sua versatilità nelle due conversioni belliche del progetto (Kubelwagen Typ 82 e Schwimmwagen Typ 166, ndr). Il design tondeggiante e aerodinamico, unito all’accessibilità del suo prezzo, non poté altro fare se non attirare un enorme numero di ordinazioni anche una volta sbarcata dall’altra parte dell’Atlantico nel 1949: dove riceverà la definitiva consacrazione di oggetto di culto grazie al successo nel Cinema e nell’Arte. Saranno proprio gli States a rendere il Maggiolino un’autentica star del settima arte con "Herbie, il Maggiolino tutto matto”, era un prolifico 1968.

Protagonista della pellicola Disney ispirata al racconto "Car, Boy, Girl" di G.Buford, era infatti un Maggiolino modello Beetle Sunroof Sedan di colore “pearl white L87” equipaggiato con un motore Volkswagen 1835cc a doppio carburatore che possedeva “vita propria” ed era in grado di comunicare con il suo pilota, interpretato da Jim Douglas, e grazie alle sue prodigiose capacità e prestazioni finisce a gareggiare addirittura al rally di Montecarlo. (In verità il Maggiolino aveva gareggiato al Rally di Svezia nel 1956 e alla Mille Miglia nel 1954, ndr). Nel film porta il numero 53, scelto dal produttore Bill Walsh che era un grande fan del giocatore di baseball "Don" Drysdale. Non a caso il pilota del film rispondeva al nome di Don Jones.

Sebbene il vero debutto di fronte alla cinepresa avviene nel 1957, quando il maestro svedese Ingmar Bergman immortala un Typ 1 nero ne Il posto delle fragole, è alla saga della Disney - “Herbie il maggiolino sempre più matto” del 1974, “Herbie al rally di Montecarlo” del 1977, “Herbie sbarca in Messico” del 1980, e un rinnovato “Herbie il Supermaggiolino” del 2005 - che la Volksagen deve il successo planetario della sua macchina per tutti.

Dal ’68 in poi quel “reperto archeologico” - come lo etichettava Woody Allen ne Il dormiglione - beneficerà di un fascino senza tempo, scenografico, ricercato e un po’ naïf. Perché dal modello rosso fiammante guidato da Elvis Presley a quello giallo sbiadito guidato dal molleggiato Kevin Bacon in Footloose, tutti cercheranno e ameranno l’inconfondibile “musone” dei quella macchina che ha fatto epoca. Reinterpretato per la prima volta nel 1994 con la versione “Concept One”, all’originale Maggiolino Volkswagen seguiranno la versione “New Beetle” nel 1998, incentrata sull’obiettivo di mantenere la linea retrò nella sua storicità, e l’ultimino restyling del 2018 che ottenne per la sua rinnovata dinamicità un rinnovato successo. In quanto alla meccanica aveva proprio ragione quel dormiglione di Allen: "Quei tedeschi, se non facevano guerre.

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