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"Inter, stagione da 10 in pagella e a Pioli dico che...". Cauet commenta il tricolore nerazzurro

Intervista a Benoit Cauet, ex calciatore dell'Inter per quattro stagioni. L'ex centrocampista nerazzurro ha esaltato la vittoria dello scudetto della squadra di Inzaghi e pungolato anche un po' Pioli

"Inter, stagione da 10 in pagella e a Pioli dico che...". Cauet commenta il tricolore nerazzurro

Benoit Cauet ha vestito la maglia dell'Inter dal 1997 al 2001: 149 presenze e 9 reti con la maglia nerazzurra con la Coppa Uefa vinta nel 1997-1998 con Gigi Simoni in panchina, nella famosa stagione del contatto Iuliano-Ronaldo in Juventus-Inter. In esclusiva per ilGiornale.it Cauet ha esaltato Simone Inzaghi e la sua squadra per la vittoria di questo campionato. Cauet ha poi parlato anche della scelta di Hakan Calhanoglu e pungolato un po' il Milan e Stefano Pioli.

Cauet, c'è più soddisfazione da ex calciatore a vincere uno scudetto matematicamente nel derby?

"Non credo dai (ride, ndr). La soddisfazione maggiore quando fai questo mestiere è essere ripagato dalla vittoria finale. Io sono felice perché sono un tifoso dell'Inter, sono contento per la stagione disputata e per come hanno giocato e da questo punto di vista sono super felice".

In cosa è migliorata questa Inter in questi ultimi due anni dopo essersi fatta soffiare lo scudetto dal Milan due anni fa?

"Quell'anno abbiamo perso il titolo all'ultima giornata ma l'Inter è stata brava a rialzarsi da quella delusione. Da quella situazione anche la società ha capito come e dove rinforzare la rosa e penso che la dote maggiore di questa squadra quest'anno sia stata la continuità perché anche l'anno scorso anche si erano perse tante partite in campionato. L'Inter oltre ad avere qualità è migliorata tanto nella continuità di risultati".

La finale di Champions League, seppur persa, ha dato maggiore consapevolezza alla squadra?

"Credo che il percorso in sé di affrontare delle grandi squadre abbia dato una mentalità ancora maggiore all'Inter perché in Champions League ci sono sempre le migliori squadre d'Europa. Tutto questo percorso ha dato fiducia e consapevolezza e anche se non ha vinto è stata una grande protagonista della competizione. Molto importante per i giocatori che hanno tratto beneficio da questa cosa e lo si è visto in campo quest'ann, visto che si erano posti l'obiettivo dello scudetto e da inizio stagione hanno imposto un ritmo assurdo".

Che voto diamo alla stagione all'Inter e a Inzaghi?

"Quando vinci un titolo con questa qualità e questa scioltezza, il voto non può che essere 10, come fu l'anno scorso per il Napoli. Quest'anno si erano persi tanti giocatori forti e non era un'annata anomala perché c'erano tante pretendenti forti all'inizio della stagione ma l'Inter ha fatto cose eccezionali dando un grande distacco a tutti".

Voto 10 anche con l'eliminiazione agli ottavi di Champions League?
"L'uscita dalla Champions fa parte del gioco e penso che ci sono momenti e momenti nell'arco della stagione. Siamo usciti perdendo ai rigori contro un avversario difficile da affrontare per tutti, forse la squadra non era nemmeno messa bene fisicamente. Il Dortmund è riuscito a fare tanti gol al ritorno, l'Inter poteva farli all'andata ma non l'ha fatto. Il calcio è così. Il percorso dell'Inter resta ottimo".

Il mister è cresciuto in questi anni: può diventare un top a livello mondiale o secondo lei lo è già?
"Credo che lui con quello che ha dimostrato sia alla Lazio che all'Inter, dove ha sempre dato e portato qualcosa in termini di gioco e titoli, faccia parte dell'elite dei grandi allenatori in circolazione. Gli mancano ancora determinate esperienze vista la giovane età ma suo percorso in questi anni è stato da grande allenatore"

Quali sono stati secondo lei i giocatori determinanti nella conquista di questo scudetto?
"Tutti, devo dire tutti davvero, non si può fare un solo nome o pochi nomi. Quando si vince tutti sono protagonisti, chi più chi meno, chi è in campo determina tanto ma anche tutto quello che sta intorno è fondamentale, come la società che fa il suo lavoro dietro le quinte e i tifosi che in tutti questi anni si sono sempre fatto sentire. Il merito è del gruppo".

Pioli dice che non ci sono tutti questi punti di differenza tra Inter e Milan, è d'accordo?
"Non lo so, non ci sono 17 punti ma ci sono... Non possiamo smentire la matematica, si possono dire tante cose ma la verità è che è questa la classifica. Il campo parla sempre e ha parlato per queste 33 partite giocate finora. Questo ragionamento di Pioli vale fino a un certo punto. Ognuno poi difende il suo orticello e dice che si può fare meglio, ma su questa classifica il distacco che vedo è corretto".

Da francese si aspettava che Thuram fosse così forte e avesse subito impatto così forte all'Inter?

"Quando Marcus è arrivato in pochi avrebbero scommesso su di lui. È un ragazzo maturo che ha capito subito come mettersi a disposizione, è un ragazzo intelligente che ha cercato di connettersi da subito con il gruppo. Si è messo a disposizione e si è visto. In Germania Thuram non aveva questo rendimento in termini di gol ma non mi stupisce perché lo conosco, ha una padre che è stato un campione e che conosceva il calcio italiano e gli avrà spiegato tante cose".

Ci racconta qualche aneddoto particolare di qualche derby da lei giocato?

"La cosa bella del derby è che si parla tutta la settimana, è una partita speciale, i tifosi sono molto più vicini alla squadra rispetto alle altre settimane (ride; ndr). Posso solo dirti che Gigi Simoni ci faceva mettere il sale nei calzettoni (ride, ndr), questa situazione non l'avevo mai vissuta in carriera ma fa parte del gioco".

Tre anni fa Calhanoglu ha scelto di lasciare il Milan per andare all'Inter ed è stato criticato. Lei cosa ne pensa di questo passaggio da Milan ed Inter e viceversa?

"Non mi piace quando si va a denigrare un calciatore così importante solo perché ha fatto una scelta diversa. Hakan è stato anche beniamino di molti tifosi del Milan ma poi è andato via e si è detto che non valeva molto ma non è così, ovviamente. Calhanoglu è stato miglior giocatore per 4-5 anni al Milan così come Kessie e altri. Questo fa parte del gioco e noi interisti siamo stati super contenti di accoglierlo, ci ha resi più forti, è un valore aggiunto molto importante per il gruppo, è un leader e ogni volta che gioca dà l'anima per questi colori. Sono davvero contento di avere questo tipo di giocatore. Bisogna capire che poi ci sono logiche di mercato e di soldi e che ognuno è libero di scegliere ciò che vuole nella sua vita professionale".

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