Ciclismo

Tour, sul Monte Bianco Pogacar chiama, Vingegaard risponde. Ancora pari

Nell'ultima tappa alpina vince Poels nonostante un ottimo Ciccone e l'attacco di Van Aert ma c'è spazio solo per la sfida tra i duellanti per la maglia gialla. Lo sloveno attacca ma il danese gli rende il favore, tenendosi i 10 secondi e la maglia gialla

Fonte: Twitter (@LeTour)
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L’ultima del trittico di tappe alpine si chiude con una bella vittoria dello specialista delle classiche Wout Poels, una serie di attacchi e contrattacchi tra i leader della generale ma senza far pendere la bilancia di questo Tour da una parte o dall’altra. Pogacar aspetta l’ultimo chilometro per lanciare l’attacco ma, stavolta, Vingegaard non perde neanche un metro, riuscendo a rendere il favore a poche centinaia di metri dall’arrivo. I due finiscono alla pari, con il danese che conserva i suoi 10 secondi di vantaggio e la maglia gialla.

Ennesima buona prova di Giulio Ciccone che fa un buon bottino di punti e si porta in testa alla classifica scalatori. C’è spazio pure per un’incredibile caduta per colpa di uno spettatore che tira giù il gregario di Vingegaard Kuss e per un problema con una moto che fa finire in terra Neilands. Insomma, tappa spettacolare ma la seconda settimana del Tour si chiude con due cannibali che non riescono proprio a battersi. Martedì c’è la cronoscalata: vedremo se Pogacar ne avrà più di Vingegaard o se dovremo aspettare ancora per capire chi vincerà la Grande Boucle.

Una caduta davvero assurda

Con la generale sconvolta dall’arrivo a Morzine, già dalla partenza è chiaro che oggi saranno in molti a provare una fuga e sperare che le squadre top li lascino fare. Ci prova subito Mathieu van der Poel, poi è Giulio Ciccone a farsi vedere, seguito da Wout van Aert. Nessuno, insomma, vuol perdere quella che potrebbe essere la fuga giusta e in testa si consolida un gruppo di circa 30 corridori, con il solito Julian Alaphilippe a provare la spallata giusta per la sospirata vittoria di tappa. Poco più avanti è l’azzurro Bettiol ad aggregarsi a Van der Poel, l’ex maglia a pois Powless e Sepp Küng, un gruppetto di nove ciclisti che apre un minimo di luce nei confronti del peloton. Nemmeno dieci chilometri dopo ed il gruppo li riprende: oggi non sarà semplice andarsene. Nils Politt ci prova lo stesso ed accumula una ventina di secondi di vantaggio. Alaphilippe non si fa ripetere due volte l’invito e si lancia all’inseguimento, con Paret-Peintre e Lutsenko alla ruota. Alla spicciolata sono in diversi ad aggregarsi, da Wout Van Aert a Kwiatkowski allo stesso Ciccone. Nel finale di una delle tante salite di giornata, Alaphilippe e Lutsenko attaccano forte, lasciando dietro il resto del gruppo di testa.

Tour 2023 tappa 15 alaphilippe lutsenko
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I due accumulano una trentina di secondi sugli inseguitori, insidiati a loro volta dal peloton che non vuole davvero lasciarli fare e lancia attacchi a ripetizione. Quando sembrava imminente il recupero dei 23 di testa, ecco il patatrac che non ti aspetti: uno spettatore sporge il braccio e colpisce in pieno Sepp Kuss, causando un’enorme caduta di massa. Con Pogacar e Vingegaard che la scampano per un niente, in terra finiscono in parecchi, senza grosse conseguenze fisiche. Con il gruppo impegnato in una sorta di patto di desistenza, il vantaggio di Alaphilippe e del gruppo di testa sale fino ai due minuti ma ci vuole del tempo per riuscire a ripartire. Quando si torna alla normalità, il francese ha 50” sugli inseguitori ed oltre 4’20” sul gruppo maglia gialla, che a questo punto ha perso la voglia di ricucire lo strappo.

Tour 2023 tappa 15 caduta gruppo
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Ciccone attacca ancora

Se il traguardo volante si rivela un affare a due tra Lutsenko ed Alaphilippe, le cose si animano appena inizia l’ascesa verso il primo GPM di giornata, il Col de la Forclaz de Montmin. Salita non banale, 7,2 chilometri al 7,3% di pendenza media ma il vantaggio del duo non è affatto rassicurante: 40 secondi a 100 chilometri dal traguardo sono davvero pochi. Più indietro, la Jumbo-Visma si mette davanti al peloton, rallentando per sincerarsi delle condizioni di tutti. Gli 8’30” di ritardo non preoccupano davvero nessuno. A due chilometri dal GPM, Giulio Ciccone si lancia all’inseguimento, deciso a riprendere il duo di testa. Powless e Pinot, due molto interessati alla classifica scalatori, lo marcano stretto ma l’azzurro sembra averne di più. Van Aert prova a lanciare la volata ma l’abruzzese non ci sta: attacco secco al quale Powless non riesce a rispondere. All’italiano i 6 punti per la maglia a pois, rosicchiandone due allo statunitense, che riesce a scavalcare Vingegaard.

Tour 2023 tappa 15 Ciccone GPM
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Dopo la battaglia per la classifica scalatori, Alaphilippe e Lutsenko si fanno recuperare, ricaricando le batterie, visto l’amplissimo vantaggio nei confronti del peloton. Gruppo molto numeroso, 38 corridori, molti dei quali con ambizioni personali e talento da vendere, tanto da rendere indecifrabile chi potrà trionfare sul Monte Bianco. Quando si inizia ad intravedere la seconda salita di giornata, il temibile Col de la Croix Fry, l’austriaco della Bora-Hansgrohe Marco Haller mette uno scatto e prova a lasciarsi dietro tutti. Attacco coraggioso ma abbastanza velleitario il suo: i fuggitivi lo lasciano fare, fino a quando, a 66 chilometri dall’arrivo, ha quasi un minuto di vantaggio. Il secondo GPM di giornata, 11,3 chilometri al 7% di pendenza media, non è una salita semplice e alle spalle di Haller Rui Costa prova l’inseguimento. A sei chilometri dallo scollinamento, il portoghese riprende l’austriaco e se ne va a velocità doppia. Visto che il portoghese in salita se la cava più che discretamente, Giulio Ciccone e Wout van Aert suonano la carica. A rianimare l’abruzzese la notizia che Powless non ce l’ha fatta a rimanere nella fuga: ogni punto preso oggi potrebbe consegnargli la maglia a pois.

Tour 2023 tappa 15 rui costa
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Van Aert attacca, Ciccone spreca

Il tentativo del portoghese non riesce a reggere alle rampe più dure della Croix Fry, visto che il ritmo imposto da Ciccone e Van Aert è di quelli pesanti. La fuga, quindi, inizia a perdere pezzi: uno dopo l’altro, a parte Powless, perdono contatto Michael Woods, Izagirre, Fraile e lo stesso Alaphilippe, che ha speso davvero molto in questi ultimi giorni. Skjelmose, che era partito come capitano di Ciccone, fa da gregario all’italiano. L’ultimo chilometro prima del GPM vede l’azzurro molto attivo ma sta sprecando energie: riesce ad aggiudicarsi i punti in palio, davanti a Van Aert e Rigoberto Uran ma la fatica è tanta. Ciccone riesce a portarsi in testa alla classifica scalatori a pari punti con Powless, che oggi è in netta crisi. La discesa serve per tirare il fiato prima del prossimo GPM, il Col de Aravis, una salita di terza categoria che potrebbe consegnare la maglia a pois all’azzurro. Ciccone è fin troppo generoso e si fa prendere in contropiede dall’attacco dello spagnolo Marc Soler, che guadagna qualche secondo. Quando Wout van Aert si lancia all’inseguimento, l’italiano non è pronto a reagire.

Soler riesce a prendersi i due punti in palio per la classifica scalatori ma il suo vantaggio nei confronti di Van Aert e Neilands è di soli dieci secondi. Ciccone riesce a riprendersi e si mette a guidare il resto della fuga all’inseguimento ma, vista la voglia di vincere del belga non sarà semplice andare a riprenderlo. Sulla discesa dal Col de Aramis, lo spagnolo viene riassorbito, formando un quartetto di testa davvero competitivo: 18 secondi dietro, Ciccone ha Skjelmose a dargli una mano e Mikel Landa, Thibaut Pinot e diversi altri francesi che avranno certo voglia di giocarsi le proprie carte nel finale. Il quartetto esagera nella ripida discesa e Neilands scivola male, colpendo in pieno il muretto. Attimo di terrore tra gli spettatori ma sembra che il lettone non abbia subito gravi conseguenze.

Tour 2023 tappa 15 caduta Neilands
Fonte: Twitter (@LeTour)

Due salite in una, Poels ne ha

Mentre il trio di testa continua a spingere forte anche nel falsopiano che condurrà all’ultima salita di giornata, si capisce cosa sia successo al ciclista della Israel-Premier Tech: stava cercando di prendere una borraccia dallo scooter della Vittel e una delle ruote anteriori ha colpito la bici, facendolo volare per terra. Ancora una volta un problema legato alle moto, come ieri con Pogacar; le polemiche sicuramente non mancheranno anche oggi. Per fortuna il lettone, dopo qualche minuto passato coi medici per verificare le sue condizioni, riesce a riprendere la gara. Van Aert e soci spingono forte, approfittando della poca collaborazione e della tanta stanchezza nel gruppo Ciccone, che perde secondi su secondi. A 23 chilometri dal traguardo di Saint-Gervais, il belga ha circa 1’13” di vantaggio: il gruppo maglia gialla, invece, viaggia senza troppi problemi a 7’14”.

Tour 2023 tappa 15 Van Aert fuga
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Prima di arrivare ai piedi delle due ultime salite di giornata, le Côtes des Amerands, Van Aert prova a scrollarsi di dosso Soler, che in salita ne ha più del belga. La mossa funziona, ma appena la strada inizia a salire, è l’olandese Wout Poels a sorprenderlo con uno scatto esplosivo. Non sono nemmeno tre chilometri ma le pendenze sono micidiali, 10,9% di media ma si va ben oltre il 17%, roba da farti venire voglia di andare a piedi. Alle spalle Ciccone è in testa ma ha da riprendere quasi un minuto e mezzo, un compito certo non semplice. Il belga non accetta la sfida e sale del suo passo mentre nel gruppo degli inseguitori, invece dell’abruzzese, è il bretone Warren Barguil a lanciarsi all’inseguimento. Le rampe più dure sono negli ultimi 500 metri ma Poels va su come un treno, mettendo 30 secondi nei confronti dei due ex compagni di fuga. Lo strappo del francese è troppo per l’italiano, che perde contatto con gli inseguitori.

Tour 2023 tappa 15 Wouts Van Aert
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Niente di fatto tra i duellanti

I punti del GPM vanno all’olandese con Van Aert che riprende Soler: la vittoria di tappa si deciderà sia nella discesa che nell’ultima salita, quella che porterà sul Monte Bianco. Difficile, però, capire quanto abbiano speso i tre di testa. La salita è dura e quando il peloton inizia ad affrontarla le telecamere vanno sui duellanti per la maglia gialla, che preferiscono far lavorare i rispettivi gregari. A parte la sfida a distanza tra Poels e Van Aert, che deve recuperare 27 secondi in 6 chilometri, l’attesa è per l’attacco di uno dei protagonisti. Vingegaard marca stretto Pogacar ma, per ora, nessun movimento. Soler non ce la fa a reggere il ritmo del belga e perde una ventina di secondi. La UAE si mette in testa al peloton, con Adam Yates pronto a dare il suo contributo come sempre. I cinque punti del primo GPM vanno a Poels, con Van Aert secondo ma l’attenzione, ormai, è tutta per l’arrivo e la vittoria di tappa.

Tour 2023 tappa 15 UAE peloton
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Con l’olandese che guadagna secondi su secondi da Van Aert, ormai il vincitore è quasi certo, ma il vero spettacolo è nel gruppo, dove la UAE fa il ritmo e fa perdere pezzi su pezzi al gruppo maglia gialla. Con Majka a spingere come un forsennato, devono lasciare il passo Pello Bilbao, Simon Yates, Pidcock e Hindley. Adam Yates si porta dietro Pogacar e l’unico a tenere il ritmo dello sloveno è Jonas Vingegaard. Il pubblico trattiene il fiato nell’attesa della prevista rasoiata di Tadej, che potrebbe arrivare nell’ultimo chilometro o su una delle rampe più dure. Il britannico potrebbe chiudere la seconda settimana sul gradino più basso del podio ma ora c’è spazio solo per la sfida tra i duellanti per la maglia gialla.

Tour 2023 tappa 15 Pogacar Vingegaard
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Poels chiude in solitaria sul Monte Bianco, gran vittoria del ciclista della Bahrain, che non aveva mai vinto in un Grand Tour ma ormai l’attenzione è tutta sullo sprint tra i duellanti, ai quali si è aggregato il coriaceo Carlos Rodriguez, che si mette davanti a Vingegaard, che si volta per capire quando attaccherà Pogacar. Gli ultimi due chilometri vanno avanti con una guerra di nervi tra i leader della generale e l’arrivo alla spicciolata dei sopravvissuti a questa salita massacrante. All’ultimo chilometro parte a razzo lo sloveno ma il danese si incolla alla sua ruota come se niente fosse, rimanendo alle spalle fino all’ultimo strappo, dove riesce addirittura a contrattaccare. La ruota la mette avanti Pogacar ma non guadagna niente nei confronti della maglia gialla. Niente da fare, per decidere il padrone del Tour de France ci vorrà forse la cronoscalata di martedì.

Classifica di tappa e generale

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La tappa di martedì

La settimana decisiva del Tour de France inizia con l’unica cronometro individuale di quest’edizione, nello scenario spettacolare del Monte Bianco. Dal punto di vista altimetrico i 22 chilometri che porteranno da Passy a Combloux non sarebbero nemmeno malissimo, visto che c’è solo un GPM. La Cote de Domancy, però, va trattata col rispetto che merita: saranno solo 2,5 chilometri ma con pendenze poco rassicuranti, oltre il 9% di media.

Tour 2023 tappa 16 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Se alla vigilia nessuno credeva davvero che il Tour si sarebbe potuto decidere proprio qui, con il duello tra i due dominatori della generale che si gioca sugli abbuoni, mettere una prestazione maiuscola oggi potrebbe far pendere la bilancia a favore dello sloveno o del danese.

Stavolta non avranno i gregari a dargli una mano: dipenderà tutto da loro.

Tour 2023 tappa 16 planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

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