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Gelati, il grande inganno al consumatore: cos'è successo negli ultimi 20 anni

Nel 2001 il Cornetto classic veniva venduto a 0,90 centesimi, oggi costa 2,50 euro. La shrinkflation ha colpito anche il Magnum Classic che nel 2002 costava 1.20 euro per 86 grammi, nel 2023 il prezzo è di 3 euro per poco più di 70 grammi

Gelati, il grande inganno al consumatore: cos'è successo negli ultimi 20 anni

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I prezzi aumentano e il gelato diminuisce. La sgrammatura che inganna il consumatore

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L’estate è arrivata e gli italiani hanno già iniziato a gustare freschi e cremosi gelati. Anche quest’anno, però, i prodotti tanto amati sono aumentati di prezzo, addirittura i rincari ammontano al 227% rispetto al 2001. Il trend del caro prezzi non risparmia neanche il Cornetto classic e il Magnum, in alcuni casi addirittura le quantità confezionate diminuiscono. Ecco come aumentano le tariffe e il peso dei prodotti si ridimensiona sempre di più.

I prezzi nel corso del tempo

Come abbiamo detto, nel corso degli anni il prezzo dei gelati è cresciuto. Il Cornetto classico, per esempio, dal 2001 ad oggi è aumentato del 178% passando da un costo di 0,90 centesimi a 2,50 euro. Un caso simile è quello del Fior di fragola, il fresco mix tra ghiacciolo e gelato, e del Cremino il cui prezzo è passato da 0,55 centesimi a 1,80 euro, uno dei più sostanziosi incrementi per i prodotti in questione. Un altro rincaro importante riguarda il Magnum Classic che ha visto lievitare la propria tariffa al pubblico del 125% passando da 1,20 euro a 2,70 euro. Cifre decisamente importanti, specialmente se pensiamo a prodotti come il Calippo e il Cucciolone che hanno visto lievitare le proprie cifre da 0,80 centesimi a 2,40 euro. In quest’ultimo caso si tratta di un caro prezzi del 200%.

La “sgrammatura”

Una strategia applicata da diverse grandi e piccole aziende, specialmente negli ultimi anni, è la shrinkflation, la cosiddetta “sgrammatura”. Il neologismo unisce due termini inglesi, "to shrink”, quindi restringere, e “inflation” ovvero inflazione. In sostanza si tratta della pratica di ridurre la quantità del prodotto senza però diminuire anche il prezzo dello stesso. Solitamente il consumatore paga la medesima cifra, a volte anche di più, ma non si rende conto dei grammi in meno all'interno della confezione.

Qualche esempio di shrinkflation

La shrinkflation riguarda anche i tanto amati gelati. Un esempio è quello del Magnum Classic che nel 2002 costava 1,20 euro e la quantità venduta era di 86 grammi, attualmente lo stesso prodotto ammonta a ben 3 euro e il peso è di 70 grammi. Complessivamente la diminuzione è stata di 16 grammi. Un altro caso è quello dei gelati Milka e Daim, entrambi venduti in Italia. La segnalazione arriva dal Centro Consumatori di Amburgo, in Germania, dove è stato notato che l’incremento del prezzo nascosto è del 48%. Oggi questi alimenti vengono venduti in una confezione da tre stecchi da 90 ml l’uno al prezzo di 3,49 euro.

In passato gli stessi prodotti venivano venduti alla stessa cifra ma le quantità erano superiori ovvero 100 ml per ogni gelato e nel pacchetto vi erano quattro stecchi.

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