Cronaca internazionale

18 miliardi in monete d'oro in fondo al mare. È caccia al tesoro dei Caraibi

È battaglia tra Colombia, Bolivia, Spagna e America per il recuperò del galeone San Josè, ma soprattutto del suo contenuto, un tesoro che vale 18 miliardi di euro

L'immagine di alcune monete d'oro del tesoro del galeone San Josè, mostrato in un video della BBC
L'immagine di alcune monete d'oro del tesoro del galeone San Josè, mostrato in un video della BBC

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18 miliardi in monete d'oro in fondo al mare. È caccia al tesoro dei Caraibi

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È iniziata la corsa all'oro, per accaparrarsi il tesoro contenuto in un galeone spagnolo, il San Josè che naufragò nel 1708 con a bordo un tesoro in oro e pietre peziose dall'attuale valore di circa 18 miliardi di euro. Il problema non è tanto il fatto di recuperarlo, cosa che parecchie nazioni sono disposte a fare anche subito, piuttosto stabilire a chi appartiene la nave e il suo prezioso bottino. In prima linea c'è la Colombia, che sta portando avanti un braccio di ferro con la società americana Glocca Morra, ma i due non solo certo i soli.

La storia del galeone.

Finì sul fondo del mare nel 1708 durante una battaglia con la flotta inglese nel periodo della Guerra di Successione. Tra i flutti e poi nel profondo fondale, finì anche un sostanziono tesoro fatto di monete d'oro, argento e pietre preziose. La posizione della nave rimase sconosciuta per secoli, al contrario dei tanti che cercarono in ogni modo di individuarla, fino a quando nel 2015 il governo colombiano ne annunciò il ritrovamento nei fondali del Mar dei Caraibi.

L'anno successivo vennero mostrate le foto realizzate da un robot sottomarino della Marina Militare colombiana, ma recuperare il tesoro risultò in realtà molto più complicato del previsto. All'inizio si trattò soltanto di difficoltà "meccaniche" dovute alla profondità e alle correnti marine, che si sono in seguito trasformate in una guerra legale con la società americana Glocca Morra che affermò di aver aver scoperto la posizione del relitto nel 1981 e di averne fornito le coordinate al governo colombiano, stipulando un accordo che prevedeva di ottenere la metà del tesoro una volta recuperato.

La risposta della Colombia

I colombiani a questa dichiarazione risposero che con le coordinate fornite non avevano trovato nulla e di conseguenza solo grazie alle loro ricerche si è potuta formire una mappa del punto esatto dove il galeone era affondato.

Cosa contiene il tesoro

Nel video di due minuti che mostra il contenuto, pubblicato dai maggiori network mondiali, si scorgono tra i fondali melmosi, stoviglie di porcellana, ceramiche tra cui un servizio di da tavola cinese ancora intatto, bottiglie di vetro, monete e lingotti d’oro. Gli storici ritengono che il suo tesoro - stimato in almeno 200 tonnellate di oro, argento e smeraldi - possa valere 18 miliardi.

L'intervento della Bolivia e della Spagna

Oltre agli americani ad entrare nella "gara" per la corsa all'oro, ci sono anche Spagna e la Bolivia che sono legalmente al lavoro per stabilire chi abbia realmente i diritti. La loro teoria non si basa sul ritrovamento, come l'America, bensì sulla proprietà originale del galeone. Quando l'imbarcazione affondò, la Colombia era una colonia spagnola e il tesoro comprendeva oro proveniente dagli odierni Perù e Bolivia.

Il vascello però trasportava oro, argento e pietre preziose destinate all'allora re Filippo V di Spagna quando fu affondato dalla marina britannica al largo di Cartagena de Indias, in Colombia, quindi stabilirne l'appartenenza non sarà certamente una cosa semplice.

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