Cronaca internazionale

"Mozione contro McCarthy": i super trumpiani aprono la faida nella destra Usa

Il Maga fedele a Trump ora chiede di destituire lo speaker della Camera McCarthy. L'uomo dello "stop agli assegni in bianco all'Ucraina" ora potrebbe essere salvato dai dem

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Il Maga torna sulle barricate. Lo scorso weekend, il Congresso Usa, nonostante abbia evitato le miserie dello shutdown sul filo del rasoio, ha lasciato sul campo molta brace ad ardere sotto la cenere. Soprattutto all'interno del Gop, ove la fronda fedele a Donald Trump ora vuole la testa dello speaker della Camera, Kevin McCarthy.

Gaetz capopopolo della fronda Maga

Per questa ragione, Matt Gaetz, deputato repubblicano della far right, rappresentante della Florida, ha presentato una mozione per rimuovere il presidente della Camera dal suo incarico, riaccendendo una battaglia interna al partito, dichiarando "vacante la carica di Presidente della Camera dei Rappresentanti". Una faida precedente ai fatti dello scorso fine settimana, ma tutta intensamente legata al potere di spesa di Washington: "Il popolo americano è stanco che Washington non abbia un bilancio, che abbia un deficit annuale di 2.000 miliardi di dollari e un debito di 33.000 miliardi di dollari", ha dichiarato Gaetz ai giornalisti dopo aver presentato la sua mozione. "Se questo Paese sta affondando, io affonderò combattendo", ha aggiunto. McCarthy "non ha più il mio sostegno e non ha il sostegno del numero necessario di repubblicani per continuare a essere lo Speaker repubblicano", ha continuato.

La mozione Maga contro McCarthy

La mozione, che richiede la maggioranza per essere approvata, non sarà tuttavia votata immediatamente. Gaetz è una figura di spicco del gruppo che ha premuto per lo shutdown, rifiutando di adottare nuovi finanziamenti federali senza profondi tagli alla spesa. Il gruppo si oppone anche all'invio di ulteriori aiuti all'Ucraina, sostenendo che il denaro sarebbe meglio speso negli Stati Uniti per combattere l'immigrazione clandestina. Gli integralisti detengono un veto di fatto sulla legislazione della Camera, data la vittoria risicata dei repubblicani alle elezioni di midterm dello scorso novembre.

I deputati vicino all'ex presidente ritingono di avere in pugno la figura dello speaker, costretto a fare concessioni al blocco dei trumpiani, tra cui una modifica del regolamento che consente a un membro di presentare una "mozione di revoca". La tempistica dei prossimi passi sulla risoluzione di Gaetz non è certa e non è ancora chiaro se i Democratici verranno in aiuto di McCarthy. "L'unico modo in cui Kevin McCarthy sarà speaker della Camera alla fine della prossima settimana è se i Democratici lo salveranno", ha dichiarato Gaetz alla Cnn: il che sovrappone paradosso su paradosso. Parlando con i giornalisti sui gradini del Campidoglio, riporta la Nbc, un raggiante Gaetz ha spiegato di avere i voti per cacciare McCarthy: "Ho abbastanza repubblicani dalla mia parte. A questo punto la prossima settimana accadrà una delle due cose: Kevin McCarthy non sarà più lo speaker della Camera, o sarà lo speaker della Camera che lavora a piacere dei democratici. E sono in pace con entrambi i risultati, perchè il popolo americano merita di sapere chi lo governa", ha tuonato Gaetz.

McCarthy risponde al Maga: "fatevi avanti"

Pochi minuti dopo la presentazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti, McCarthy ha pubblicato un breve messaggio sui social media, sfidando i suoi avversari nel partito a "farsi avanti". Gaetz, promotore della mozione, ha replicato poco più tardi su X (Twitter): "L'ho appena fatto". Nel corso di una intervista concessa domenica all'emittente televisiva Cbs News, McCarthy si era detto convinto di poter sopravvivere alla mozione di sfiducia nei suoi confronti, e aveva accusato Gaetz di essere motivato da antipatie personali.

Così come era chiaro il rinvio della discussione sui capitoli di spesa, anche il futuro di McCarthy è sembrato immediatamente a rischio. Di tutta questa bagarre, lo scontro fra le anime del Gop resta e lo speaker della Camera sembra essere il primo sulla lista tra i defenestrabili. La sua linea, in fin dei conti, è passata con l'aiuto dei Democratici, balcanizzando ulteriormente il panorama di un Congresso alla deriva.

L'ala destra dei Repubblicani aveva immediatamente annunciato l'intenzione di mettere ai voti la sua poltrona all'indomani del voto che ha salvato Washington (per ora) dalla paralisi amministrativa. Una figura problematica fin dalla sua elezione nel gennaio del 2021, quando era stato scelto dopo ben quindici votazioni, con un compromesso al ribasso. McCarthy adesso è come il gatto di Schröedinger: salvo, forse, grazie ai dem, dovendo garantire alla Casa Bianca il sostegno all'Ucraina; già politicamente detronizzato, per via degli irreprensibili del Maga.

Non è ancora chiaro quando la Camera voterà la mozione: prima del voto vero e proprio, i deputati potrebbero essere chiamati a decidere se ammettere la mozione o accantonarla.

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