Cronaca internazionale

L'ammissione di Valls: "L'islam ha un ruolo eccessivo. Francia in crisi di autorità"

L'ex premier francese Manuel Valls ha dichiarato che in Francia è in crisi l'autorità dello Stato: "Le grandi istituzioni sono crollate. E l'islam ha preso un ruolo eccessivo"

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In Francia l'autorità dello Stato è in crisi. La situazione nelle banlieue e nelle periferie cittadine è esplosiva. Qui, dove vive la maggior parte degli immigrati e dei cittadini francesi di origine africana, molti degli abitanti non si sono integrati. L'islam è riuscito a riempire i vuoti, sia culturali che politici, fino ad assumere un ruolo probabilmente eccessivo ai fini della corretta gestione dello Stato. È questa, in sintesi, l'analisi di Manuel Valls in merito all'ondata di rivolte innescata dall'uccisione di un adolescente da parte della polizia.

Le parole di Valls

A detta dell'ex premier socialista e ministro dell'Interno francese, dunque, il problema principale, il nodo della questione, non sarebbe tanto economico quanto socio-culturale. Nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Valls ha ammesso che nelle banlieue "si sono concentrati gli immigrati e i loro discendenti, essenzialmente di origine africana". "Parte di loro non si sono integrati, non si sono assimilati, non amano la Francia, le sue istituzioni, i suoi simboli", ha aggiunto l'ex braccio destro di Emmanuel Macron.

Secondo Valls non sarebbe corretto collegare le recenti violenze al tema di povertà: "È stato speso molto denaro, in quei quartieri. Nanterre non è una città povera. Il lavoro c'è". Piuttosto "sono crollate le grandi istituzioni politiche, il partito comunista, la chiesa, i sindacati, le grandi associazioni. Anche i sindaci non hanno più la forza che avevano vent'anni fa", ha affermato. "E l'Islam ha preso un ruolo importante, forse eccessivo", ha proseguito, sottolineando come la religione islamica sia riuscita a radicarsi in un terreno fertile.

La crisi della Francia

Accanto all'islam e alle questioni sociali, Valls ha tuttavia fatto riferimento alle leggi presenti in Francia e alla crisi istituzionale che sta attraversando Parigi. In merito al primo punto, la legge del 2017 che allargherebbe i casi in cui un poliziotto può sparare non va cambiata "perché si è limitata ad allineare le regole per la polizia a quelle all'epoca già in vigore per i gendarmi", ha spiegato l'ex premier.

"L'abbiamo preparata e votata noi della sinistra rispondendo alle richieste dei poliziotti spesso minacciati da auto che non si fermano all'alt", ha ribadito, riferendosi alla medesima legge. Per quanto riguarda l'agente che ha sparato il colpo che ha ucciso un ragazzo durante un controllo del traffico "è stato subito incriminato e incarcerato", ha proseguito.

Società violenta

Valls ha quindi fatto sapere che è necessario far lavorare la giustizia. "La morte di un ragazzo di 17 anni è un dramma. Ma quel minorenne non avrebbe dovuto trovarsi alla guida dell'auto, e non era la prima volta che guidava senza patente. Ora bisogna lasciare lavorare la giustizia", ha dichiarato.

"È vero – ha concluso ancora lo stesso Valls - c'è violenza nella società francese, forse più che altrove in Europa. La Francia è un Paese giacobino, verticale, dove lo Stato è molto forte.

La crisi dell'autorità dello Stato porta a rimettere tutto in discussione". Sorge tuttavia una domanda: come farà Parigi per uscire da questo oblio?

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