Politica internazionale

Ayaan Hirsi Ali combatte la legge del gregge che avvelena l'Occidente

Se non fossimo il bizzarro Paese in cui si pretende in tutta serietà che Michela Murgia sia stata una grande intellettuale, Ayaan Hirsi Ali dovrebbe essere non solo conosciuta da tutti, ma considerata un'eroina

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Se non fossimo il bizzarro Paese in cui si pretende in tutta serietà che Michela Murgia sia stata una grande intellettuale, Ayaan Hirsi Ali dovrebbe essere non solo conosciuta da tutti, ma considerata un'eroina. Ma siamo appunto quel Paese lì, e il nome di questa donna coraggiosa e brillante ha purtroppo subito l'immeritata maledizione dell'oblio.

Nata in Somalia nel 1969, sottoposta alla barbarica pratica islamica dell'infibulazione all'età di cinque anni, costretta nel '91 dal padre (un potente signore della guerra) a un matrimonio combinato, approfitta di uno scalo aereo in Europa per fuggire. Ottiene asilo politico in Olanda, cambia nome per proteggersi dalle vendette del clan suo e del marito, studia all'università, diventa cittadina olandese. Nel 2001, al termine di un faticoso processo di rielaborazione personale, denuncia l'oscurantismo dell'islam, che l'anno dopo abiurerà. In seguito scriverà la sceneggiatura del cortometraggio Sottomissione, che denuncia le violenze cui sono sottoposte le donne musulmane: nel 2004 Theo van Gogh, regista di quel film, viene brutalmente assassinato ad Amsterdam

e lei si rifugerà negli Stati Uniti.

Questa donna-simbolo denuncia oggi la decadenza delle nostre istituzioni democratiche, il senso di demoralizzazione e di sfiducia che pervade quello che un tempo ora non più - si chiamava popolo. E punta il dito contro la sovversione della società occidentale. Denuncia un lavoro scientifico, già rivelato negli anni Ottanta dall'ex agente del Kgb, poi rifugiato in Canada, Yuri Bezmenov. Un complesso modello basato su quattro fasi (demoralizzazione, destabilizzazione, crisi e normalizzazione) che in 15-20 anni ha sfasciato la nostra società.

Al di là di ciò che ognuno, incluso chi scrive, può pensare delle alternative (una società immobile nei suoi valori è condannata essa pure all'estinzione), impressiona rendersi conto di quale possa essere stata la via attraverso cui certe follie politicamente corrette in tema di genere o di razza si siano installate in Occidente come verità inconfutabili. E' un fatto, come scrive Ali, che la sovversione organizzata abusa della tolleranza delle società aperte fino a snaturarle e a far sì che i loro stessi figli si rivoltino loro contro.

Da anni ormai osserviamo con sconcerto il pensiero estremista di sinistra fuoriuscito dalle peggiori

università americane diventare mainstream. Sentiamo con incredulità professori liberali sostenere la necessità di adeguarsi al nuovo bon ton del nostro tempo. E invece no. Una volta che l'incredibile ha preso piede, prima che il gregge diventi legge l'unico modo per contrastarlo è rifiutarlo apertamente. Dire di no a tutti i livelli, anche a costo della rottura di rapporti con persone omologanti e arroganti. In Italia il punto di non ritorno è stato oltrepassato quando sono state approvate leggi che puniscono la libertà di espressione sulla base di presunte offese recate a terzi: col duplice risultato di tappare le bocche e arricchire fanatici avvocaticchi specializzati. Ben venga la denuncia di Ayaan Hirsi Ali, che esorta a capire e a reagire.

Persone come lei e come la celebre scrittrice Joanne Rowling, che rischia un processo in Scozia per aver detto che soltanto le donne sono donne, sono degli esempi da seguire.

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