Cronaca locale

Il fumo, la maxi evasione, i 4 agenti intossicati: cosa è successo nel carcere di Milano

Nel giorno di Natale sette detenuti, tre dei quali maggiorenni, sono riusciti a fuggire dalla casa circondariale e, poco dopo, altri reclusi hanno appiccato le fiamme all'interno della struttura

Il fumo, la maxi evasione, i 4 agenti intossicati: cosa è successo nel carcere di Milano

La sommossa di ieri sera avvenuta nell’Istituto minorile Beccaria di Milano poteva costare caro a quattro agenti della polizia penitenziaria. I secondini sono stati trasferiti in ospedale dopo essere rimasti intossicati dal fumo causato dalle fiamme appiccate nelle celle da alcuni detenuti. Come riportato da Il Giornale.it, prima della confusione generale sette reclusi erano riusciti a evadere, anche se due di loro sono stati già acciuffati. Gli agenti feriti hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni e sono ricoverati in diversi reparti dell’ospedale San Carlo. Dal nosocomio sono giunte notizie confortanti dato che nessuno dei poliziotti versa in gravi condizioni. L’intervento del 118 è stato celere con l’arrivo della casa circondariale di cinque ambulanze e altri due mezzi sanitari.

La vicenda

La ribellione è cominciata nel pomeriggio di ieri. Nel giorno di Natale sette detenuti, tre dei quali maggiorenni, sono riusciti a fuggire dal carcere e, poco dopo, altri reclusi hanno appiccato le fiamme all'interno della struttura rendendo inagibili quattro celle. Due dei fuggitivi sono stati rintracciati e ripresi nel giro di poche ore, mentre un terzo si è costituto alla polizia. Il detenuto sarebbe stato convinto a tornare in carcere dai familiari. Per gli altri quattro sono tuttora in corso le ricerche. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbero approfittato dei lavori in corso da tempo per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta. Successivamente, alcuni dei detenuti hanno inscenato una plateale protesta appiccando il fuoco ad alcuni materassi e rendendo necessario l'intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco. In tarda serata la calma è stata ristabilita. Stamattina, nel capoluogo lombardo, sono attesi i vertici del Dipartimento della giustizia minorile di via Arenula, chiamati a capire che cosa non abbia funzionato. Inevitabili sono esplose le polemiche."Ci sarò oggi per incontrare il direttore - ha annunciato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini - per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti". I sindacati di polizia penitenziaria, intanto, puntano l'indice contro le carenze di organico.

La reazione dei sindacati

È dura la protesta dell’organizzazione sindacale autonoma Sappe, che parla di “evasione annunciata”. Donato Capece, segretario generale ha dichiarato: “La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria del Beccaria. Da molto, troppo tempo – ha aggiunto – arrivano segnali preoccupanti dall'universo penitenziario minorile”. Il Sappe chiede una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Uilpa Gennarino De Fazio che ha commentato:“Il Beccaria è destinato a contenere ragazzi ​- che poi tanto ragazzi non sono visto che la loro età può spingersi fino a 25 anni - evidentemente non di minore spessore delinquenziale rispetto agli adulti.

Servono riforme complessive che passino dalla reingegnerizzazione del sistema d'esecuzione penale e dalla riorganizzazione del dipartimento per la giustizia minorile”.

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