Cronache

Ecco come hanno ridotto il carcere di Bologna

I danni non si contano nell'istituto di pena del capoluogo emiliano come nelle altre città

Ecco come hanno ridotto il carcere di Bologna

Gli uffici sottosopra, i macchinari dell'infermeria andati completamente distrutti. Sono le immagini del carcere di Bologna devastato dai detenuti.

I video, diffusi dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, mostrano un istituto di pena completamente distrutto. Come sappiamo non è il solo, quello del capoluogo emiliano, che conta i danni e per questo il sindacato degli agenti di custodia scrivono in una nota "i danni agli istituti penitenziari costringeranno ad un riposizionamento dei detenuti.".

Sono ventisette in tutto gli istituti penitenziari in cui si sono avute le proteste dopo lo scoppio dell'epidemia del Coronavirus. Paura di essere contagiati da un lato e ribellione alla decisione di sospendere le visite dei famigliari dei detenuti per evitare la diffusione del Covid-19.

Intanto, si sono concluse nella serata di ieri le ultime manifestazioni di protesta nelle carceri che erano in corso a Trapani e a Foggia. Secondo quanto rende noto il ministero della Giustizia oggi non si registrano disordini in nessun istituto, ma solo sporadici episodi di battitura delle inferriate e di rifiuto del vitto da parte dei detenuti. Un detenuto che ha partecipato alla rivolta di due giorni fa nel carcere di Rieti è stato urgentemente trasportato nella notte presso l'ospedale cittadino 'San Camillo De Lellis' per "intossicazione da psicofarmaci (benzodiazepine)". Le circa 100mila mascherine che arriveranno negli istituti penitenziari sono in fase di smistamento ai provveditorati e saranno così distribuite: cinquemila e ottocento al provveditorato di Bari, settemila a Bologna, tremilacinquecento a Cagliari, quattromila a Catanzaro, ottomila a Firenze, diecimilaottocento a Milano, diecimila a Napoli, seimiladuecento a Padova, novemilacinquecento a Palermo, quattordicimilacinquecento a Roma e diecimiladuecento a Torino.

"Nelle carceri comandano i detenuti" scrive Federico Pilagatti, uno dei responsabili del Sappe. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, fa sapere in una nota: " Noi della polizia penitenziaria siamo stanchi di tutta questa situazione, ma sono mesi che stiamo aspettando che questo ministro ci convochi (il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede), i vertici stanno adottando una politica fallimentare, per questo io li invito a rassegnare le dimissioni e a fare dell’altro. Mi auguro di no, ma anche altri istituti seguiranno su questa scia per portare avanti questo modo di operare, il loro obbiettivo era quello di ottenere l’indulto. Il danno per i detenuti è enorme perché si allontanano dai loro parenti.

".

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