Cronache

Isis, espulsa una militante albanese che aiutò la jihadista Fatima

Firmato dal Viminale il decreto di espulsione per Arta Kacabuni, albanese 44enne in Italia dal 2003, che reclutava altre donne da inviare in Siria. Contribuì inoltre alla radicalizzazione di Maria Giulia Sergio (Fatima), prima di venire arrestata nel 2015 ed essere condannata per terrorismo internazionale

Isis, espulsa una militante albanese che aiutò la jihadista Fatima

Espulsa ieri dall’Italia una militante dell’Isis che da tempo si occupava di reclutare altre donne disposte a servire lo Stato Islamico ed a raggiungere la Siria, dove si combatte la guerra contro i cosiddetti “infedeli”.

Si tratta di Arta Kacabuni, conosciuta anche con il nome di Anila, una 44enne di nazionalità albananese insediatasi nel nostro Paese dal lontano 2003 e residente nella provincia di Grosseto.

Stando a quanto dichiarato dagli inquirenti, la donna agiva con la collaborazione del fratello, finito in manette e già espulso lo scorso mese di maggio. Insieme i due si occupavano di rinfoltire le fila dei soldati dell’Isis. Questo quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla digos di Milano e da quella di Grosseto, conlcuse nel luglio 2015 con l’arresto di 10 estremisti islamici, fra i quali compariva la 44enne albanese.

Le investigazioni condotte attorno alla figura di Kacabuni hanno inoltre fatto emergere l’importante ruolo che questa aveva avuto nel plasmare la mente di Maria Giulia Sergio, ormai conosciuta come Fatima. Kacabuni contribuì infatti nel processo di radicalizzazione della ragazza, ed organizzò il suo matrimonio con Aldo Kobuzi, del quale era zia, prima di aiutare la coppia a raggiungere la Siria.

Una volta sistemata Fatima, l’albanese si è poi occupata di “instradare” altre donne.

Arrestata dunque nell’estate 2015, Kacabuni passò dai domiciliari al carcere nell’agosto 2017 dato che, ben lungi dall’essere pentita, continuava ad incontrare nella sua abitazione di Grosseto parecchi personaggi sospetti. Nell’aprile di quest’anno, la donna è stata condannata in primo grado a 3 anni e 8 mesi dal tribunale di Milano per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo. Tuttavia, proprio a causa della sua estrema pericolosità, il Viminale ha determinato l’immediata espulsione dal nostro territorio nazionale.

Arta Kacabuni “ha un’impostazione ideologica assolutamente radicale, di completa adesione ai ‘principi’ dello Stato islamico”, dichiarano infatti gli stessi magistrati, come riporta “La Nazione”.

Esemplare in tal senso la telefonata con Marianna Sergio, sorella di Fatima, durante la quale le due donne avevano commentato la strage di Charlie Hebdo (7 gennaio 2015). “Hanno fatto bene, come no...

che Allah li ricompensi”, aveva detto allora l'albanese.

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