Scena del crimine

Quei bambini sospesi nel nulla

Nel 2020 sono stati denunciati 7.672 minori scomparsi. Accanto a nomi noti, come quello di Denise Pipitone e Madeleine McCann, ci sono migliaia bambini spariti nel nulla. Ma come si può agire in caso di scomparsa?

Quei bambini sospesi nel nulla: cosa fare in caso di scomparsa di un minore

Angela Celentano, Mauro Romano, Denise Pipitone e Maddie McCann. Sono solo alcuni dei nomi delle migliaia di minori scomparsi nell'ultimo ventennio e dei quali, ancora oggi, si cercano le tracce. Volti più o meno noti alle cronache, che restano sospesi nel tempo dell'infanzia rubata, immortalati in una foto a colori destinata alla pagine grigie dei quotidiani di tutto il mondo. Il fenomeno, dal 1974 alla fine del 2020, conta 136.884 denunce relative a bambini e adolescenti in Italia. "È un fenomeno che deve essere monitorato e attenzionato ma non bisogna creare allarme sociale. Ogni scomparsa è un caso a sé, dietro ogni minore scomparso c'è una storia diversa", ha precisato al Giornale.it il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse Silvana Riccio. Ma cosa fare in caso di scomparsa? A chi chiedere aiuto per affrontare la situazione? E come agire quando ci si accorge che un bambino o un adolescente è sparito?

Il misterioso caso di Emanuela Orlandi

In Italia il primo caso di scomparsa a suscitare l'interesse dei media è quello di Emanuela Orlandi, la quindicenne romana "sparita" in circostanze mai chiarite la sera del 22 giugno 1983. Quel giorno, pressappoco alle ore 16, Emanuela si reca alla scuola di musica in piazza Apollinare a Roma, dove prende lezioni di flauto traverso. Attorno alle ore 18.45, con dieci minuti di anticipo rispetto al solito, lascia l'aula. Da una cabina telefonica poco distante dall'accademia telefona a sua sorella Federica, per informarla che avrebbe rincasato a ridosso dell'ora di cena per via di un ritardo dei mezzi di trasporto. Nel corso della breve conversazione racconta di aver ricevuto un'offerta di lavoro da uno sconosciuto, che le avrebbe proposto circa 370mila lire per un'attività di volantinaggio durante una sfilata nell'atelier delle sorelle Fontana, firme dell'alta moda sartoriale. Federica le suggerisce di declinare l'invito, suggerendole di parlarne poi al rientro coi genitori. Attorno alle 19.30 Emanuela raggiunge la fermata di corso Rinascimento insieme a due compagne di corso, Maria Grazia e Raffaella. Le ragazze salgono sull'autobus, Lellè (come era solita chiamarla sua madre) dice loro di attendere quello successivo preferendo evitare la calca. Secondo un'altra versione invece, la quindicenne avrebbe confidato all'amica Raffaella di dover aspettare l'uomo che le avrebbe proposto l'impiego part-time. Poi,si sarebbe fermata a parlare con una donna dalla chioma bionda e riccioluta, forse un'altra compagna di corso. Fatto sta che, da quel momento, Emanuela sparisce nel nulla.

Trentotto anni dopo la vicenda è avvolta ancora da una coltre di mistero, al di sotto del quale si cela una fitta e intricata trama di indagini che coinvolgono perfino il Vaticano. Nel 2019 l'ultima, inquietante segnalazione sul presunto ritrovamento dei resti di Emanuela. In una lettera anonima inviata all'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, qualcuno avrebbe detto di cercare la salma della ragazza "dove indica l'angelo", una statua posta al di sopra di due loculi all'interno del Cimitero Teutonico. Ma gli accertamenti sui reperti ossei rinvenuti durante il sopralluogo presso il camposanto dei Teutoni hanno mandato in frantumi l'ennesimo tentativo di stabilire la verità su una delle storie di scomparsa più misteriose di tutti i tempi. Cosa è successo davvero a Emanuela?

Angela, Maddie e Denise

È il 10 agosto 1996 quando i telegiornali della sera aprono con la notizia di una bimba misteriosamente scomparsa nel Napoletano. Si tratta di Angela Celentano, 4 anni appena, svanita nel nulla durante una gita in famiglia organizzata dalla comunità evangelica locale sul Monte Faito, a Vico Equense, in provincia di Napoli. A lanciare l'allarme, pressappoco alle ore 12 di quel giorno, sono Maria e Catello, i genitori della bambina. Sul posto intervengono dapprima le Forze dell'Ordine, poi i militari dell'esercito, un gruppo di speleologi e persino esperti rocciatori. Per 4 giorni e quattro notti, il monte viene battuto palmo a palmo ma di Angela nessuna traccia. Dopo anni di ricerche vane, il 25 maggio 2010 una sedicente Celeste Ruiz, ventenne messicana, invia una mail alla alla famiglia Celentano – con tanto di foto in allegato - sostenendo di essere Angela. Ma le verifiche condotte dalla polizia postale accerteranno, purtroppo, un macabro tentativo di depistaggio da parte di José Manuel Vazquez Valle, figliastro di un funzionario della giustizia messicana, che pare si divertisse a contattare i familiari delle persone scomparse simulando ritrovamenti con foto scaricate dai social. Il 3 marzo del 2020 la procura di Torre Annunziata ha deciso di archiviare le indagini sulla vicenda di Angela Celentano. Per Catello e Maria non ci sarà mai giustizia.

Il 1° settembre del 2004, i riflettori della cronaca nera si accendono su Mazara del Vallo. Una bimba di 4 anni, Denise Pipitone, è stata rapita da sconosciuti mentre gioca sul marciapiedi davanti casa. Le ricerche, avviate a poche ore dall'accaduto, non producono alcun riscontro per oltre un mese. Successivamente le indagini si concentrano in ambito familiare coinvolgendo la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, con l'accusa implicita di rapimento. A fare da sfondo alla tragedia c'è infatti una faida familiare, che contrappone Piera Maggio, mamma della bambina, alla famiglia di Piero Pulizzi, padre naturale di Denise. Una trama di rapporti parentali intricati che convoglia, senza mai riscontro certo, nella "pista rom". Nel corso degli anni le segnalazioni su presunti avvistamenti si sprecano. Ma l'unico ritenuto attendibile risale all'ottobre del 2004, allorquando una guardia giurata riprende col proprio cellulare una bambina, rassomigliante a Denise, in compagnia di una donna rom a Milano. Due settimane fa, il caso di Olesya Rostova ha riacceso la speranza di mamma Piera. Ma le risultanze relative al gruppo sanguigno della ragazza hanno smentito che si trattasse di Denise.

Scomparsa Denise Pipitone

La scomparsa della "piccola Maddie", di soli 3 anni, risale invece alla sera del 3 maggio 2007. La bimba si trova in vacanza a Praia Luz in Portogallo con i genitori Kate Healy McCann e Gerry McCann, entrambi medici originari di Leicester. Quella sera alle ore 20.30 circa, i coniugi McCann decidono di riunirsi con tre coppie di amici in un ristorante a 120 metri dal resort in cui alloggiano, lasciando i figli in camera a dormire. Dopo un'ora e mezza dall'inizio della cena, attorno alle ore 22, Kate torna in stanza per sincerarsi che i bambini siano tranquilli e si accorge che Maddie non è più nel suo letto. Dopo averla cercata invano nei paraggi della struttura, i coniugi McCann sono costretti a denunciarne la scomparsa alla polizia locale. Il 9 maggio 2007 l'Interpol diffonde un appello internazionale a tutti gli Stati Membri: "Madeleine Beth McCann, nata il 12 maggio 2003 a Leicester (Inghilterra), è sparita in circostanze misteriose". Lo scorso 4 giugno il caso è approdato a un nuovo punto si svolta. Il 43enne tedesco Christian Stefan Brückner, già noto alle Forze dell'Ordine per reati di stupro, sembrerebbe essere coinvolto nella vicenda. Ma sugli sviluppi delle indagini vige ancora la massima riservatezza. A oggi, Brückner resta l'unico indiziato per la scomparsa di Maddie.

Cosa fare in caso di scomparsa

Per far fronte al problema dei minori scomparsi è necessario saper agire tempestivamente e nel modo corretto, qualora ci si trovi in una situazione simile. Già nel 2012 Telefono Azzurro aveva messo a punto una guida, in cui venivano fornite le "istruzioni" da rispettare in caso di scomparsa di un bambino o di un adolescente. Anche l'Associazione Penelope, che si occupa di dare sostegno alle persone che si sono ritrovate "nel limbo della scomparsa di un proprio parente o amico", fornisce indicazioni in merito. Fondamentali sono le prime ore successive alla sparizione, quando è bene vengano avviate le primissime ricerche, cercando di ricostruire gli ultimi momenti di attività del minore, facendosi aiutare anche dalle persone presenti sul luogo o contattando gli amici. Se si tratta di un bimbo piccolo, potrebbe essere utile controllare tutti i luoghi in cui il bambino possa essere andato a giocare o essersi addormentato e, in ogni caso, è fondamentale contattare immediatamente le forze dell'ordine, chiamando il numero unico di emergenza 112 o recandosi all'ufficio più vicino per denunciare la scomparsa del minore. Infatti per sporgere denuncia non è necessario attendere 24 ore. "La prima cosa da fare in caso di scomparsa è avvertire le Fforze dell'ordine - precisa il commissario Silvana Riccio - Più la denuncia è tempestiva, maggiore sarà la possibilità di ritrovamento. Ed è molto importante che chi sporge denuncia fornisca informazioni dettagliate del minore e, più in generale, della persona di cui si sono perse le tracce. Le ore successive alla scomparsa sono fondamentali per l'attività info-investigativa delle Forze di Polizia. Per questo motivo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, che la tempestività è fondamentale".

Minori scomparsi infografica

Chi denuncia l'avvenuta sparizione deve quindi fornire indicazioni dettagliate sul minore, descrivendo sia caratteristiche fisiche, come il colore degli occhi e di capelli, l'altezza e il peso, che l'abbigliamento che il bambino o l'adolescente indossava al momento della scomparsa. Per rendere le informazioni più dettagliate possibile vengono usate delle Schede ante mortem su cui vengono annotate tutte le informazioni, dai connotati ai segni particolari, fino agli indumenti indossati e altri elementi utili al ritrovamento e all'identificazione. È fondamentale anche fornire foto chiare e recenti, di modo che chi non conosce il minore possa riconoscerlo facilmente in caso di avvistamento. Un altro passo importante al momento della denuncia è il racconto dei luoghi frequentati dal ragazzo e la comunicazione di amici e conoscenti o di chiunque possa fornire informazioni utili alla ricerca. A questo scopo è bene ricostruire anche le circostanze relative alla scomparsa, riferendo l'ultimo avvistamento noto ed eventuali strani comportamenti notati nei giorni precedenti.

Tutti questi passi sono fondamentali per l'inizio delle ricerche da parte delle forze dell'ordine e prima si agisce, più alte saranno le possibilità di ritrovare il minore scomparso. Sia in fase di emergenza che nelle successive è possibile rivolgersi al Servizio Bambini Scomparsi, telefonando al 116000, per riferire l'accaduto ma anche per gestire i difficili momenti successivi e ricevere supporto emotivo. In caso il minore faccia ritorno, bisogna informare le forze dell'ordine tempestivamente e se il bambino o l'adolescente viene ritrovato, è necessario rimuovere le foto e gli appelli dai social e ritirare la denuncia.

I dati

Quasi il 53% delle denunce di scomparsa registrate dalle forze dell'ordine dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020 riguarda i minori di 18 anni. A rivelarlo è la XXIV Relazione annuale sulle persone scomparse, effettuata a cura del commissario straordinario Silvana Riccio che si occupa del fenomeno. I dati, forniti dal Centro elaborazione interforze della Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, mostrano la situazione aggiornata alla fine del 2020, anno in cui sono state denunciati 7.672 casi di minori spariti. "Se da un lato è vero che i numeri relativi alle denunce di scomparsa dei minori sono importanti, dall'altro va sottolineato che abbiamo anche un'altissima percentuale di ritrovamenti - ha precisato il prefetto Riccio - Basti pensare che, a fronte delle oltre 7mila denunce di scomparsa registrate nel 2020, sono più di 3mila i minori che sono stati ritrovati". Il report mostra che nel 2020 si è registrata "una diminuzione di oltre il 9% delle denunce di scomparsa rispetto all’anno precedente", ma nel macro periodo che va dal 2007 allo scorso anno si assiste a "una crescita del fenomeno". In totale dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020 sono stati 136.884 i bambini e gli adolescenti di cui è stata denunciata la scomparsa, e tra questi di 46.417 non si ha ancora nessuna traccia.

Per la maggior parte, la scomparsa è dovuta a un allontanamento volontario (74.840) o a una fuga da un istituto o da una comunità (23.656), ma diversi risultano anche i bambini sottratti da uno dei coniugi (1.712), mentre un numero più esiguo si riferisce alle possibili vittime di un reato (217). Sembra però consolidarsi il restringimento tra il numero di scomparsi e quello dei ritrovamenti, dato che dimostra l'efficacia delle strategie messe in atto negli ultimi anni e delle campagne di informazione avviate nell'ultimo periodo. Considerando il numero totale dei minori ritrovati dal 1974 al 2020, si nota che il 43% è stato rintracciato dopo una settimana, mentre l'11% lo stesso giorno, il 12% entro un mese e il 13% entro 6 mesi.

Queste percentuali confermano la necessità di un'azione immediata da parte di chi si accorge di una scomparsa, senza sottovalutare il fenomeno e chiedendo prontamente l'aiuto delle forze dell'ordine.

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