Politica economica

Banda larga, entro 60 giorni il piano

Insediato il tavolo ministeriale. Rete Tim, Cdp e fondi pronti ai rilanci

Banda larga, entro 60 giorni il piano

Entro 60 giorni il governo formulerà la proposta per ridisegnare la strategia sulla banda ultra larga in Italia. Ieri la prima seduta, su iniziativa del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti, del gruppo di lavoro interministeriale con l'obiettivo di rilanciare il settore tlc e le infrastrutture 5G anche alla luce del Pnrr.

La partita della banda ultra larga si intreccia con il destino della rete Tim, per cui si attendono i possibili rilanci. Secondo alcune ricostruzioni l'offerta del consorzio Cdp-Macquarie potrebbe salire 20 miliardi e quella del fondo Kkr a 22. Il termine ultimo per le offerte (ancora non vincolanti) è però il 18 aprile e nessuna decisione sembra già presa. Nel frattempo Kkr lavora alle tecnicalità dell'offerta con le lettere di garanzia delle banche per il suo finanziamento: sarebbe previsto un finanziamento quinquennale suddiviso in un prestito a termine da 8,5 miliardi e un finanziamento revolving da 2 miliardi. Se il fondo deciderà di rilanciare, è probabile che andrà a gonfiare la parte equity dell'offerta. Intanto anche la cordata Cdp-Macquarie sarebbe in contatto con le banche per un finanziamento di circa 8 miliardi mentre sul fronte equity sarebbero in corso le trattative con il ministero dell'Economia.

Si avvicina anche l'assemblea del 20 aprile: gli investitori istituzionali dovrebbero trovarsi allineati quasi su tutto alle proposte del cda. Iss vorrebbe più informazioni sulla politica di remunerazione, e nelle more consiglia di votare contro.

In particolare, scrive il proxy advisor, «sollevano preoccupazioni la mancanza di informativa» sulle azioni assegnate all'ad Pietro Labriola e la «scarsa informativa fornita su bonus una tantum e indennità di fine rapporto» dei dirigenti. Iss è poi stato spiazzato da un ordine del giorno che fino all'ultimo lascia in bianco il nome del sostituto di Arnaud de Puyfontaine, il ceo di Vivendi, che si è dimesso a gennaio.

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