Economia

Le trappole sui pagamenti: cosa succede (e cosa evitare)

I timori più diffusi sono quelli di truffe e raggiri, ma anche di perdita del controllo sui propri dati e quindi di violazioni della privacy

Le trappole sui pagamenti: cosa succede (e cosa evitare)

E’ ancora in salita la strada verso la digitalizzazione dei pagamenti. Permangono diffidenze da parte di molti cittadini, che preferiscono continuare a usare il contante per transazioni di ogni tipo. I timori più diffusi sono quelli di truffe e raggiri, ma anche di perdita del controllo sui propri dati e quindi di violazioni della privacy. La percezione di sicurezza dei pagamenti digitali rimane dunque insufficiente.

L’italiano è ancora affezionato al contante

Il Rapporto Cashless 2022 di The European House-Ambrosetti evidenzia che l’Italia è in terzultima posizione in Europa per il numero di transazioni cashless pro capite con 61,5 operazioni (in lieve calo rispetto a quello dell’anno precedente che era di 61,7) prima di Romania (53) e Bulgaria (31) e ben al di sotto della media europea, che si attesta a 142. Il Paese top performer è la Danimarca, con 379 transazioni pro capite nel 2020. L’Italia si conferma un paese molto dipendente dal contante, nonostante oltre 7 cittadini su 10 vogliano utilizzare maggiormente strumenti alternativi e il 57% degli italiani ne abbia effettivamente aumentato l’utilizzo.

Ostacoli al cashless e speranze nel Pnrr

Gli ostacoli principali alla diffusione del cashless restano i timori per le frodi – nonostante le transazioni digitali vengano ritenute più sicure del contante –, i problemi nell’accettazione riscontrati l’anno scorso da almeno un italiano su quattro e lo scarso ricorso all’e-commerce delle aziende italiane. L’edizione 2022 del Rapporto introduce i dati di un sondaggio somministrato a circa 400 aziende italiane secondo cui, a fronte di un’elevata maturità digitale, il ricorso all’e-commerce rimane limitato. Solo poco più di 1 azienda su 2 (il 56,3 per cento) ha attivato canali digitali per gestire ordini e transazioni con altre aziende (e-commerce B2B), 1 su 4 (il 24,9 per cento) non ha attivato alcun canale e non sta valutando di farlo, mentre il restante 18,8 per cento, pur non avendo ancora attivato alcun canale di e- commerce B2B, sta pensando di farlo. Senza dubbio il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbe generare opportunità e positivi effetti a cascata sui pagamenti elettronici, in particolare dalle 4 aree di intervento individuate da The European House – Ambrosetti: la digitalizzazione della pubblica amministrazione; la digitalizzazione del turismo; il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale; la digitalizzazione della sanità.

Come pagare on-line senza rischi

Secondo una indagine Kaspersky, l’82% degli italiani è disposto addirittura a condividere i propri dati personali in cambio di grandi sconti on-line, e questo dimostra quanto sia ancora poca la consapevolezza dell’importanza di proteggere i propri dati.

Tra le cautele da adottare per effettuare pagamenti digitali riducendo al minimo i rischi, Kaspersky suggerisce: inserire i dettagli del conto o della carta di credito solo su pagine web con il simbolo del lucchetto nel browser e in cui l’indirizzo web è cambiato da http a https, che indica una connessione sicura; accedere al conto o effettuare una transazione da una rete wireless protetta; utilizzare una combinazione di lettere e numeri quando si sceglie la password per evitarne la facile identificazione; ricordare che la firma elettronica dei documenti agevola la gestione ed è uno strumento molto utile; se si riceve una chiamata, un’e- mail o un sms dalla banca, non comunicare mai dettagli personali, se non dopo aver contattato direttamente la banca per verificare l’autenticità della comunicazione; non dimenticare che il computer e gli altri device necessitano di un buon software di protezione per difendersi da programmi dannosi e cyberattacchi.

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