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Unicredit affianca Intesa. Scommessa Mediobanca

Le due big appaiate per capitalizzazione. Balzi in Borsa su voci di riposizionamento della Galassia. Faro Consob

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Il dominus pro tempore di Mediobanca, l'amministratore delegato Alberto Nagel, prova ad allargare il perimetro del patto di consultazione e lascia intendere che il riposizionamento non è finito; il Foglio rilancia voci ricorrenti di riassetto della vecchia Galassia del Nord con Unicredit che, al comando di un Andrea Orcel (in foto) sempre più motivato, si lancia all'assalto di Mediobanca con obiettivo finale il controllo di Generali; ai margini delle grandi manovre, altre voci si rincorrono sulle nuove convinzioni di Giuseppe Castagna, ceo di Banco Bpm, sulla convenienza di una aggregazione con Mps, qualora il Tesoro decida di uscire del tutto dal capitale dell'istituto senese; d'altra parte Carlo Cimbri, dominus del Gruppo Unipol, anch'egli forse disponibile a una aggregazione con Mps a condizione che lo Stato ceda il passo completamente, avverte eventuali malintenzionati che avessero messo gli occhi su Bper e Popolare Sondrio di avere pronto un suo «wathever it takes» da lanciare contro, si presume forte di una alleanza con Intesa Sanpaolo. E potremmo continuare a lungo con le combinazioni ipotizzate nell'ultima settimana, dentro e fuori Piazza Affari, perché in Italia il risiko bancario è lungi dall'essere compiuto. Ma ieri sono bastate le scintille sussurrate dalla stampa per scatenare gli animi più aggressivi di Piazza Affari a caccia dei titoli in cartellone.

Così, sebbene sia arduo immaginare una scalata ostile a Mediobanca senza il consenso dei principali azionisti - Delfin, gruppo Caltagirone e alleati vari - il titolo di Piazzetta Cuccia è schizzato del 5,2% a un soffio da 13 euro (11 miliardi di valore di Borsa); a sua volta Generali ha guadagnato il 3,2% a quota 22,14 euro (33,4 miliardi); Banco Bpm, forte anche di un report di Merrill Lynch che ne suggerisce l'acquisto, è balzato del 5,4% a 5,46 euro (8,3 miliardi); Bper è invece cresciuta del 2,1% a 3,69 euro (5,2 miliardi); infine Monte Paschi, dopo le volate delle ultime settimane, ieri ha guadagnato il 2,1% a 3,74 euro (4,7 miliardi).

Di là dell'effervescenza provocata dalle voci e dagli auspici, c'è però un'annotazione che merita di essere sottolineata, perché riguarda i due colossi nazionali, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che da un paio di settimane si stanno inseguendo per il primato della capitalizzazione di Borsa. Il primo, guidato da Carlo Messina e ispirato a una crescita che non lesina attenzioni a tutti gli stakeholders ma che premia il rafforzamento patrimoniale, ieri ha guadagnato l'1,4% a 2,94 euro fissando a 53,7 miliardi il valore totale dell'istituto. Il secondo, cresciuto a ritmi mai conosciuti prima sotto la guida di Orcel, che predilige una gestione più energica di valorizzazione del titolo, ha guadagnato l'1,8% a 31,01 euro toccando quota 53,1 miliardi. Dunque, la distanza tra i due competitor è ormai strettissima, tanto da far prevedere un sorpasso nelle prossime ore. D'altro canto, se l'obiettivo di Orcel è accrescere la massa critica di Unicredit attraverso qualche importante acquisizione, più il titolo è apprezzato e più facilmente avrà la possibilità di realizzare aggregazioni win-win.

Il punto è capire in quale direzione dirigerà la prua. E comunque è presumibile che sull'eventuale sorpasso nasceranno altre narrazioni, sulle quali la speculazione più dinamica danzerà come da tradizione.

Ciò spiega perchè ieri la Consob, onde evitare entusiami che sconfinano nella manipolazione, ha acceso un faro sul settore.

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