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Colpo di Stato in Thailandia. La giunta sospende la Costituzione

Le forze militari hanno annunciato il golpe e il fallimento del tentativo di mediazione tra le parti politiche

Soldati thailandesi a guardia dell'Army Club a Bangkok
Soldati thailandesi a guardia dell'Army Club a Bangkok

Due giorni dopo l'introduzione della legge marziale in Thailandia, le forze armate guidate dal generale Prayuth Chan-Ocha sono tornate a farsi sentire, annunciando questa volta un colpo di Stato.

I militari, già dispiegati per le strade di Bangkok, avevano in un primo momento negato di voler ribaltare il governo di transizione e giustificato le proprie azioni con una vecchia legge, che consente in casi estremi all'esercito di farsi avanti.

Oggi il generale Prayuth, dopo avere visto i principali schieramenti politici thailandesi, ha annunciato che assumerà il controllo del Paese, comunicando il fallimento degli sforzi di riconciliazione tra le parti. La giunta militare ha poi sospeso la Costituzione, pur dicendo di voler mantenere in attività tribunali e Senato.

L'esercito ha imposto un coprifuoco dalle dieci di sera alle cinque del mattino, valido tanto per i residenti, quanto per i turisti, fatta eccezione per chi arrivi o riparta dalla Thailandia nelle ore notturne o di prima mattina.

Le forze armate avrebbero preso in consegna i leader politici. Proibite le riunioni a cui partecipano più di cinque persone.

Gli scontri tra le forze che sostengono l'ex premier Thaksin Shinawatra e i loro oppositori hanno causato in Thailandia almeno 28 morti da novembre. La sorella dell'ex leader, Yingluck Shinawatra, è stata deposta a maggio, giudicata colpevole di abuso di potere. Thaksin fu cacciato da un golpe nel 2006, accusato di corruzione.

Dal 1932, anno in cui il Paese è diventata una monarchia costituzionale, sono dodici i colpi di Stato realizzati, quasi venti se si considerano i tentativi finiti male. Le "camicie rosse", fedeli a Shinawatra hanno annunciato rappresaglie contro il golpe

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