Europa

L'Ue approva le norme contro la violenza sulle donne: M5s e Pd votano contro

Il parlamento Ue ha approvato con larghissima maggioranza la prima normativa sulla lotta alla violenza contro le donne. Sono stati 27 i contrari, per lo più provenienti da Pd e M5s

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Il parlamento europeo ha approvato, con 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astensioni, la prima normativa dell'Unione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Con questa direttiva si chiedono leggi più severe anche per contrastare la violenza informatica, una maggiore assistenza per le vittime e un impegno più concreto per la prevenzione degli stupri. Con questa direttiva vengono vietate le mutilazioni genitali e qualunque forzatura della volontà della donna per per i matrimoni combinati. Ma sono state introdotte anche linee guida per i reati commessi online, come la divulgazione di informazioni private e il cyberflashing.

Tutti i partiti italiani hanno votato a favore, eccezion fatta per il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, che hanno deciso di votare contro. "Francamente trovo sconcertante il voto contrario di PD e 5stelle sulla direttiva per contrastare la violenza sulle donne, specie in ambito domestico", ha dichiarato l’eurodeputato Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia. "Un atteggiamento privo di senso. Per una volta che eravamo tutti d’accordo, da destra a sinistra, compresa la relatrice socialista, gli eurodeputati di Pd e 5 Stelle scelgono il voto contrario pressoché da soli", ha proseguito l'onorevole.

In questo modo, spiega, i due partiti che in Italia guidano l'opposizione mandano un messaggio "di lontananza e disinteresse alle donne italiane ed europee. Questa direttiva consente alle donne di uscire dalla paura e prescrive norme severe contro le violenze, ma anche una adeguata assistenza sanitaria e psicologica alle vittime". Il provvedimento ha raccolto un consenso pressoché totale dell'emiciclo parlamentare "tranne i nostri 'campioni dei diritti civili'". Procaccini sottolinea che questo voto "ha un grande significato civile perché va a combattere, tra l’altro, le mutazioni genitali, i matrimoni forzati e i reati sessuali legati alle nuove tecnologie".

Ma nonostante la netta minoranza per la posizione assunta, il Movimento 5 stelle ora rivendica il suo no "con convinzione e cognizione di causa". Questo perché, a detta delle parlamentari Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, si tratta di una direttiva che "ci riporta indietro nel tempo invece che tutelarci maggiormente, e su cui il prossimo Parlamento europeo dovrà rimettere mano". A fronte del loro voto, aggiungono, "non abbiamo nulla di cui vergognarci al cospetto di chi plaude per un provvedimento che passa senza alcuna disposizione per affrontare lo stupro, niente per sanzionare le molestie sul lavoro, nulla nemmeno per quanto riguarda le pene per chi pratica le mutilazioni genitali femminili".

Sullo stesso registro le dichiarazioni di Pina Picierno, del Partito democratico: "Il testo rappresenta un'occasione persa, una mediazione al ribasso fatta ancora una volta sul corpo delle donne. A causa della miopia e dell'arroganza dei governi nazionali è stato svuotato un testo lungimirante e innovativo approvato da Parlamento e Commissione". E qggiunge: "Ho votato contro questa direttiva perchè l'unica risposta che posso dare è dire con forza e chiarezza: non in mio nome".

Ma, come è stato ben esposto, quella votata oggi è solo la prima normativa, fondamentale per mettere le basi di un impianto solido.

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