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"Sulle etichette sbaglia". Smontati i teoremi di Report sul Nutriscore

Palazzo Chigi stronca il Nutriscore: "Si fonda su algoritmi non sufficientemente trasparenti, facilmente influenzabili per interessi economici e basati su parametri valutativi inappropriati"

"Sulle etichette sbaglia". Smontati i teoremi di Report sul Nutriscore

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Prosegue il dibattito su etichette alimentari e Nutriscore, il sistema di etichettatura di alimenti e bevande noto per penalizzare le eccellenze del Made in Italy in favore del cibo spazzatura. Già adottato in diversi Paesi – dalla Francia al Regno Unito – il “semaforo” si basa su un algoritmo che calcola l’impatto di ogni singolo nutriente sul prodotto, non tenendo però conto di alcuni elementi fondamentali per il profilo nutrizionale. Nella puntata di lunedì Report ha acceso i riflettori sulla contrarietà dell’Italia, parlando di “conflitti d’interesse e timori corporativi”, senza dimenticare la “lotta tra lobby e comitato scientifico”.

Un servizio mirato a santificare il Nutriscore ideato dal professore francese Serge Hercberg, con qualche imprecisione di troppo. Secondo quanto affermato da Report, tra i tanti esempi, il sistema a semaforo “non dà giudizi sulla qualità di un prodotto né lo demonizza”. In realtà non è proprio così, considerando la sua natura discriminatoria. Una visione dei sistemi di etichettatura dei prodotti alimentari “parziale e non condivisibile” anche secondo il governo, che in una nota ha tenuto a fare chiarezza: “Per questo motivo, il governo ha elaborato una proposta di sistema di etichettatura delle confezioni che mira a informare in modo appropriato il consumatore circa le caratteristiche nutrizionali del prodotto, in relazione alle esigenze della salute di ciascuno, sulla base dei dati scientifici".

Palazzo Chigi in una nota ha sottolineato che il governo – in linea con i precedenti – intende promuovere un sistema alternativo a quelli “che mirano a orientare le scelte del consumatore tramite semafori, gradazioni di colore e punteggi”: “Tali sistemi, infatti, si fondano su algoritmi non sufficientemente trasparenti, facilmente influenzabili per interessi economici e comunque basati su parametri valutativi limitati e spesso inappropriati. Inoltre, non sussistono dimostrazioni scientifiche concrete circa l'idoneità di questi sistemi a educare le abitudini alimentari dei consumatori con effetti benefici sulla loro salute”.

Sulla base di solidi dati scientifici, l’esecutivo ritiene che nessun prodotto meriti il semaforo rosso se assunto nelle quantità idonee e che tutti i prodotti dei quali si abusa possano determinare conseguenze negative sulla salute: “La complessità delle valutazioni da compiere per una dieta sana ed equilibrata non può essere ridotta a un bollino colorato: come rilevato dall'Autorità nazionale per la Concorrenza e il Mercato, l'applicazione del bollino ‘in assenza di informazioni ad esso correlate’ si tradurrebbe in una pratica commerciale ingannevole”. La nota di Palazzo Chigi in replica al servizio di Report conclude: “Per questo motivo, il Governo ritiene che il benessere e la salute nutrizionale della popolazione non debbano essere perseguiti manipolando e indirizzando le scelte di consumo, bensì ponendo a disposizione delle persone le informazioni necessarie per nutrirsi in modo informato e corretto. Proteggere la salute e la consapevolezza, non orientare i consumi.

Per ulteriori informazioni, si veda il position paper del 25 agosto 2022 pubblicato sul sito del CNBBSV - Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita".

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