Guerra in Israele

Salta la dichiarazione finale al summit de Il Cairo. Hamas e le armi chimiche

Altra notte di raid da nord a sud. L'aviazione israeliana ha colpito nuovi obiettivi di Hamas a Gaza mentre l'esercito ha colpito alcuni obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Onu: secondo convoglio con 20-30 tir forse domenica

Salta la dichiarazione finale al summit de Il Cairo. Hamas e le armi chimiche

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Raid di Israele da nord a sud: colpiti obiettivi di Hamas a Gaza e postazioni di Hezbollah in Libano | La diretta

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Israele continua la sua preparazione in vista delle operazioni di terra contro la striscia. Un portavoce delle Idf ha spiegato come le forze armate stiano preparando la "prossima fase della guerra, inclusa l'operazione di terra". Sempre secondo il portavoce in questi giorni "sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali". "Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati".

Nella notte intanto sono scattati nuovi raid aerei su Gaza. Fonti della difesa israeliana hanno confermato che nella notte l'aviazione "ha continuato ad attaccare numerosi obiettivi dell'organizzazione terroristica Hamas in tutta la Striscia di Gaza, tra cui quartier generali operativi, lanciatori anticarro e altre infrastrutture di Hamas da essa utilizzate per finalità terroristiche". Secondo il ministero degli Interni di Gaza, gli attacchi aerei israeliani al nord e al centro della Striscia hanno ucciso almeno 29 persone durante la notte, 14 delle quali a Jabalia, nel nord della Striscia.

Onu: "Pronto secondo convoglio con 20-30 tir"

Il capo della missione umanitaria delle Nazioni Unite afferma che un secondo convoglio di 20-30 camion potrebbe entrare a Gaza domenica. L’Onu e Israele stanno avendo discussioni «dure ma giuste» su come verranno ispezionati i camion. "Ho sentito questo pomeriggio - ma siamo in trattative proprio adesso - che potremmo avere un altro convoglio domani, forse anche leggermente più grande, da 20 a 30 camion", ha detto Martin Griffiths. "Dobbiamo costruire da domani un sistema di ispezione leggero, efficiente e, si spera, casuale, che non rallenti le cose", ha detto Griffiths. Griffiths ha aggiunto che è stato discusso anche un sistema per monitorare l’uso del carburante, che non è stato incluso negli aiuti consegnati oggi a Gaza. Il carburante è necessario per gli ospedali e per la fornitura di acqua.

Colpito gruppo che tentava di lanciare missili dal Libano

L'Idf, le forze di difesa israeliane, afferma di aver colpito un gruppo di terroristi che tentava dal Libano di lanciare missili verso il Nord di Israele, vicino alla città di Shlomi. Lo rende noto Tsahal sul proprio profilo 'X'. L'Idf, riferisce 'Haaretz', ha preso di mira il gruppo prima del lancio del missile.

Hamas: "Volevamo liberare altri 2 ostaggi ma Israele ha detto no". Smentita di Israele

Un portavoce del braccio armato di Hamas ha detto che il gruppo terroristico intendeva rilasciare altri due ostaggi per "ragioni umanitarie", ma che Israele avrebbe rifiutato di accoglierli. Abu Ubaida, portavoce delle Brigate Izz el-Deen al-Qassam, ha dichiarato in un breve comunicato di aver informato ieri il Qatar dell’intenzione di Hamas di rilasciare le due persone. Secca la smentita di Israele. "Non risponderemo alla propaganda menzognera di Hamas. Continueremo a fare tutto il necessario per riportare a casa tutti i rapiti e i dispersi", ha affermato l’ufficio di Netanyahu in una nota.

Miliziano di Hamas aveva chiavetta con istruzioni attacco chimico

Uno dei miliziani di Hamas rimasto ucciso nell'attacco del 7 ottobre aveva con sé una chiavetta Usb contenente istruzioni per la produzione di "un dispositivo per la dispersione di cianuro". Si legge in un documento classificato del ministero degli Esteri israeliano, ottenuto da Axios.
Il sito americano rivela, anche sulla base delle rivelazioni di due funzionari israeliani, che il ministero israeliano avrebbe inviato questo documento a decine di sue ambasciate nel mondo, compresa quella di Washington, sotto il titolo: "Le intenzioni di Hamas di usare armi chimiche".

Hezbollah: "Morti altri 3 nostri combattenti"

Il movimento sciita libanese Hezbollah affermato che altri tre suoi combattenti sono stati uccisi lungo il confine con Israele, portando a 17 il numero dei suoi miliziani morti dal 7 ottobre. Lo riferisce al Jazeera notando che in precedenza, il gruppo aveva affermato che un suo combattente era stato ucciso nella zona libanese di Hula, di fronte alla comunità israeliana di Margaliot.

Meloni a colloquio con Netanyahu

Si è svolto a Tel Aviv il faccia a faccia tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro d'Israele Benjamin Netanyahu. L'incontro è durato oltre un'ora.

Israele: "Entreremo a Gaza"

Il capo di Stato maggiore delle Idf Herzi Halevi ha confermato che le forze israeliane entreranno nella Striscia di Gaza: "Inizieremo una missione operativa e professionale per distruggere gli agenti di Hamas, le infrastrutture di Hamas, e terremo in mente anche le immagini, le scene e i caduti dello Shabbat di due settimane fa".

Salta la dichiarazione finale a Il Cairo

Secondo fonti diplomatiche di alto livello, le divergenze tra le delegazioni dei Paesi arabi e occidentali hanno fatto saltare la dichiarazione finale condivisa da tutti al summit per la pace di Il Cairo. "I rappresentanti occidentali volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas", hanno spiegato le fonti a Sky News Arabia. "Mentre si rifiutavano di condannare Israele per l'uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l'ingresso di aiuti nella Striscia".

Raffica di razzi su Israele

In mattinata, intatto, è sono tornate a suonare le sirene nel centro del Israele. Secondo quanto riporta il Times of Israel una raffica di razzi dalla Striscia di Gaza contro le zone centrali di Israele. Le località nel mirino sono state Ashkelon, Rishon Letzion, Ness Tziona e Yehud. Secondo quanto si è appreso si è attivato il sistema sistema Iron Dome.

Ucciso un leader di Hamas

L'aviazione israeliana ha eliminato un comandante militare di Hamas, Talal Al Hindi, assieme alla moglie e ad alcuni familiari durante un raid aereo nella zona centrale della Striscia di Gaza.

Raid anche in Libano

Schermaglie anche lungo il fronte nord. Nella notte, infatti, l'esercito israeliano ha condotto una serie di strike contro numerosi obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. La conferma è arrivata dalle Idf che hanno anche pubblicato un video delle operazioni. Tra gli obbiettivi nel mirino una "serie di strutture militari utilizzate da Hezbollah per esigenze operative" e un lanciamissili anticarro puntato contro Israele. "Le Idf", hanno fatto sapere fonrti militari, "sono pronte per tutti gli scenari nei vari settori e continuerà ad agire per la sicurezza dei cittadini israeliani". Le forze armate hanno anche riferito che ieri il riservista 22enne Omer Balva è rimasto ucciso in un attacco con un missile anticarro lanciato dal Libano.

Israele: "Nuovi obiettivi legittimi"

L'esercito israeliano ha comunicato che, a causa dell'uso di strutture civili da parte di Hamas, ha cambiato la definizione di ciò che costituisce un obiettivo legittimo. Una fonte militare ha spiegato che "Hamas ha cambiato una casa privata in un obiettivo legittimo. Chiunque sostenga quella casa, è un obiettivo legittimo". Lo stesso membro delle Idf ha poi commentato che le forze armate di Tel Aviv non colpiranno le zone a Gaza dove viene distribuito l'aiuto umanitario, a meno che da esse non siano lanciati razzi verso il territorio dello Stato ebraico.

Gli ultra-ortodossi si arruolano in massa

Il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari ha riferito che più di 2mila ebrei appartenenti alle comunità ultra-ortodosse si sono arruolati come volontari nelle Idf, nonostante essi normalmente evitino il servizio militare obbligatorio. Una questione, questa, che ha più volte causato divisioni nella società dello Stato ebraico.

Netanyahu contestato a Beersheva

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato duramente contestato da alcuni cittadini durante la sua visita nella città di Beersheva, sede del comando delle forze meridionali delle Idf. Al suo arrivo, uno dei manifestanti gli ha detto "questi sono gli ultimi giorni del tuo corrotto regime".

Aperto e chiuso il valico di Rafah

In mattinata, intorno alle 10 ora locale, è stato aperto per poco meno di un'ora il valico di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza. L'apertura della frontiera ha permesso il passaggio di soli 20 camion con aiuti, ha scritto la Cnn, sentendo uno stringher sul lato egiziano del confine. Ieri i convogli in attesa erano più di 50. Hamas, che controlla la Striscia, ha fatto sapere che il convoglio è composto "da mezzi che trasportano medicinali, forniture sanitarie e una quantità limitata di scorte di cibo". Subito dopo aver appreso dell'apertura una cinquantina di palestinesi con doppia cittadinanza (in particolare egiziana) hanno cercato di passare nel Sinai. Ma, scrive l'Ansa, gli uffici del terminal passeggeri del valico restano chiusi e questi civili.

Nodo ostaggi: "cauta speranza" dopo il rilascio di due americane

Rimante ancora da risolvere il nodo degli ostaggi. Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano, ha parlato con l'Ansa e raccontato che il gruppo terroristico vorrebbe chiudere il dossier degli ostaggi civili appena possibile: "Lavoriamo con tutti i mediatori per chiudere il dossier dei civili appena le condizioni di sicurezza saranno opportune".

Hamdan ha però aggiunto sibillino che la sorte degli ostaggi militari non verrà decisa finché Israele continuerà bombardare la Striscia: "La nostra posizione nei confronti dei prigionieri dell'esercito israeliano è chiara: si tratta di un possibile scambio di prigionieri, ma non ne discuteremo finchè Israele non porrà fine alla sua aggressione a Gaza e ai palestinesi".

Alcuni negoziatori hanno affermato di nutrire la cauta speranza che il rilascio di ieri delle due cittadine americane, madre e figlia, possa portare alla liberazione di altri ostaggi. "Gli israeliani sono chiari nel dire che non vogliono parlare fino a quando gli ostaggi non saranno rilasciati, quindi sarebbe meglio per Hamas rilasciarli velocemente", ha commentato un diplomatico, sottolineando che questa potrebbe essere la strada per avviare un dialogo più ampio e una mediazione.

Il vertice di pace a Il Cairo

Capi di Stato e di governo e organizzazioni internazionali si sono riuniti a Il Cairo per il vertice organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Presenti il premier italiano Giorgia Meloni, lo spagnolo Pedro Sanchez, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e l'altro rappresentante per la Politica estera europea Josep Borrell. Gli Stati Uniti hanno inviato solamente l'incaricato d'affari dell'ambasciata egiziana.

Per il mondo arabio e musulmano, presenti oltre ad al-Sisi anche il leader dell'Anp Abu Mazen, il ministro degli Esteri Turco, i re di Giordania e Bahrein Abdallah e Hamad bin Isa Al Khalifa, l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani e il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed. Invitati al summit anche Cina e Russia, rappresentanti rispettivamente da vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov e l'inviato di Pechino per il Medio Oriente, Zhai Jun.

Al termine dell'incontro, la presidenza egiziana ha rilasciato un comunicato in cui si legge che "l'Egitto manterrà sempre la sua ferma posizione a sostegno dei diritti dei palestinesi, credendo nella pace come opzione strategica e irreversibile fino a quando non si realizzerà la visione di una soluzione a due Stati, palestinese e israeliano, che vivono fianco a fianco". L'ufficio di al-Sisi, inoltre, ha sottolineato anche la necessità di una nuova visione politica, che "aprirà la strada per sbloccare un processo di pace reale e serio".

Punti condivisi anche dal presidente del consiglio Giorgia Meloni che, nel suo intervento, ha sottolineato che l'unica soluzione "è un'iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita".

Alzata l'allerta per Egitto e Giordania

Nei giorni che precedono l'offensiva contro la Striscia, Israele alza il livello di allerta a 4 per Egitto e Giordania, chiedendo ai suoi cittadini di lasciare il prima possibile i due Paesi, mentre per il Marocco l'allarme è stato portato a livello 3 ed è consigliato di evitare i viaggi non essenziali. "A causa del protrarsi della guerra, negli ultimi giorni si è constatato un ulteriore e significativo inasprimento delle proteste contro Israele in vari Paesi del mondo, con particolare attenzione ai Paesi arabi del Medio Oriente, insieme a manifestazioni di ostilità e violenza contro simboli israeliani ed ebraici", ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una nota. Sconsigliato inoltre di soggiornare in tutti i Paesi del Medio Oriente - tra cui Turchia, Emirati e Bahrein - e di viaggiare in posti come Malesia, Bangladesh, Indonesia e Maldive.

I timori di Washington: "Non attaccate il Libano"

Negli Usa, però, il timore di un allargamento del conflitto si fa sempre più forte. Fonti qualificate hanno raccontato al New York Times come sia Joe Biden che il segretario di Stato Usa Antony Blinken abbiano "privatamente" esortato Israele ad evitare attacchi pesanti contro Hezbollah. Il governo Usa teme che una parte dei falchi del gabinetto di guerra israeliano voglia spingere per un blitz preventivo contro le milizie sciite nel sud del Libano, una mossa che rischia di trascinare in guerra sia Stati Uniti che Iran.

Un governo ad interim per Gaza

In attesa che inzino le operazioni di terra contro la Striscia, Usa e Israele valutano i piani per il dopoguerra. Secondo fonti diplomatiche Usa, sentite da Bloomberg, i due paesi valutano tutti gli scenari. Tra questi anche l'installazione di un governo provvisorio sostenuto dall'Onu e con il coinvolgimento dei governi arabi. Secondo quanto ha appreso il media americano le discussioni sono solo in una fase inziale e ovviamente sono vincolate agli esiti dell'offensiva di Tel Aviv.

Oltre 500 razzi di Hamas e Jihad Islamica caduti sulla striscia

Daniel Hagari, portavoce dell'esercito israeliano ha fatto sapere che "più di 550 razzi lanciati da Hamas e dalla Jihad islamica palestinese sono falliti, uccidendo civili innocenti a Gaza. Stanno uccidendo i loro stessi civili".

Martedì scorso, un'esplosione ha scosso l'ospedale Al-Ahli a Gaza City: Hamas ha accusato gli israeliani di averlo colpito ma secondo le forze armate dello Stato ebraico, e rilevazioni successive si è trattato di un razzo sparato dalla Jihad Islamica che è caduto dentro la Striscia.

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