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Dall'estate militante alla primavera di fuoco: le quattro stagioni di Elly Schlein

Dopo il flop dell'estate militante, la leader Pd annuncia un autunno di mobilitazione nelle piazze. Il temibile inverno delle grandi decisioni lascerà poi spazio alla rovente primavera elettorale

Dall'estate militante alla primavera di fuoco: le quattro stagioni di Elly Schlein

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Dall'estate militante alla primavera di fuoco: le quattro stagioni di Elly Schlein

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Sinfonia progressista. Dopo le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, arrivano quelle di Elly Schlein. A differenza del celebre compositore veneziano, tuttavia, la leader Pd si appresta a dirigere uno spartito ormai privo di ogni brio. Ripetitivo come lo è un disco rotto. Salario minimo, diritti arcobaleno, ambientalismo d'élite e tasse sui patrimoni: l'orchestra dem ha già iniziato ad accordare gli strumenti (della propaganda politica) in vista del concerto dei prossimi mesi. La segreteria di partito, infatti, ha in mente una strategia d'azione lunga un anno intero, iniziata già nei mesi scorsi con la cosiddetta "estate militante" e destinata a concludersi con la primavera calda delle elezioni europee. Poi chissà.

L'estate militante flop

Quattro stagioni per salvare una leadership ancora in rampa di lancio e per tenere assieme i pezzi di un Pd in cerca di un'identità più definita: la sfida che attende Elly Schlein non è certo delle più facili. Già nei mesi scorsi il segretario dem aveva non a caso cercato di motivare i militanti progressisti annunciando una "estate militante" su diritto alla casa, salario minimo ed Europa. In realtà tutta quell'esuberanza non s'è poi vista e la stagione balneare dei dem è trascorsa tra salamelle grigliate alle feste dell'Unità e banchetti per la raccolta firme. Miseramente fallito il tentativo di superare le frizioni inerne al partito, come si è potuto evincere dalle bacchettate - riportare dal Foglio - di Nicola Zingaretti a Elly Schlein. "Con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento...". Per non parlare dei malumori captati a più riprese nell'area riformista e cattolica del Pd.

L'autunno in piazza

Dopo il flop dell'estate militante, Schlein è passata alla stagione successiva, promettendo un autunno di manifestazioni progressiste in piazza. "Ci attende un autunno di impegni e partecipazione, il Pd è pronto a scendere in piazza per una grande mobilitazione nazionale", ha esclamato la deputata dal palco della festa dell'Unità di Ravenna. Anche in questo caso, facile immaginare l'obiettivo dell'operazione: quello di suscitare un minimo di fervore nella base dem a colpi di slogan anti-governativi. Al contempo, la leader dei democrats nostrani ha rinnovato il proprio auspicio per una collaborazione con le altre forze di sinistra. Ovvero, per un'ammucchiata rossa (con tanto di Cgil al seguito) che ostacoli l'azione dell'esecutivo. Al di là dei ripetuti appelli in tal senso, infatti, Pd e Cinque Stelle non sono ancora riusciti a definire il sodalizio progressista da tempo paventato ma anche osteggiato da molti nello stesso Partito Democratico.

L'inverno delle grandi decisioni

Passato l'autunno delle mobilitazioni, arriverà il rigido inverno dei nodi da sciogliere: il primis, il tema delle candidature alle europee che già sta agitando il Pd. La fronda bonacciniana è infatti pronta a dare battaglia affinché le liste rappresentino tutte le anime del partito e non siano monopolizzate solo da esponenti ultraprogressisti vicini alla Schlein. Quest'ultima, da parte sua, sta valutando nomi e sondando disponibilità, con la consapevolezza di dover prestare massima attenzione alle proprie decisioni. Sulle europee, infatti, Elly si gioca tutto (o quasi). Se alle urne il Pd dovesse scendere sotto il 20%, la segreteria finirebbe sotto processo e si inizierebbe già a parlare di cambio di leadership.

La primavera elettorale

In tal senso i rigori dell'inverno lasceranno presto spazio alle temperature roventi della primavera elettorale, quando - dopo tanta retorica propagandistica - la parola passerà finalmente agli elettori.

Ammesso e non concesso che le mobilitazioni autunnali piddine riscuotano interesse, il rischio è che in primavera si concretizzi il vecchio e temibilissimo detto: piazze piene, urne vuote. In quel caso, lo spartito eseguito dall'orchestra Pd cambierebbe di colpo. De profundis in sol minore.

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