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Famiglia, proprietà, libertà: il viaggio della Costituzione da Roma a La Pira

Roma, un modello della Costituzione italiana: Giuseppe Valditara ne scrive nel suo ultimo libro, presentato ieri in Rizzoli

Famiglia, proprietà, libertà: il viaggio della Costituzione da Roma a La Pira

Roma è l'antenata ideale dell'Italia odierna, ma ha anche plasmato la nostra Carta Costituzionale nata dal grande compromesso tra cultura cattolico-democratica e social-comunista dopo la Seconda guerra mondiale. La Costituzione, che aprì la fase di maggior sviluppo e prosperità dell'Italia unita, non poteva non guardare all'esperienza di Roma. L'attuale Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ne ha parlato ieri, alla Rizzoli della Galleria Vittorio Emanuele II, presentando il suo libro Alle radici romane della Costituzione, edito da Guerini e Associati. Con il Ministro e accademico, già docente di Diritto Romano all'Università di Torino, sono intervenuti l'ex collega nel medesimo ateneo, Anna Poggi, docente di Diritto Costituzionale, e Giovanni Orsina, direttore della School of Government della Luiss Guido Carli di Roma. A moderare la presentazione il caporedattore de IlGiornale.it Andrea Indini.

Roma madrina della Costituzione italiana; Roma centro propulsore di un'identità costituzionale che vede il cittadino messo al centro dell'agire pubblico e corpi intermedi come la famiglia intesi come pre-esistenti allo Stato: questa la summa del libro di Valditara che nel saggio analizza il ruolo di "filtro" del passaggio del diritto romano in Costituzione operato da uno dei suoi principali artefici, Giorgio La Pira. Sindaco di Firenze per la Democrazia Cristiana, "mistico" interprete di una proiezione ad gentes e alleato di Enrico Mattei, ma anche, fatto meno noto, docente di Diritto Romano all'Università di Firenze. Dalla modesta cella presso il convento domenicano di San Marco, dove risiedeva, La Pira si dedicò agli studi, all'approfondimento e alla divulgazione delle radici romane dell'Italia. Valditara ha ribadito nel corso del convegno che La Pira ha avuto il merito di "imprimere nella Costituzione l'idea di una famiglia pre-esistente allo Stato" e dunque corpo vivo della società. Una svolta che, ricordato la professoressa Poggi, esalta la Costituzione come "grande atto politico tanto quanto culturale", capace di fissare nero su bianco le priorità politiche dello Stato passando per il richiamo alle tradizioni e all'uso del compromesso. Per Valditare, l'impatto di La Pira, grande conoscitore del diritto romano, è anche visibile, in un'ottica però di riduzione degli spazi, sul concetto di proprietà, in larga parte subordinata alla funzione sociale.

Ma parlare di Costituzione significa anche parlare di libertà. E, ricorda Orsina, la libertà che si imprime nella Costituzione è l'unione tra il compromesso delle forze popolari e l'impronta dei liberali classici che contribuirono (da Luigi Einaudi all'Uomo Qualunque) a far passare l'idea di una "libertà non condizionata ad alcune fine", per una cittadinanza attiva che non riconosce alcun superiore fine se non la sua auto-preservazione e il suo contributo alla salute del corpo sociale.

La civiltà romana, in quest'ottica, è a sua volta la traccia. Civis romanus sum voleva dire, ai tempi dell'Impero, avere consapevolezza del valore della libertà e del suo esercizio. Oggi l'impronta romana della Costituzione è visibile guardando alla struttura profonda della Carta e alla promozione del cittadino e delle strutture sociali che esistono indipendentemente dallo Stato, ritenuto, almeno nelle prescrizioni, non invasivo della dignità e del ruolo sociale della figura umana come vero motore dell'agire civile. Per i cattolici, questo ha significato promuovere, e il libro di Valditara lo sottolinea, l'uomo come fine della politica e dell'agire pubblico. Per i social-comunisti l'uomo inteso come lavoratore e agente "di classe". Per i liberali l'uomo come individuo autonomo e partecipe della società. Ma l'antropocentrismo, la dignità data al lavoro e la definizione della sfera di prerogative del cittadino, in una reductio ad unuum, sono tutti figli diretti e legittimi di Roma.

Madre dell'Italia odierna e del suo stesso diritto fondamentale, come ben ricordato nel saggio di Valditara.

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