Politica

Monti soffia sugli scandali: "Abbiamo fatto saltare il tappo"

Monti cambia strategia di comunicazione e scarica i partiti per passare come l'unico puro in grado di mondare il Paese: "Mia madre mi diceva sempre alla larga dalla politica"

Mario Monti incontra i candidati e i sostenitori di Scelta Civica
Mario Monti incontra i candidati e i sostenitori di Scelta Civica

Mario Monti continua a evocare lo spettro di Tangentopoli. Le immagini dell'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari insultato e bersagliato dalle monetine rievocano il violento attacco a Bettino Craxi davanti all'Hotel Raphael. Nell'aria aleggia un marcato spirito giustizialista e manettaro che ha trovato sfogo nella pioggia di inchieste, arresti e avvisi di garanzia che hanno occupato i titoli dei giornali degli ultimi giorni. "Con il rinnovamento che abbiamo portato è saltato il tappo che aveva coperto una situazione sempre più insostenibile", ha commentato il Professore, in un incontro pubblico a Torino, ribadendo che il Paese è "arrivato alla fine di un’epoca".

Dice di non essere preoccupato del voto e di fidarsi della capacità di scelta degli italiani. Eppure torna a insultare Silvio Berlusconi e a esortare gli elettori a non votare Beppe Grillo. Nelle ultime due settimane, il premier uscente ha cambiato la strategia di comunicazione. Ha provato a vestire panni più "umani" ed è passato all'attacco: sgambetta, insulta, accusa. Monti ha messo da parte i contenuti, ha buttato via la famosa agenda per caricare a testa bassa i suoi avversari. Come già aveva fatto ieri, anche oggi ha attaccato il Cavaliere accusandolo di essere un "cialtrone" dal momento che vuole riscrivere la storia del suo governo. Probabilmente il Professore non perdona a Berlusconi di aver smascherato il fallimento del governo tecnico. "Mia madre mi diceva sempre alla larga dalla politica. Ho passato una vita a seguire quel precetto, poi sono caduto", ha spiegato Monti col chiaro intento di passare per il solo politico puro in grado di mondare il parlamento e il governo dalla corruzione, dagli scandali e dalle inchieste. Da qui l'ossessione per Tangentopoli e per una nuova Repubblica spazzata via dai magistrati e dai tecnici: il Professore si vede, infatti, come la spinta di rinnovamento che ha fatto saltare "il tappo che aveva coperto una situazione sempre più insostenibile".

Nel corso di un incontro elettorale all’Arsenale della Pace di Torino, Monti ha fatto leva sullo smarrimento dei cittadini e sulla disgregazione del tessuto politico, economico e sociale. "Le vicende di questi giorni fanno sorgere il parallelo con un’altra fase della recente storia italiana: le vicende di Tangentopoli e del tramonto della prima Repubblica - ha proseguito il premier - in queste vicende vedo il segno che il governo di impegno nazionale non è stato solo un periodo che ha segnato la fine della contrapposizione viscerale tra forze politiche opposte, ma il governo tecnico «ha aiutato il paese a prendere decisioni difficili e ha fatto saltare il velo che aveva nascosto la realtà". Monti ha, quindi condannato duramente i partiti, rei di volersi distruggere l’un l’altro facendo proliferare "un sistema di incompetenza diffusa, di gestione inefficiente, di relazioni pervasiva tra gruppi di potere, di corruzione e spreco, di zone d’ombra nelle grandi imprese di stato".

Eppure proprio dai partiti (l'Udc di Pier Ferdinando Casini e il Fli di Gianfranco Fini) il Professore è corso a chiedere aiuto per tentare il bis a Palazzo Chgi.

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