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Il Pd toscano va in tilt e il centrodestra può strappare la Regione

Il Pd in Toscana litiga su tutto e il centrodestra, con la candidatura del sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi, potrebbe vincere le prossime Regionali

Eugenio Giani, governatore PD della Toscana
Eugenio Giani, governatore PD della Toscana

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Il Pd toscano va in tilt e il centrodestra può strappare la Regione

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Il Pd toscano è in subbuglio. Dopo la fase congressuale, vinta sia a livello nazionale sia regionale dall'area Schlein, si riapre la guerriglia tra correnti e dentro le correnti, mentre incombono i prossimi appuntamenti elettorali: le Comunali di Firenze, le Europee e le Regionali del 2025.

La Toscana, regione tradizionalmente rossa, rischia di passare al centrodestra che, ormai, governa quasi tutti i capoluoghi ad accezione di Firenze, Prato e Livorno. Il presidente Eugenio Giani, infatti, nelle ultime settimane sembrava pronto a valutare la candidatura a sindaco di Firenze come exit strategy. Un’eventualità che, al momento, sembra essere stata scartata anche a causa dell’alluvione che ha imperversato sulla Toscana. Giani, inoltre, è apparso particolarmente attivo sui social e i più maligni attribuiscono questo iperattivismo al tentativo di apparire come un governatore concreto e smentire la critica diffusa di una mancanza di incisività nell'azione di governo. Il presidente era tra i più ferventi sostenitori di Bonaccini e questo mette a rischio la sua ricandidatura, ma la sensazione è che difficilmente lascerà la Regione col rischio che il centrodestra possa vincere candidando l’attuale sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi.

In caso, qualora i giochi si aprissero non mancano i possibili competitor anche dentro la giunta. In campo vi sarebbero i campioni di preferenze più votati nella scorsa tornata. Da una parte l'assessore allo sviluppo economico Leonardo Marras, un bonacciniano apprezzato dai mondi economici e produttivi, e dall’altra l'assessore al lavoro, istruzione, università e ricerca Alessandra Nardini, pisana di area Schlein, pupilla dell'ex ministro Orlando, oppositrice delle misure di Valditara sulla scuola che gode di stima tra le forze sociali per la concretezza del suo lavoro. Come outsider troviamo l'assessore ai trasporti Stefano Baccelli, soprattutto dopo l'uscita di Andrea Marcucci dal Pd, l'assessore alla sanità Simone Bezzini, visti i moltissimi acciacchi del sistema sanitario toscano, e l'assessora all'ambiente Monia Monni, soprattutto alla luce del diffusissimo malcontento sui territori per il Piano dei rifiuti da lei seguito.

Al ribasso anche le quotazioni del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, ex renziano e bonacciniano di ferro, dopo la sconfitta congressuale inaspettata, sembrerebbe aver rinunciato all'orizzonte della presidenza della regione e oggi è impegnato in uno scontro con Dario Nardella per essere anche lui candidato alle Europee. Il Pd vorrebbe Nardella come unico candidato forte, “un candidato unitario per non perdere voti”. Il presidente del consiglio regionale Mazzei replica: “Ogni candidato porta i suoi voti, dobbiamo mettere in campo i migliori affinché ciascuno allarghi il consenso del partito”.

Nardella, negli ultimi mesi, si è avvicinato alla corrente di Dario Franceschini e sta usando toni sempre meno moderati e sempre più di stampo schleiniano. Basti pensare alla polemica odierna con il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt sull’utilizzo delle guardie giurate per garantire la sicurezza. “Il candidato della destra Schmidt dal comitato elettorale della Galleria degli Uffizi attacca sulle guardie giurate.

Ma le guardie giurate servono per garantire la sicurezza alle imprese e ai cittadini nei centri commerciali naturali, non per circondare i monumenti artistici", ha detto il sindaco Nardella, che a candidare come suo successore l’assessore Sara Funaro, ma anche la consigliera Cecilia Del Re punta i piedi e chiede le primarie per la poltrona di sindaco.

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