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"4 ore non bastano, nuovo sciopero". I sindacati precettati da Salvini sfidano il governo

Dopo la precettazione firmata da Salvini, i sindacati vanno allo scontro col ministro: sciopero spostato al 9 ottobre, confermata la mobilitazione di 24 ore

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I sindacati alzano il tiro e vanno allo scontro con Matteo Salvini. La sfida al vicepremier è aperta: dopo che questi aveva firmato la precettazione per lo sciopero del trasporto pubblico locale in programma per venerdì 29 settembre, riducendo la protesta da 24 ore a quattro, l'Unione Sindacale di Base (Usb) ha reagito mostrando i muscoli. A tempi record, la sigla ostile al governo ha spostato la propria mobilitazione e si è lanciata all'attacco del leader leghista, che aveva adottato un provvedimento previsto e disciplinato nella legge 146/1990, come modificata dalla successiva legge 83 del 2000.

Usb così deciso di rinviare lo sciopero dal 29 settembre al 9 ottobre, confermando la durata di 24 ore. "Quattro ore non bastano ai lavoratori per rivendicare i propri diritti", hanno fatto sapere dal sindacato. E allora, avanti tutta con la giornatona di mobilitazioni per "permettere a tutti gli autoferrotranvieri di poter scendere in piazza e manifestare il loro dissenso". Tra le istanza al centro dell'annunciata mobilitazione sindacale, la sicurezza dei lavoratori e la richiesta di un salario minimo di 10 euro l’ora, l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro e la rivendicazione del l'esercizio del diritto di sciopero anche nei servizi pubblici essenziali.

In un comunicato, l'Usb si è scagliato contro la precettazione firmata da Salvini, che aveva disposto la riduzione delle ore di mobilitazione per evitare - a quanto si apprende - pesanti disagi alla popolazione e limitazioni del diritto alla mobilità. "Questa assurda ordinanza svilisce tutta la storia ed il valore del diritto di sciopero, quale unico mezzo di rivendicazione dei Lavoratori, a maggior ragione per gli Autoferrotranvieri sopraffatti da anni di privatizzazioni selvagge, bassi livelli salariali e tutele ridotte al minimo che hanno polverizzato e martoriato la categoria", si legge in una nota del sindacato. Poi l'attacco diretto, con ogni probabilità, leader leghista: "Forse pretendiamo fin troppo da qualcuno che il mondo del Lavoro non lo ha mai vissuto sulla sua pelle, da qualcuno che non sa cosa significhi uscire di casa per andare a lavorare e non fare più ritorno, qualcuno che non conosce la frustrazione di chi quotidianamente cerca di tirare a campare con salari irrisori nonostante le enormi responsabilità della mansione che ricopre".

Usb "non è disposto a subire in silenzio questo ennesimo attacco ad un diritto costituzionale", recita ancora il comunicato Coordinamento Nazionale Usb Lavoro Privato settore Trasporto Pubblico Locale. Così - rilancia il sindacato - quella del 9 ottobre sarà una giornata di "grande impegno di mobilitazione per il diritto dell'esercizio di sciopero nei servizi pubblici essenziali".

L'accusa al governo, destinata a inasprire ulteriormente le rimostranze, è quella di aver ostacolato "uno sciopero di carattere politico e per questo molto scomodo".

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