Elezioni Regionali

Rissa in casa Pittella: Gianni "rinnega" il fratello Marcello sull'appoggio a Bardi

"Non mi riconosco nella scelta di Azione", dichiara l'ex vicepresidente del Parlamento Ue a proposito del sostegno dato in Basilicata dal suo familiare al centrodestra di Bardi. Sinistra sempre più spaccata: si dimette il vicesegretario del partito di Calenda

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Al termine di una (pessima) settimana di passioni per il centrosinistra, tra la disfatta in Abruzzo e il caos in Basilicata, le elezioni regionali che si terranno nel territorio lucano il 21 e 22 aprile hanno provocato una profonda spaccatura all'interno del cosiddetto "campo largo" (per certi versi ormai ex). La scelta di Azione di sostenere Vito Bardi, presidente di Regione uscente candidato di tutto il centrodestra, non è stata digerita da almeno due esponenti di spicco della politica della Basilicata. Il primo è Gianni Pittella, ex eurodeputato del Partito Democratico e vicepresidente del Parlamento Ue e ora sindaco del comune di Lauria (provincia di Potenza) nonché fratello di Marcello, già governatore per il Pd e attuale consigliere regionale calendiano che era stato colui ad annunciare il proprio sostegno al rappresentante di Forza Italia, strappando inesorabilmente con Pd e M5s. In un post su Facebook, il primo cittadino potentino ha fatto emergere tutto il suo dissenso nei confronti del familiare: "In verità pensavo fosse chiaro il mio pensiero e cioè che non mi riconosco nella scelta di Azione in Basilicata!".

Un'uscita pubblica destinata ad avere conseguenze, giunta tra l'altro a poche ora di distanza dal messaggio vocale choc di Marcello Pittella che si paragonava a un "ebreo deportato" nei campi di concentramento, per come era stato trattato da Pd e Movimento 5 Stelle. Sullo sfondo ci sono tutte le tensioni vissute in questi ultimi giorni in vista del voto. Anche perché a questa rissa in casa Pittella si aggiunge anche l'esternazione di Francesco Mollica, vicesegretario regionale di Azione in Basilicata, che si è dimesso dal proprio ruolo che ricopriva dentro il partito di Carlo Calenda per questioni di coerenza legata al suo giudizioe sull'operato di Bardi.

"Per essere consequenziale ai ragionamenti fatti e, dopo che il partito ha scelto 'democraticamente' e, giustamente, aggiungo, per i veti al partito e personali di andare con Bardi e con il centrodestra - afferma Mollica - non fidandomi delle promesse di Bardi anche se inserite in accordi programmatici, rassegno le mie dimissioni da vicesegretario regionale, evitando, in questo modo, possibili situazioni di 'imbarazzo politico' per il partito e qualsiasi equivoco che possa essere di impedimento allo svolgimento lineare e sereno delle prossime operazioni elettorali".

Mollica sostiene di avere avuto modo di spiegare le ragioni della sua mancata condivisione all'interno delle sedi competenti. E adesso non intende tornare sull'argomento se non per sottolineare che stava lavorando "per il bene del partito, a supporto di operazioni che si stavano consumando a lateeè, confermate anche dall'intervento di Pittella nell'intervento nella Direzione Regionale di domenica ed avallate dallo stesso Presidente Nazionale Carlo Calenda". L'ex vicesegretario del movimento centrista aggiunge che "come sovente accade per egoismo e rivalsa di alcuni pseudo 'mentori politici', non si è giunti a soluzione".

Il suo post di addio ad Azione si conclude con un ringraziamento per "un percorso entusiasmante per i tanti giovani che ho incrociato ed ai quali ho voluto trasferire le mie conoscenze e la mia esperienza contribuendo ad una crescita complessiva".

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