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Tre italiani su quattro pronti a difendere l'Occidente

Il sondaggio: la maggioranza tiene alle radici e non vuole tollerare tutto. Basta "politically correct"

Tre italiani su quattro pronti a difendere l'Occidente

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Difendere l'Occidente e i suoi valori. Proteggere le radici fondanti di una civiltà: la nostra. Per la maggioranza degli italiani, riconoscere e tutelare questo patrimonio identitario è fondamentale. Necessario. Soprattutto ora, in un momento storico in cui i capisaldi distintivi della nostra società sono messi in discussione, erosi innanzitutto da un relativismo culturale di natura endogena. E poi ci sono i forti venti di guerra, le piazze antioccidentali (come quelle di ieri a Roma e Milano), i tentativi di attaccare il nostro sistema dall'esterno.

Per il 75% dei nostri connazionali, l'Occidente deve difendere le proprie radici e la propria identità: il dato emerge da un recente report realizzato da Swg, dal quale risulta un marcato senso di appartenenza degli italiani ai valori che contraddistinguono la società occidentale. Quali? Innanzitutto la parità tra uomo e donna (riconosciuta come peculiare dal 71% degli intervistati), poi l'ordinamento democratico, la libertà di pensiero e di azione, la laicità dello Stato, l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge, la libertà d'impresa. Su un campione rappresentativo nazionale di 800 maggiorenni, il 58% afferma che nelle società occidentali la persona viene prima dello Stato. Al contempo, tre su quattro osservano come questi valori positivi non siano purtroppo rispettati appieno.

Il report intitolato «Gli Italiani e i valori dell'Occidente» restituisce anche un altro numero significativo: per l'84% degli intervistati, chi vuole vivere nelle società occidentali deve accettarne i valori fondativi e per l'82% la tolleranza non può essere assoluta. Il dato fa riflettere anche alla luce delle recenti manifestazioni di piazza con slogan antisemiti e contro l'Occidente. Uno Stato, infatti, non può tollerare comportamenti contrari ai suoi principi di base ed è altresì giusto (per il 67%) che una nazione rafforzi le proprie frontiere per limitare i fenomeni migratori. Oltre la metà dei nostri connazionali, inoltre, è d'accordo sull'introduzione di «limiti all'immigrazione per tutelare la nostra identità». Secondo quanto rilevato dal sondaggio Swg, questo orientamento «non è legato a una chiusura nei confronti della diversità o a un'acritica apologia del pensiero occidentale», visto che due italiani su tre riconoscono che l'incontro tra diverse culture può portare a un mondo migliore.

Smentita dunque la narrazione di sinistra che ci descrive come un popolo poco accogliente o addirittura xenofobo. A proposito poi di valori occidentali esautorati, per il 67% del campione la logica del politicamente corretto limita il principio della libertà di pensiero e di parola, mentre per il 63% chi non è allineato ai diktat della nuova ideologia inclusiva viene spesso emarginato. L'88% degli intervistati, infine, attribuisce alla scuola il compito di «trasmettere alle nuove generazioni la cultura e l'identità della società, ma anche di rielaborare i valori della tradizione alla luce delle nuove sfide della complessità». Giusto così.

Peccato solo che, anche in passato, la stessa scuola non sia stata esente da tentativi di colonizzazione ideologica.

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