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E ora Corbyn ammette: "Meglio la Brexit che l'Ue"

Per Jeremy Corbyn, leader del partito laburista inglese, è preferibile trovare un accordo sulla Brexit che rimanere nell'Unione europea. Ma nel partito lo scontro è aperto

E ora Corbyn ammette: "Meglio la Brexit che l'Ue"

Meglio la Brexit (con un accordo giusto) che rimanere nell'Ue: parola di Jeremy Corbyn, leader del Partito laburista. In un’intervista alla Bbc che gli chiedeva esplicitamente se il Regno Unito potesse stare meglio come membro della Ue o come esterno, Corbyn ha risposto: "Dipende dall’accordo che ha con la Ue da esterno". "Possiamo dire quindi che si sta meglio fuori", lo ha incalzato il giornalista. Il leader dell’opposizione - intenzionato a sfidare il premier Boris Johnson nelle possibili elezioni anticipate in autunno - ha risposto senza andare diritto al punto: "Riconosco e rispetto il risultato del referendum. Abbiamo sempre portato avanti quella che riteniamo una opzione credibile, i cosiddetti cinque pilastri: l’unione doganale, le relazioni commerciali, la protezione dei consumatori, l’ambiente e i diritti dei lavoratori e il rispetto dell’accordo del Venerdì Santo" in Irlanda. "Riconosco che la maggioranza dei sostenitori del Labour e dei suoi membri è a favore del Remain, ma una significativa maggioranza ha votato il Leave", ha poi ricordato Corbyn.

Pochi giorni fa, prima della conferenza annuale dei laburisti, Jeremy Corbyn ha ribadito che, in caso di vittoria alle prossime elezioni, sosterrà un secondo referendum sulla Brexit - dopo aver negoziato un accordo "ragionevole" e "credibile" di uscita dall'Ue - rispetto al quale però resterà neutrale. Con un editoriale sul Guardian intitolato "Solo i laburisti daranno al popolo l'ultima parola sulla Brexit", Corbyn ha promesso che il suo governo garantirà un accordo ragionevole basato sui termini che abbiamo a lungo sostenuto, compresa una nuova unione doganale con l'Ue; una stretta relazione con il mercato unico; e garanzie dei diritti dei lavoratori e delle tutele ambientali".

Il partito laburista, tuttavia, riunitosi a Brighton per il congresso annuale, appare profondamente diviso. Come riporta l'Ansa, Alcuni fedelissimi di Jeremy Corbyn, infatti, nei giorni scorsi avevano presentato una mozione per abolire la carica di vice leader in modo da colpire Tom Watson, il numero due del partito che da mesi rema contro il leader laburista. È stato lo stesso Corbyn però ad intervenire per calmare le acque già agitate all'interno del suo partito. Come riportano i media britannici, il capo del labour ha assicurato che Watson resterà al suo posto ed ha annunciato una riforma degli incarichi di vertice e delle prerogative del leader.

La posizione ufficiale del partito sulla Brexit non convince tutti i deputati e c'è chi pensa che i laburisti debbano schierarsi senza indecisioni a favore della permanenza del Regno Unito nell'Unione europea. Tom Watson è tra questi: "Siamo un partito pro-Remain. Siamo un partito europeo. Siamo un partito internazionalista. Questo è quello che siamo. Non perfetto, non puro. Ma fortemente impegnato a far rimanere la Gran Bretagna in Europa e riformare l'Europa" ha dichiarato Watson al congresso del partito. Anche il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha attaccato JeremyCorbyn, invitando il partito laburista a schierarsi contro la Brexit. Parlando a un evento organizzato dal New Statesman alla conferenza del partito laburista di Brighton, il sindaco di Londra ha affermato che "tutti i parlamentari laburisti dovrebbero essere impegnati per fare campagna a favore del remain", in contrasto con la posizione di neutralità del leader del partito Jeremy Corbyn. Khan ha spiegato al pubblico che il labour è "ad un crocevia vitale. Rimanere neutrali non è un'opzione".

Così anche Emily Thornberry, che ha duramente criticato Jeremy Corbyn e sottolineato che il partito laburista "è pro-Remain". E i guai per il leader labour non finiscono qui. Andrew Fisher, stratega del partito e autore dell'ultimo manifesto, ha annunciato che lascerà il labour alla fine dell'anno: secondo il Sunday Times dietro la decisione ci sarebbe la convinzione che Jeremy Corbyn sia destinato a perdere le prossime elezioni.

I sondaggi pubblicati in settimana indicano che il labour, in un eventuale voto anticipato, potrebbe scivolare al terzo posto, alle spalle dei Liberal democratici, premiati per la loro politica apertamente anti-Brexit.

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