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La guerra delle spie che spacca la destra spagnola

Isabel Diaz Ayuso, governatrice di Madrid, accusa il segretario del suo Partito Popolare, Pablo Casado, di aver ordito un complotto ai suoi danni infangando l'immagine del fratello imprenditore. Una spy-story si apre sul caso. E la destra spagnola è nel caos per il futuro della sua leadership.

Guerra Ayuso-Casado: la destra spagnola nel caos per la guerra delle spie

Guerra totale nel Partito Popolare spagnolo. La formazione principale della destra spagnola è lacerata dallo scontro tra il segretario, Pablo Casado, e la figura in ascesa del partito, Isabel Diaz Ayuso, per tutti Ida, governatrice di Madrid al centro della politica nazionale per la barra dritta tenuta nella gestione del Covid, che l'hanno portata a fare della capitale spagnola un vero e proprio modello nella gestione della pandemia, conciliando salute pubblica, economia, libertà.

Al centro del conflitto tra i due volti di riferimento dei Popolari, una vera e propria "guerra di spie": Julio Gutiez, investigatore privato da 35 anni alla guida dell'Agenzia Mira, ha dichiarato di esser stato cercato da esponenti del Partito Popolare per creare un vero e proprio scandalo a orologeria capace di azzoppare la corsa ai vertici della Ayuso. Lo scandalo che da diversi giorni manda nel caos la destra spagnola colpisce dirttamente al cuore il modello Madrid e nasce da un dossier interno del Partito Popolare sui temi su cui si voleva sguinzagliare all'assalto l'Agenzia Mira il cui fondatore, volato in Colombia per lavoro, dichiara di aver rifiutato l'incarico perchè "illegale". In sostanza, la Diaz è accusata di aver costruito il modello Madrid favorendo più o meno direttamente il fratello Tomas, mediatore per dei contratti di fornitura di mascherine provenienti dalla Cina. Tomàs Diaz Ayuso, per ammissione della stessa Ida, avrebbe guadagnato nell’ambito di un acquisto di mascherine dalla Cina una cifra pari a 55.850 euro, ma secondo il dossier dei Popolari tre ulteriori fatture porterebbero l'incasso a oltre 280mila euro nel quadro di un affare dal valore complessivo da 1,5 milioni di euro.

El Mundoha pubblicato la notizia secondo la quale il partito starebbe indagando dall’ottobre scorso, costruendo un vero e proprio dossier sulla Ayuso, mentre "El Pais" parla addirittura di "minacce" alla governatrice perché si ritirasse dalla corsa alla leadership del partito nel suo territorio. La Ayuso ha ammesso che il fratello ha avuto modo di lavorare a contatto con il settore pubblico, aggiungendo però che la sua relazione con la regione di Madrid precede la sua ascesa al governo e che buona parte degli affari pertengono fatti privati del fratello che non incrociano la traiettoria della Pubblica amministrazione. Parimenti, ha contrattaccato accusando Casado di volerla mettere all'angolo creando un dossieraggio politico a cui voleva far seguire una spy story.

"Continuerò a lavorare per ricostruire il partito dalle fondamenta", ha dichiarato la presidente nella giornata di ieri, ricordando che il fratello della presidente ha lavorato come rappresentante nel settore sanitario per oltre un quarto di secolo. “Sfido chiunque a provare che mi sono mossa per avvantaggiare lui o qualcuno nel mio entourage – ha aggiunto – perché non avrà una sola prova di corruzione da parte mia”. La Ayuso prende di petto Casado e mira a sfruttare lo scandalo a suo vantaggio. Mostrando la malafede di un segretario che da tempo le muove una guerra mediatica sotterranea, accusandola tra le righe di voler sdoganare l'ultradestra di Vox che esternamente appoggia i Popolari e dunque dissentendo alla Ayuso sul modo migliore per rompere il dominio politico del duo Partito Socialista-Podemos a livello nazionale.

Il Corriere della Sera ricorda che Casado è "già indebolito dai risultati non esaltanti alle elezioni amministrative del 13 febbraio nei bastioni della Castiglia e Leon, dove per governare i Popolari avranno bisogno dei voti di Vox", con i quali la Ayuso appare oggigiorno un pontiere più credibile: conservatrice, schierata nettamente a destra, ma anche forte di uno spiccato favoritismo retorico per la visione liberale della società, Ida intende dialogare senza pregiudiziali con l'estrema destra per condurla, normalizzata, entro i perimetri dell'universo popolare. Il redde rationem è fissato per inizio marzo: Casado "ha annunciato un Congresso straordinario" che lungi dal far tramontare la Ayuso rischia piuttosto di porre fine alla sua leadership e alcuni rumors raccolti da Abc danno per imminenti le sue dimissioni. Già logorato dal 16,70% raccolto alle Politiche 2019, una pesante riduzione di voti rispetto al 33,01% del 2016, in cui il Pp è declinato raccogliendo il peggior risultato elettorale della storia del partito, messo all'angolo dal disastro del voto sul disegno di legge sul salario minimo passato con una risicatissima maggioranza dei voti del Parlamento spagnolo (175 sì, e 174 no) grazie all'errore di un deputato popolare che ha votato per sbaglio a favore nella procedura telematica e ora colpito dalla divisione interna al partito Casado appare il grande sconfitto di uno scontro torbido e di cui si fatica a individuare il vero responsabile, ma che ormai ha messo chiaramente in evidenza il fatto che dei due pesi massimi della destra spagnola solo uno resterà, realisticamente, in campo nelle prossime settimane. E la Ayuso ha il vento in poppa, al contrario di un segretario che ora deve subire la rivolta della base del partito.

Per la quale da tempo la Ayuso è la donna giusta per strappare il governo alla sinistra.

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