Coronavirus

Coronavirus, gli agenti al lavoro giorno e notte: "C'è chi esce e non ha rispetto"

Per le strade con la polizia municipale di alcuni comuni in provincia di Napoli per capire come avvengono i controlli e come si sta comportando la popolazione nella lotta contro il coronavirus

Coronavirus, gli agenti al lavoro giorno e notte: "C'è chi esce e non ha rispetto"

“Che devo fare a casa? Mi annoio”. Questa la risposta fornita da un ragazzo di 16 anni agli agenti della polizia municipale che lo hanno fermato mentre si trovava in giro senza motivo. Le strade sono deserte, le serrande dei negozi sono quasi tutte abbassate. Fino alle 18, massimo 19, ci sono auto che circolano e si vedono file all’esterno di supermercati e farmacie determinate dalla necessità di contingentare gli ingressi. Poi, fuori, cala il silenzio. In una Italia che, tutto sommato, resta in casa a causa del coronavirus, c’è chi non si può fermare per garantire che le disposizioni emanate per contrastare il contagio da Covid-19 vengano rispettate: le forze dell’ordine. Carabinieri, polizia di stato, polizia municipale, guardia di finanza stanno lavorando affinché gli sforzi che la maggioranza sta compiendo non possano risultare vani a causa di una piccola percentuale di soggetti che, ad oggi, nonostante i decreti del presidente del consiglio dei ministri, le ordinanze regionali e i numerosi appelli a restare a casa, se non per lavoro, visite mediche e situazioni di necessità, continua a uscire senza una giusta causa e ad assembrarsi.

“Sono trenta le persone che abbiamo denunciato in due giorni”, racconta Luigi Maiello, comandante della polizia municipale di Pomigliano d’Arco, comune in provincia di Napoli con circa 40mila abitanti e un polo industriale che accoglie grandi fabbriche come quelle di Fca, Leonardo, AvioAero. “Tra le persone fermate, c’è addirittura chi ci ha riferito che non sapeva nulla, che non si era accorto di nulla. Una sciocchezza che offende anche l’intelligenza di chi sta controllando. In alcuni c’è la cultura, l’idea, di essere più furbi degli altri, oppure il senso di sfida”, dice Maiello. “Non riesco poi a spiegarmi – riflette - perché certe persone si fanno 2 o 3 chilometri a piedi per sedersi su una panchina, come se nulla fosse, quando è stato detto più volte che non bisogna uscire di casa”. I suoi agenti hanno addirittura individuato una pizzeria che continuava a servire ai tavoli.

Ieri, nel giro di 10 minuti, due gli individui denunciati nel corso delle attività di controllo: un uomo uscito “per andare al bar”, questo ha detto agli agenti che l’avevano già deferito il giorno prima, e un minorenne che poco prima di essere fermato si stava divertendo con un gruppo di coetanei a sputare per terra davanti ai pochi che si trovavano nella piazza dove hanno sede il Comune e il comando della polizia municipale. Il giovane, in seguito a segnalazioni, è stato rintracciato dopo pochi minuti in un’altra piazza della città “a giocare a carte”. “Lo abbiamo trovato con un altro ragazzo su una panchina”, riferisce il capo della municipale, che rivela: “Capita che li denunciamo e li ritroviamo per strada il giorno dopo”. “Vuol dire – aggiunge - che la denuncia a piede libero non gli arreca alcun fastidio, quindi dobbiamo chiedere una misura più afflittiva”.

Per garantire il rispetto delle regole e la sicurezza, i poliziotti locali di Pomigliano possono avvalersi di una centrale operativa di videosorveglianza, che gli consente di controllare in diretta gli angoli della città dotati di telecamere comunali attive per 24 ore, e di biciclette elettroniche che gli permettono di addentrarsi più agevolmente in alcuni punti del centro cittadino. In più, gli agenti, in questa situazione di emergenza, hanno deciso di non percepire lo straordinario per il controllo del territorio e di donare ore di lavoro a favore di chi ha più bisogno. Se il comando di Pomigliano può contare su un numero di uomini in grado di garantire i necessari controlli del caso, lo stesso non accade in altri comuni. “Ci sono realtà – ci è stato riferito - dove gli agenti si sono addirittura messi in malattia. Ma noi in questo momento non possiamo venir meno, siamo in guerra”. Ed è una “guerra” che si combatte nonostante la mancanza di dispositivi di protezione individuale anche per le forze dell’ordine. “Io avevo una mascherina, ma in servizio ho visto un anziano in fila fuori a una farmacia che non ce l’aveva e l’ho data a lui”, racconta un poliziotto. Nell’ufficio del comandante della locale, Maiello mostra una busta piena di mascherine di stoffa create a mano: “Non ce ne erano – dice - e le ho fatte realizzare da una sarta per noi”, e ne indossa una con un cordoncino prima di uscire per i controlli all’inizio del secondo turno della giornata.

Numerosi i posti di blocco lungo le principali arterie di Napoli e dei comuni della sua provincia, ma non bastano a bloccare gli irresponsabili. Nel comune di Brusciano il sindaco è stato costretto a uscire con la polizia municipale perché c’erano persone che continuavano a riunirsi all’esterno dei bar chiusi e dei circoli ricreativi, a fermarsi sulle panchine, a non rispettare le distanze di sicurezza davanti ai supermercati. “I controlli sono essenzialmente di tre tipi: i controlli sull’ingresso in città delle persone non autorizzate, i controlli degli esercizi commerciali e sul rispetto delle distanze, quindi supermercati, attività in generale, uffici postali e servizi bancari”, spiega il comandante della municipale Emiliano Nacar, che nel comune di Marigliano ha denunciato quattro soggetti per violazione delle norme contenute nell’ultimo Dpcm del premier Conte e nelle ordinanze regionali sottoscritte dal presidente De Luca. L’ultima denuncia è scattata per un commerciante beccato a svolgere un’attività di Lottomatica nel suo locale che era regolarmente aperto solo per la tabaccheria.

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