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Molotov contro consolato Usa, la difesa (surreale) dell'arrestato: "Non voleva far male a nessuno"

Il padre del 21enne arrestato con l'accusa di aver lanciato due bottiglie incendiarie contro la sede del consolato Usa a Firenze ha difeso il figlio: pur ribadendo la gravità del gesto, a suo dire il ragazzo non aveva intenzione di far male a nessuno

Molotov contro consolato Usa, la difesa surreale dell'arrestato: "Non voleva far male a nessuno"

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Era stato fermato nei giorni scorsi con l'accusa di terrorismo con ordigni (con l'aggravante di aver agito di notte ed esponendo a pericolo la pubblica incolumità) dopo esser stato accusato di aver lanciato due bottiglie incendiarie contro la sede del consolato degli Stati Uniti a Firenze. Il padre del principale indiziato avrebbe però minimizzato: il figlio avrebbe a suo modo di vedere compiuto un atto grave, ma non ha fatto male a nessuno e non è un criminale. Questo è quanto sostiene il babbo di Taleb Mohamed Dani, il ventunenne che secondo gli inquirenti sarebbe l'attentatore responsabile del lancio delle molotov contro il consolato. Chi indaga sospetta che il giovane possa inoltre essere l'autore del video di rivendicazione diffuso dopo l'azione sul canale Telegram "The whole world is Hamas", in cui si minacciavano altre azioni simili. Ma il padre del ragazzo, pur ribadendo la gravità dell'azione che viene imputata al figlio, si è a quanto pare lanciato in una difesa del figlio dai tratti surreali.

"È un gesto stupido e grave. Ha fatto una str****ta e sono sicuro che non si è nemmeno reso conto di quello che stava facendo. Mio figlio però non è un terrorista e non è nemmeno un delinquente - ha dichiarato al quotidiano Il Tirreno - non avevamo alcun sospetto, ma siamo sicuri: non è un delinquente. Ha fatto una stupidaggine. È un atto grave, che adesso probabilmente distruggerà anche tutti i sacrifici fatti da quando siamo arrivati in Italia". Sempre a detta del genitore, il figlio sarebbe perfettamente integrato nella società. E il giovane finito in manette ed attualmente detenuto presso il carcere di Sollicciano, come ribadito dal padre, non si sarebbe "reso nemmeno conto della gravità dell'azione".

"Non sono riuscito a parlare con lui perché da quando lo hanno preso le forze dell'ordine sono riuscito a vederlo in caserma solo per dieci secondi, senza potergli parlare - ha aggiunto - le forze dell'ordine sono state gentili, ma non mi hanno permesso di parlare con lui. Da quello che ho capito non ha mai tentato, nemmeno lontanamente, di far male a qualcuno. Un gesto brutto, grave e stupido, ma non c'era l'intenzione di far male a qualcuno". Un concetto surreale che, nel corso dell'intervista rilasciata al quotidiano toscano, l'uomo ha espresso più volte anche per tentare probabilmente di alleggerire la posizione del figlio. "Spero che quello che ha fatto venga considerato un gesto stupido - ha concluso - grave, ma che non ha provocato danni e fatto male a qualcuno. Non c'era intenzione di farlo".

Per una vicenda che promette di continuare a far discutere.

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