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Trolley, profumi e souvenir: i trucchi "narcos" che portano la droga in Italia

La Direzione centrale dei servizi antidroga ha effettuato un’indagine sui metodi adottati dalle organizzazioni criminali internazionali

Trolley, profumi e souvenir: i trucchi narcos che portano la droga in Italia

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Trolly, profumi e souvenir: i trucchi narcos che portano la droga in Italia

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Il flusso di droga che ogni anno invade l’Europa è in crescita esponenziale, così come sempre più diabolici sono i trucchi per trasportare clandestinamente le sostanze stupefacenti, in particolare la cocaina. Gli ovuli vengono nascosti all’interno di souvenir, negli pneumatici di auto e camion, nei flaconcini dei profumi, nei doppifondi di valige e trolley e, sempre più spesso, nello stomaco di temerari corrieri. Il trasporto, secondo l’ultima relazione della Direzione centrale dei servizi antidroga, avviene non tanto in aereo o via terra, ma per mare: il 90% dei sequestri avviene nei porti e a bordo dei container.

Il trasporto via mare della droga

I narcotrafficanti internazionali affidano larga parte delle chance di farla franca ai numeri: due anni fa per i principali porti dell’Unione europea sono passate 3,5 miliardi di tonnellate di merci lecite. L'anno scorso, solo i porti italiani risultano aver movimentato circa 11 milioni e mezzo di teu (i contenitori da 20x8x8 piedi), il 2,4% in più dell'anno precedente. Ma solo tra il 2 e il 10% viene ispezionato fisicamente.

L’utilizzo dei container refrigerati

Dall’indagine della Direzione centrale dei servizi antidroga è emerso che le organizzazioni criminali utilizzano in prevalenza la catena del freddo per trasportare la droga, attraverso container refrigerati. Ciò non dipende dal carico, ma dalla presenza di vani e intercapedini - sede dell'impianto di raffreddamento - che possono essere sfruttati riempendoli di panetti di stupefacente. Non solo: alcuni di questi spazi sono accessibili anche dall'esterno e quindi diventa meno complicata anche l'operazione di esfiltrazione. C'è però un limite: si tratta di vani in genere di ridotte dimensioni, per cui la quantità di droga trasportata è minore.

La battaglia del ministro Piantedosi

Quella contro la droga “è una battaglia in cui non dobbiamo arretrare e per farlo sarebbe utile invertire una certa tendenza culturale a distinguere tra droghe leggere e droghe pesanti, quando tutto quello che ruota intorno a questo mondo altera la vita dei cittadini e l'esperienza ci insegna che si inizia con le leggere e si finisce con le pesanti”. Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo, ieri, alla quarta edizione di "Piazza Italia", organizzata dal coordinamento romano di Fratelli d'Italia.

“Sono stato nei giorni scorsi negli Stati Uniti – ha continuato il ministro – che stanno affrontando il dramma delle droghe sintetiche. É un fenomeno che ci preoccupa perché da sempre gli Usa anticipano certe tendenze: là hanno avuto 108mila morti in un anno solo per l'abuso del Fentanyl, non ancora arrivato in Italia, ma facile da procurarsi e da gestire.

Ne faremo un punto centrale del prossimo G7”.

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