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Terremoto nell'Adriatico, l'Ingv: "Ecco cosa può succedere"

I cittadini sono sempre più preoccupati per le scosse di terremoto che stanno interessando alcune zone della nostra Penisola. Parla l'esperto Carlo Doglioni, presidente dell'Ingv

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Il terremoto fa sempre più paura, specie quando interessa diverse zone del nostro Paese, come sta accadendo in questi ultimi mesi. Soltanto ieri una nuova scossa è stata avvertita fino in Puglia. L'epicentro, in quel caso, è risultato essere nel basso Adriatico, in mare aperto, con una magnitudo di 4.7. Ma cosa sta succedendo alla nostra Penisola? E quali possono essere i rischi? A dare delle risposte a queste domande è stato Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) intervistato da Il Messaggero.

"Con un terremoto di magnitudo 4.7 ci aspettiamo delle scosse di assestamento", ha dichiarato Doglioni, commentando il sisma avvertito ieri e registrato dall'Ingv. Secondo l'esperto, tuttavia, una scossa del genere non deve preoccupare, dal momento che non viene considerato allarmante, né dal punto di vista dell'entità né per le sue eventuali conseguenze.

I cittadini, ad ogni modo, hanno avuto paura. Il timore che il sisma possa ripetersi, magari con maggior violenza, è più che comprensibile. Tanti i messaggi scambiati ieri sui social da parte di persone spaventate. Doglioni però ha voluto tranquillizzare tutti: per arrivare a fenomeni davvero violenti, come lo tsunami, servono magnitudo più alte e ipocentri più superficiali. Dunque, per quanto riguarda la scossa di ieri, avvenuta in mare, non ci sarebbe stato alcun rischio.

L'Ingv ha localizzato la scossa di 4.7 nel mar Adriatico Meridionale, latitudine 41.9120, e longitudine 17.5940. La profondità di 18 chilometri, secondo l'esperto, è un dato che porta a non preoccuparsi. Il presidente dell'Ingv ha voluto ricordare un sisma simile avvenuto nel 2021, per la precisione il 27 marzo, quando sempre nel mar Adriatico si registrò un terremoto di 5.6, a 80-90 km dalle coste della Puglia.

Dopo il terremoto di ieri, tuttavia, è logico attendersi delle scosse di assestamento. Saranno scosse di magnitudo inferiore. "Con un terremoto di magnitudo 4.7 ci aspettiamo delle scosse di assestamento, chiamate anche aftershock, di magnitudo sicuramente inferiore", ha spiegato Doglioni.

Quando, invece, il rischio tsunami potrebbe concretizzarsi? Perché un evento simile si verifichi devono presentarsi condizioni diverse dal punto di vista della magnitudo e della profondità. "Un terremoto a 18 kilometri di profondità non è in grado di rompere il fondo mare o di generare grandi eventi. Al massimo potrebbe essere di pochi centimetri, quindi non preoccupante. Sono necessarie magnitudo più alte e ipocentri più superficiali per generare fenomeni pericolosi", ha rassicurato il presidente dell'Ingv.

Secondo Carlo Doglioni, il terremoto di ieri è stato causato dall'avvicinamento della Catena Dinarica, che si sta muovendo verso ovest, a quella Appenninica, che invece si muove verso est.

Ecco il perché del sisma.

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