Parlamento

Foibe, la Camera ricorda Norma Cossetto

La notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, 80 anni fa esatti, rappresenta l'ultima stazione della via Crucis di Norma Cossetto

Foibe, la Camera ricorda Norma Cossetto

Ascolta ora: "Foibe, la Camera ricorda Norma Cossetto"

Foibe, la Camera ricorda Norma Cossetto

00:00 / 00:00
100 %

La notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, 80 anni fa esatti, rappresenta l'ultima stazione della via Crucis di Norma Cossetto. Quella del consummatum est. Quella in cui verrà ammazzata, dopo esser stata pestata e seviziata per giorni dai partigiani comunisti.

Dopo l'8 settembre, infatti, gli sgherri di Tito si presentano più volte a casa Cossetto, cercando il capo famiglia, Giuseppe. Convocano Norma presso il comando partigiano e le chiedono di schierarsi con loro, ma lei rifiuta. Viene prima rilasciata e poi, meno di ventiquattr'ore dopo, nuovamente arrestata. È l'inizio della fine, come raccontano i suoi cugini, Diana, Dino e Loredana: «Non ricordiamo esattamente quando e come siamo venuti a conoscenza della sua storia. Abbiamo però fissa nella mente un'immagine precisa: la visita alla tomba di Norma, che sapevamo essere morta in circostanze violente, ogni volta che andavamo a trovare i nonni in Istria». Poco alla volta, anche loro vengono a conoscenza della verità: «Per molti anni, di notte, nostro padre si svegliava urlando. Aveva degli incubi ricorrenti. Nel momento in cui ha iniziato a parlarne, nel momento in cui il mondo si è aperto all'ascolto delle vicende degli esuli, gli incubi di nostro padre sono finiti».

Molto spesso, si è accusato Norma, senza portare alcuna prova, di essere una pasionaria fascista. Spiegano però i cugini: «Era iscritta al Guf, come molte autorevoli personalità delle nostre istituzioni. Ma era innanzitutto una patriota in un territorio in cui il nazionalismo slavo premeva sempre di più. Era una ragazza italiana che aveva studiato a Gorizia e che si spostava spesso dall'Istria a Padova. Sicuramente non è mai scesa a patti con nessuno. È rimasta fedele a se stessa fino alla fine».

Per anni il nome di Norma viene dimenticato, infoibato anche lui. Poi, nel 2005, il presidente Carlo Azeglio Ciampi conferisce alla giovane istriana la medaglia d'oro al merito civile. Un riconoscimento importante, come ammettono amaramente i cugini di Norma. «La ferita però è ancora aperta», come ha ricordato anche il senatore Gasparri alla cerimonia «Una rosa per Norma» celebrata ieri alla Camera per l'80esimo anniversario, evento in cui è intervenuto anche Edoardo Sylos Labini. «Ci sono ancora troppe famiglie - dicono i parenti - che non sanno dove giacciono le spoglie insepolte dei loro cari». Prima di morire, Norma stava scrivendo la sua tesi. Si intitolava Istria rossa.

Ma non avrebbe mai pensato che, di lì a pochi giorni, sarebbe stato il suo sangue a colorare ancora di più le rosse pietre di quella terra martoriata.

Commenti