Cronaca giudiziaria

“Ero nel van...”. La versione di Sfera Ebbasta sulla strage di Corinaldo

Il rapper meneghino ha testimoniato al processo per il dramma della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing del dicembre 2019

“Ero nel van...”. La versione di Sfera Ebbasta sulla strage di Corinaldo

Dopo Fedez, al tribunale di Ancona è stato il turno di Sfera Ebbasta. Il rapper meneghino, all’anagrafe Gionata Boschetti, è stato ascoltato come testimone nel processo per la strage di Corinaldo, la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018. La tragedia della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing costò la vita a cinque minorenni e a una 39enne, schiacciati e soffocati nel tentativo di uscire dal locale dove era stato spruzzato lo spray al peperoncino.

La versione di Sfera Ebbasta sulla tragedia di Corinaldo

Sfera Ebbasta ha evidenziato di essere stato avvisato delle problematiche nel locale mentre si trovava insieme a Shablo, il suo manager:“Quando abbiamo capito che c'erano problemi, lui si è avvicinato a piedi al locale e lì davanti ha visto le ambulanze e il panico e mi ha avvisato”. Presente in aula, il manager del trapper – all’anagrafe Pablo Miguel Lombroni Capalbo – ha ricordato di aver visto ambulanze e mezzi dei pompieri, comprendendo che la situazione era più critica di quella che era stata riferita al telefono dalla sicurezza del locale:"Sfera Ebbasta non é mai arrivato alla Lanterna Azzurra. Sono sceso dall'auto a circa un chilometro dalla discoteca perché la strada era bloccata dalla fila delle macchine e ho fatto il percorso a piedi".

"Quando sali sul palco non riesci a capire quanto è pieno, di solito ci dicono dopo che c'é il sold out. In generale i requisiti richiesti per la sicurezza del locale sono sostanzialmente sempre più o meno gli stessi, ovviamente si spera che nessuno abbia con sé lo spray al peperoncino, è anche vero che nessuno può controllare le tasche di chi entra", ha aggiunto Sfera Ebbasta, parlando della sua esperienza personale. L’artista ha rimarcato che quella dello spray urticante sia una problematica legata prettamente all’ambiente della discoteca, più che a concerti e dj set. Un’arma utilizzata per rubare collanine e preziosi nel panico generale, indipendentemente dalla discoteca o dal genere musicale: “In altre circostanze è stato usato lo spray al peperoncino, ma senza feriti. È capitato anche durante una mia esibizione, il concerto era stato interrotto per un quarto d'ora, io ero sul palco, la gente è fatta uscire ma non ci sono state conseguenze vero è che poi sono state fatte rientrare le persone e il concerto è ripreso”.

Davanti al giudice Pizzi, l’artista ha puntualizzato: “Il concerto è stato interrotto, ero sul palco mentre è successa la cosa. L'esibizione era già iniziata, hanno iniziato tutti a uscire, si sentiva non puzza, ma non si riusciva a respirare, la gola e gli occhi bruciavano, la gente iniziava ad agitarsi”.

Sfera Ebbasta ha sottolineato che successivamente sono state accese le luci e i ragazzi della sicurezza del locale hanno aperto le porte: “Io però, nel momento in cui hanno acceso le luci e capito che bisognava sgomberare, sono andato nel backstage e non ho visto iniziare il deflusso, ma lo show fermarsi”.

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