Politica estera

Dagli Usa le prime armi: "Un miliardo subito". Ma è caos con la Cina

Pronto un pacchetto di aiuti per le forze di Kiev. Accuse al Dragone: «Componenti per i russi». Ira di Pechino

Dagli Usa le prime armi: "Un miliardo subito". Ma è caos con la Cina

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Ormai è solo questione di tempo, poco, è gli aiuti americani saranno finalmente a disposizione di Kiev. Parte del pacchetto da 61 miliardi di euro varato dal principale alleato ucraino potrebbe arrivare entro il 9 maggio, giorno in cui in Russia si festeggia, ma senza parata per motivi di sicurezza, la vittoria della seconda guerra mondiale. Per quella data, Mosca vuole conseguire quanti più successi possibili sul campo e allora il tempo stringe. «Alcuni aiuti, come i proiettili di artiglieria arriveranno subito», spiega un funzionario. Nel primo pacchetto, da un miliardo, previsti veicoli, missili antiaereo Stinger, munizioni aggiuntive per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità, munizioni di artiglieria da 155 millimetri, munizioni anticarro TOW e Javelin e altre armi subito operative sul campo.

Aiuti fondamentali che rinforzano il ruolo strategico degli Usa. E addirittura Donald Trump, per mesi scoglio principale al varo del pacchetto, ha difeso lo speaker della Camera Mike Johnson, criticato dall’ala più radicale dei repubblicani per il suo ruolo chiave nel provvedimento. «Si è schierato dalla mia parte quando ho detto che la Nato deve pagare, si sta impegnando al massimo», ha detto il tycoon. Il tema delle armi continua ad agitare gli Stati Uniti, anche a livello diplomatico. Washington infatti starebbe pensando di sanzionare alcune banche cinesi ritenute responsabili di aver finanziato l’apparato bellico russo. Ufficialmente la Cina non ha mai inviato alla Russia aiuti militari, ma nell’ultimo anno le esportazioni di beni commerciali con potenziali applicazioni militari sono aumentate, con Pechino che è diventata principale fornitore di circuiti integrati, componenti aeronautici e macchinari da utilizzare per armamenti. «Accuse infondate, questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e totalmente irresponsabile- ha replicato il ministero degli Esteri cinese - Sull’Ucraina la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva ed equa, sostenendo attivamente i colloqui di pace». Una polemica che accende ulteriormente il clima, mentre proprio oggi il segretario di Stato americano Antony Blinken arriverà a Pechino.

L’esercito russo continua a martellare le città ucraine, con bombardamenti ormai quotidiani su Kharkiv e un violento raid nel Donetsk che ha provocato 5 feriti tra i civili a Kostyantynivka («i terroristi russi colpiscono ogni giorno le nostre vite», ha detto Zelensky), e il ministro degli Esteri russo Shoigu afferma che l’esercito ucraino ha perso dall’inizio del conflitto 500mila uomini. Un dato difficilmente credibile, considerato che secondo i numeri ufficiali l’intero esercito di Kiev conta non più di 500mila soldati tra effettivi e volontari. Intanto per quanto riguarda la politica russa tengono banco due notizie.

La prima: l’arresto del vice ministro della Difesa, Timur Ivanov, con l’accusa di aver ricevuto una tangente. Secondo il codice penale della Federazione il funzionario rischia fino a 15 anni di carcere. La seconda: l’ennesimo capitolo del caso Kadyrov. Lo spietato leader delle forze cecene fedeli a Putin, sarebbe affetto da una necrosi pancreatica incurabile. Le sue condizioni sarebbero gravi e irreversibili dopo che già in passato aveva subito diversi ricoveri, tanto che Mosca sarebbe al lavoro per cercare un successore. Con la consueta tracotanza, in risposta alle indiscrezioni Kadyrov ha replicato pubblicando sui social alcuni video che lo ritraggono mentre si allena.

Oltre agli Usa, si muove anche l’Europa. Il presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha assicurato che «l’Europa non interromperà i suoi sforzi per aiutare l’Ucraina. Il successo della Russia in Ucraina avrebbe un costo enorme sia per l’Europa che per gli Usa». Il fronte anti-Putin sembra compatto.

Ma dopo due anni di guerra tutto è ancora possibile.

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