Politica estera

Gli incontri segreti non bastano: cosa succede alla diplomazia ombra tra Usa e Cina

Se è vero che Usa e Cina hanno riavviato il dialogo su tematiche d’interesse comune, allo stesso tempo tra le parti permangono diffidenza e distanze abissali in merito a numerosi dossier

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Da quando lo scorso novembre Joe Biden e Xi Jinping si sono incontrati a San Francisco, Stati Uniti e Cina sono tornati a parlarsi dopo mesi di gelo più assoluto. Attenzione però, perché se è vero che le due superpotenze hanno gettato le rispettive asce di guerra, incaricando i propri alti funzionari di riprendere il dialogo sulle tematiche d’interesse comune, allo stesso tempo tra le parti permangono diffidenza e distanze abissali su molteplici dossier. In particolare, mentre si segnalano progressi sulla collaborazione per contrastare il flusso di fentanyl negli Usa, Pechino potrebbe rivelarsi meno cooperativa su Iran e Corea del Nord.

La nuova diplomazia tra Usa e Cina

Poche settimane fa a Bangkok il massimo diplomatico cinese, Wang Yi, ha discusso proprio di Corea del Nord e Iran con Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden. Giorni dopo, a Pechino, i funzionari dei due Paesi hanno riavviato i colloqui a lungo termine per frenare il flusso di fentanyl verso gli Stati Uniti. E ancora, la Casa Bianca ha aggiunto che Biden ha in programma di avere una conversazione telefonica con Xi in primavera. Tutto rose e fiori, dunque? La risposta è negativa per due ragioni.

Innanzitutto, come detto, permangono differenti vedute su alcuni nodi spinosi. Dopo di che sussiste una visione diametralmente opposta persino sulla definizione della stessa relazione. Come ha infatti evidenziato il New York Times, l'amministrazione Biden sostiene che Usa e Cina sono concorrenti strategici e che gli incontri diplomatici siano cruciali per garantire che la rivalità non vada in conflitto.

Al contrario, i funzionari cinesi ritengono che la "concorrenza" sia un termine impiegato per sostituire il contenimento e ribadiscono come Xi e Biden abbiano concordato di stabilizzare le relazioni e mettere da parte la richiamata concorrenza. Ebbene, questa divergenza retorica evidenzia fin da subito la fragilità delle nuove relazioni sino-americane. Tanto più in un anno elettorale in cui l’attuale inquilino della Casa Bianca sarà messo sotto pressione per essere duro con la Cina.

Incontri diplomatici e limiti invalicabili

A dicembre Cina e Usa hanno scongelato anche i colloqui militari, un risultato che Washington intendeva raggiungere nella speranza di ridurre il rischio di un conflitto accidentale in aree contese come il Mar Cinese Orientale e il Mar Cinese Meridionale. Si prevede inoltre che i due Paesi terranno presto colloqui sulla mitigazione dei rischi della tecnologia dell'intelligenza artificiale.

Per il gigante asiatico, tale diplomazia ha in parte lo scopo di rassicurare il mondo sul fatto di essere un attore globale responsabile e di star facendo la sua parte per garantire relazioni costanti. Scendendo nei dettagli, al netto degli incontri segreti tra funzionari e diplomatici, e nonostante i recenti summit tra alti funzionari, tra Washington e Pechino restano però enormi distanze su questioni globali di primissimo piano.

I due dossier più lampanti coincidono con l'ampliamento della crisi in Medio Oriente e le tensioni nella penisola coreana. La Cina ha influenza sia sull'Iran che sulla Corea del Nord, essendo una delle poche nazioni al mondo a mantenere solidi legami diplomatici e commerciali con entrambi gli attori citati. Sullivan, ha esortato Wang a fare pressione sull'Iran per frenare i ribelli Houthi dall’attaccare le navi transitanti nel Mar Rosso e convincere Pyongyang a smettere di lanciare minacce dai toni bellicosi.

Il punto è che la priorità di Pechino nella penisola coreana consiste nel preservare il governo del leader nordcoreano Kim Jong Un in modo che il suo Paese rimanga un cuscinetto critico tra il confine cinese e le truppe Usa presenti in Corea del Sud. Per quanto riguarda il Mar Rosso, la Cina ha interesse a ridurre le tensioni, avendo investito in loco miliardi di dollari nei settori logistici ed energetici per espandere il commercio regionale. Ma intervenire come vorrebbero gli Usa potrebbe danneggiare l’immagine del Dragone, facendo percepire agli occhi dei governi locali l’ex Impero di Mezzo troppo vicino a Washington. Ecco perché, al momento, è pressoché impossibile attendersi un ulteriore riavvicinamento tra Usa e Cina.

Con tutte le conseguenze del caso.

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