Guerra in Israele

Appello ai Paesi arabi: "Stop gas e petrolio a Tel Aviv"

Nasrallah lancia il boicottaggio: "Non voglio dare dei traditori, ma prendetevi le responsabilità"

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Boicottare libri o fiere patrocinate da Israele non basta più. Robetta da occidentali. Così, dopo l'assalto culturale e alimentare degli anni scorsi, ecco l'appello di Nasrallah ai Paesi arabi: stop a gas e petrolio. «Le denunce non bastano - dice il leader del Partito di Dio libanese -. Le relazioni con l'entità nemica devono essere interrotte, il petrolio tagliato, l'export fermato». Guerra economica e isolamento energetico, insomma.

La campagna di boicottaggio ha preso corpo nel 2005, e se in occidente ha vissuto fasi alterne - con «esempi» europei che hanno ottenuto solo picchi di antisemitismo in Ue - Nasrallah punta stavolta al portafoglio: «Smettete di commerciare in cibo...». E lo fa con accuse velate ai leader arabi rimasti defilati. «Non voglio dare dei traditori a nessuno, ma dobbiamo inchiodare tutti alle loro responsabilità». Maestro nell'innescare piazze, per ora tira in ballo la diplomazia. Quasi un ricatto a chi non ci sta. Punta a scuotere Egitto e Arabia saudita. L'Alto Consiglio di Stato della Libia con sede a Tripoli ha già chiesto «di tagliare i legami con i Paesi che sostengono l'entità sionista interrompendo l'export di gas e petrolio, boicottandone i prodotti finché l'aggressione contro Gaza non cesserà». La crisi ci riguarda. Israele ha una scarsa produzione di greggio e condensati, secondo l'Energy Information Agency americana. «Da solo non saprebbe reggersi in piedi», tuona Nasrallah. Fiaccare dunque «l'entità nemica» cercando al contempo di dar uno scossone agli equilibri globali. Impensabile fino a poche settimane fa, prova oggi a sparigliare scansando la guerra armata e abbracciando quella economica che tutto sommato l'area può gestire: «Non chiediamo le vostre armi, non i vostri missili». Dagli Stati petroliferi Hezbollah vuole una mano per chiudere i rubinetti di Tel Aviv: «Con un minimo d'onore». Contando sull'enorme seguito, pure in altre piazze, governi e monarchie devono stare in allerta. Nasrallah chiede tra gli applausi di «tagliare l'entità nemica fuori da tutto» fino al soffocamento; con echi attesi pure in Europa. La Norvegia è una sorta di avamposto occidentale dei boicottaggi. Dai primi anni Duemila, con le arance di Israele, fino al recente stop al made in Israel proveniente da alture del Golan e Cisgiordania. Liegi, in Belgio, ha già votato l'addio ai legami con Israele.

Barcellona ha congelato i rapporti con Tel Aviv, con cui era gemellata.

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