Cronache

In arrivo nuovi guai per il "re delle start-up". Un'indagine anche sul filone patrimoniale

E salgono a 150 le persone ascoltate per l'inchiesta sugli abusi sessuali

In arrivo nuovi guai per il "re delle start-up". Un'indagine anche sul filone patrimoniale

La guardia di finanza vuole vederci chiaro sul patrimonio del «re delle start-up». Alberto Genovese, arrestato il 6 novembre scorso per violenza sessuale, sequestro, lesioni e droga dopo aver abusato di una 18enne durante un party a base di sesso e droga, è indagato anche per trasferimento fraudolento di beni (articolo 512 bis).

Il 43enne, papà di Facile.it, secondo le fiamme gialle potrebbe avere i suoi beni all'estero. Il reato, noto anche come intestazione fittizia di beni, è di natura fiscale e rientra in quel tipo di reati che agevolano la commissione come il riciclaggio. L'iscrizione di Genovese permetterà ai finanzieri, sotto la direzione del pm Paolo Filippini, di accertare i movimenti fiscali dell'imprenditore. Gli inquirenti sospettano che i suoi beni siano all'estero, in qualche paradiso fiscale. Il materiale sul filone patrimoniale era stato trovato sui tre cellulari, computer e tablet sequestrati all'interno della «Terrazza Sentimentò, il suo lussuoso attico vista Duomo, l'unico possedimento che sembra avere in Italia.

È enorme la mole di materiale che andrà scandagliato con il metodo delle parole chiave, per comprendere se anche dal punto di vista fiscale, la galassia di società riconducibili al 43enne, potesse costituire un'architettura per evadere il fisco. Il sospetto era già venuto agli uomini della Mobile, guidata da Marco Calì, che indaga sul filone principale, ossia quello della violenza sessuale. Intanto il materiale informatico, circa un milione di file da analizzare, è stato affidato agli uomini della Gdf esperti nela campo. Sembrerebbe infatti che, oltre a Facile.it e Prima, (da entrambe è poi uscito) ci siano altre start-up o piccole imprese in cui Genovese investiva, o figurava anche solo come consigliere. In altri casi invece si trattava di imprese non direttamente riconducibili a lui, ma che nel sospetto degli inquirenti, potevano fungere da «società schermo». Almeno un paio quelle su cui si sta concentrando l'attenzione degli investigatori. Del resto il nome di Genovese era emerso anche in una segnalazione di operazione sospetta della Gdf nella grossa indagine sulla Lombardia Film Commission.

L'altro filone è in mano al pm Rosaria Stagnaro. Il numero delle vittime degli abusi sessuali da parte dell'imprenditore sembra destinato ad aumentare. È saltata però l'audizione della supertestimone, che non è riuscita ad arrivare da Ibizia, ma ha raccontato di aver assistito a una violenza sessuale commessa proprio nell'isola delle Baleari su una hostess di 23 anni.

A oggi sono state già sentite 150 persone e oggi pomeriggio è prevista l'audizione di una delle amiche della fidanzata dell'imprenditore presente a Villa Lolita a Ibiza, il 20 luglio, quando sarebbe stata abusata la seconda vittima che ha deciso di denunciare.

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