Politica estera

Assalto al Congresso, Trump indagato. 4 giorni per costituirsi: rischia l'arresto

L'ex presidente (che punta al bis) verso la terza incriminazione. Furibondo: "È interferenza elettorale". Biden: "Rispetto la giustizia"

Assalto al Congresso, Trump indagato. 4 giorni per costituirsi: rischia l'arresto

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È sempre più una corsa a ostacoli, con i magistrati alle costole, quella di Donald Trump verso l'agognato bis alla Casa Bianca nel 2024. E sempre più una battaglia sulla giustizia. Dopo due impeachment e due incriminazioni con arresto, ieri è stato l'ex presidente americano ad annunciare di aver ricevuto «un'orrenda notizia» e di essere «il target», l'obiettivo di un'indagine sull'assalto a Capitol Hill del gennaio 2021, per il quale Trump è stato «assolto» dal Senato Usa dall'accusa di aver «incitato l'insurrezione».

L'ipotesi è che gli vengano contestati i reati di ostruzione di procedure istituzionali, cospirazione per mettere in atto una frode governativa e forse, di nuovo, incitamento all'insurrezione. L'ex presidente avrà 4 giorni per costituirsi, ma non ha sprecato un attimo per denunciare la «caccia alle streghe», le «interferenze elettorali», e «il folle procuratore del dipartimento di Giustizia di Joe Biden», Jack Smith, che gli ha inviato la lettera, «di nuovo, era domenica notte». Un documento che, Trump ammette, «quasi sempre significa arresto ed incriminazione». Sarebbe la terza volta per lui.

La notizia arriva poche ore dopo che la Corte Suprema della Georgia ha respinto il tentativo dell'ex leader di bloccare l'inchiesta sul presunto ricatto telefonico al segretario di Stato, Brad Raffensperger, a cui Trump avrebbe chiesto di «trovare» voti per ribaltare le elezioni del 2020. «Mi hanno effettivamente incriminato tre volte... con una probabilmente quarta proveniente da Atlanta», ammette «The Donald».

Pessime notizie per l'ex presidente, che ad agosto dovrà affrontare il processo in Florida, con 37 capi d'accusa sulla testa, per i documenti classificati portati nella sua villa, violando la legge contro lo spionaggio. Il tutto mentre è in arrivo l'altro processo (34 capi d'accusa), che lo vede incriminato per reati fiscali nel caso sull'ex amante e pornostar Stormy Daniels. In entrambi, Trump si è dichiarato innocente, ma un mese fa, a New York, è arrivata la condanna per abuso sessuale, percosse e diffamazione contro la giornalista Jean Carroll, vicenda che brucia, in attesa di appello.

È evidente che la corsa verso Usa 2024 non è più solo una questione politica. E che Trump intende affrontarla infiammando lo scontro istituzionale. L'ex presidente non smette di ripetere che è vittima di persecuzione: «Vogliono eliminare l'avversario numero uno», scrive su Truth. Trump chiama in causa non solo Joe Biden ma anche il ministro della Giustizia Merrick Garland e denuncia la «strumentalizzazione e interferenza politica». Con lui lo Speaker della Camera, Kevin McCarthy: «Trump è salito nei sondaggi e stava superando il presidente Biden per la rielezione - sottolinea - Allora che cosa si fa? Si usa il governo come arma per andare contro l'avversario numero uno», rincara. Ma a mostrare le crepe di un partito in parte in imbarazzo è l'ex governatore dell'Arkansas e aspirante presidente del Gop, Asa Hutchinson. Da ex procuratore federale, Hutchinson dice di comprendere la gravità dell'inchiesta, di aver detto fin dall'inizio che le azioni di Trump il 16 gennaio dovrebbero squalificarlo e ha chiesto a «The Donald» di sospendere la campagna.

Chi si gode lo spettacolo è Biden, che sa quanto il rivale sia capace di cavalcare anche quest'avversità, ma si tiene lontano dallo scontro con le procure e marca la distanza: «Biden rispetta la Giustizia», taglia corto il portavoce della Casa Bianca.

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