Guerra in Israele

La corsa della sinistra salita sul carro di Hamas. "Colpa di Netanyahu"

Da Di Battista a Fratoianni, strage attribuita senza tentennamenti a Israele e rilanciate le tesi estremiste. Le ambiguità di Conte e Schlein

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Quanta fretta di condannare quella «strage». E quanta voglia di crederci. A giudicare dalle reazioni «a caldo», la sinistra italiana non vedeva l'ora di risintonizzarsi su quello che da decenni è il suo mood: dare la colpa a Israele.

Dev'essere stato faticoso in questi giorni tenere un certo equilibrio dopo i massacri, e così quando martedì sera - verso le 19 e 20 - è arrivata la sparata di Hamas sui 500 morti in un «attacco» a un ospedale, a molti non è parso vero. Ed è subito piovuta una raffica di dichiarazioni stentoree e tweet roboanti che da tempo non si vedevano.

Poteva lasciarsi scappare un'occasione simile Alessandro Di Battista? Probabilmente la gara di velocità e sicumera l'ha vinta lui. «L'esercito israeliano ha appena bombardato l'ospedale battista al centro di Gaza - ha scritto - L'esercito israeliano sta decimando la popolazione palestinese». E in tv ha rincarato. Alle 20 e 30 il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, seguito da Giuseppe Provenzano del Pd e Carmela Auriemma dei 5 Stelle, già chiedeva un'informativa del ministro degli Esteri. Subito dopo si è lanciato il capo politico dei 5 Stelle, Giuseppe Conte. Lo stesso Conte che dopo gli attacchi del 7 ottobre delicatamente si diceva «preoccupatissimo» invocando il «dialogo». «La strage dell'ospedale di Gaza lascia senza parole - ha affermato poco dopo le 21 e 30 - Centinaia di morti e feriti. Distruzione e orrore. Bisogna fermare immediatamente questo scempio. Giù le mani dai bambini, dai civili, dagli ospedali».

Altro che «senza parole». Hanno ritrovato voce politici che sul conflitto in atto stavano balbettando, o tacevano non sapendo che pesci pigliare. L'esercito israeliano aveva già annunciato che erano in corso «verifiche» sull'accaduto, spiegando che avrebbe fornito «informazioni e dettagli» appena possibile, eppure parlavano tutti. Mezza Italia faceva il copia-incolla degli annunci di Hamas. Ancora più rapido e assertivo di Conte, come detto, Fratoianni. «L'esercito israeliano - ha twittato - ha bombardato un ospedale pieno di personale sanitario, feriti e sfollati. È un crimine di guerra, senza giustificazione alcuna». E non erano ancora le 21 e 30 e Laura Boldrini, ex presidente della Camera ed ex portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, parlava di «barbarie».

Capitolo a parte meriterebbero «firme» e volti tv. Per esempio Tiziana Ferrario che ha postato le immagini dall'ospedale «bombardato secondo le autorità palestinesi da un attacco israeliano». Le autorità. E Rula Jebreal vedeva tweet auto-accusatori, postati e cancellati, di un «portavoce digitale» del premier Netanyahu.

Israele aveva già affermato che era stato un razzo della Jihad islamica a colpire l'ospedale, ma Elly Schlein, nota per non avere una linea su niente e per non aver twittato nulla per una settimana, in tv spiegava che «stasera è successa una cosa drammatica. Non è possibile né accettabile vedere un ospedale bombardato - diceva - con i corpi straziati di bambini». E l'ineffabile Aboubakar Soumahoro ancora ieri mattina ha preso la parola alla Camera.

«È un crimine contro l'umanità che va condannato senza se e senza ma» - ha detto il deputato rossoverde - «come abbiamo condannato giorni fa l'attentato di Hamas in Israele».

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