Guerra in Ucraina

Il dossier dell'Onu sulle atrocità del conflitto: "Bimbi stuprati e uccisi, esecuzioni e torture"

I primi risultati della commissione d'inchiesta: "Crimini su vasta scala"

Il dossier dell'Onu sulle atrocità del conflitto: "Bimbi stuprati e uccisi, esecuzioni e torture"

Bombardamenti su civili, torture, violenze sessuali, esecuzioni. «Sulla base delle prove raccolte dalla Commissione d'inchiesta, questa ha concluso che sono stati commessi crimini di guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato ieri, in un primo resoconto al Consiglio del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, Erik Mose, presidente della commissione istituita a maggio per investigare sui crimini di guerra commessi in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa lo scorso 24 febbraio.

La mossa di Mose è abbastanza irrituale. Di solito le accuse vengono formalizzate in tribunale, ma la dimensione clamorosa delle malefatte russe in Ucraina hanno spinto il presidente della commissione a uno spoiler eclatante dei risultati, che non sembrerebbero dare adito a dubbi: le atrocità commesse sono «su vasta scala e chiare». E l'elenco è incompleto, per il momento l'inchiesta si occupa dei soli abusi commessi nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy. Le città e i villaggi ispezionati sono stati solo 27 e 150 i testimoni intervistati nei luoghi delle stragi e nei centri di detenzione. Mose ha annunciato l'intenzione di andare avanti con l'inchiesta, a partire dall'analisi delle fosse comuni a Izyum scoperte dopo la riconquista della città da parte delle forze ucraine e dalle quali finora sono stati esumati 436 corpi, 30 dei quali «con segni di tortura».

Mose, il norvegese che ha guidato in passato il Tribunale internazionale per i crimini in Ruanda, ha riferito che lui e gli atri due componenti del team di indagine, la bosniaca Jasminka Dumhur e il colombiano Pablo de Greiff, sono rimasti «colpiti» dal gran numero di esecuzioni e dai frequenti «segni visibili sui cadaveri, come le mani legate dietro la schiena, le ferite da arma da fuoco alla testa e le gole tagliate».

Per quanto riguarda gli abusi sessuali, ne sono stati documentati moltissimi, con vittime di età compresa tra «i 4 e gli 82 anni». In alcuni casi «sono già stati individuati i responsabili, i soldati russi». Sotto attacco anche l'infanzia. «Abbiamo documentato un gran numero di crimini contro i bambini, alcuni sono stati stuprati, torturati e detenuti illegalmente», riferisce la commissione. Alle violenze e gli abusi dei russi «talvolta erano costretti ad assistere i familiari» delle vittime. Poi ci sono i bombardamenti indiscriminati, con prove evidenti dell'uso di ordigni esplosivi «da parte dei russi in zone altamente popolate», che hanno provocato stragi tra i civili.

Naturalmente la commissione si è occupata anche dei crimini di segno opposto, quelli cioè commessi dagli ucraini ai danni dei russi. Ebbene, sono solo due al momento i casi di abusi attribuiti ai soldati ucraini ai danni di quelli russi. E ieri in rete sono circolate le foto di Mykhailo Dianov, un soldato ucraino che è uscito vivo dalla prigionia russa: il prima mostra un militare sano e in piena forma, il dopo un corpo scheletrico come nelle foto scattate nel 1945 ai reduci dai campi di concentramento tedeschi.

La convenzione di Ginevra? Carta straccia.

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