Guerra in Ucraina

Le forze ucraine avanzano a Sud. Gli Usa: migliaia di deportati

Le forze ucraine avanzano a Sud. Gli Usa: migliaia di deportati

Continua la controffensiva ucraina nel Sud del Paese con la missione dichiarata di riconquistare i territori occupati dai Russi. Le forze ucraine stanno guadagnando terreno e puntano a riprendere l'intera regione di Kherson entro la fine dell'anno. Le forze ucraine hanno riconquistato diverse località, strappandole ai russi, nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale: ad affermarlo è lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Negli ultimi sette giorni ci sono stati gli assalti di terra più duri da parte degli ucraini dall'inizio dell'invasione, a seguito di continui attacchi a posti di comando, depositi di munizioni e riserve di carburante molto dietro le linee del fronte, secondo le immagini che arrivano dai satelliti.


Le forze militari di Kiev stanno ottenendo successo nell'attaccare le linee di rifornimento russe, con il chiaro intento di tagliare e isolare le truppe di Putin. Secondo i funzionari ucraini, l'obiettivo è quello di conquistare almeno tutto il territorio a nord o a ovest del fiume Dnipro, compresa non solo la città di Kherson ma anche Nova Kakhovka, sede di un'importante centrale idroelettrica, nonché il canale che rifornisce la Crimea con molta della sua acqua. L'incapacità di coordinamento russo sarebbe alla base dei problemi dell'esercito di Mosca. Intanto l'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield svela «che centinaia di migliaia di ucraini, compresi bambini, sono stati interrogati, detenuti e deportati con la forza. Mentre altri semplicemente svaniscono: abbiamo le prove».
Ma la reazione russa arriva anche sul piano politico. Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin, ha proposto di organizzare il prossimo 4 novembre i referendum per l'annessione alla Federazione dei territori definiti «liberati» in Ucraina. Il segretario generale del partito Andrei Turchak ha detto di approfittare di questa «data storica», considerato che il 4 novembre è il giorno dell'unità nazionale russa, per spingere l'annessione dei territori occupati, che Mosca considera liberati. «È giusto tenere i referendum nel Donbass e nei territori liberati il 4 novembre», ha detto.

Sempre che entro quella data la controffensiva ucraina non abbia cancellato, sul campo, ogni dubbio su una possibile annessione.

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