Cronaca internazionale

"Ha stuprato tre donne" Bruni Tedeschi lo difende

La regista protegge il compagno Bennacer "Gli abusi sul set? È solo linciaggio mediatico"

"Ha stuprato tre donne" Bruni Tedeschi lo difende

Ha aspettato la giornata contro la violenza alle donne la redazione di Liberation per pubblicare la copertina choc che probabilmente aveva in caldo da un po': un'immagine dell'attore Sofiane Bennacer con le mani insanguinate e lo strillo sull'indagine in corso per accuse di stupro.

Lui è uno dei protagonisti di Forever Young, il film di Valeria Bruni Tedeschi applaudito a Cannes e già di culto in Francia. La pellicola sta per uscire anche in Italia, il primo dicembre, e di sicuro quella di Liberation non è una bella pubblicità. Anche perchè il presunto scoop piomba sulle teste del cast proprio nel giorno in cui la regista ha presentato il suo lavoro. Una doppia batosta per la Bruni Tedeschi, che per di più ha una relazione con Bennacer.

Ieri, tesissima, ce l'ha messa tutta per difendere il compagno e soprattutto per evitare che lo scandalo compromettesse l'uscita del film. «È la giornata contro la violenza sulle donne. Sono stata io stessa vittima di abusi durante la mia infanzia e conosco il dolore di non essere stata presa sul serio. Ciò non mi impedisce, tuttavia, di essere sbalordita, leggendo il quotidiano Libération, di vedere il trattamento riservato a un giovane uomo oggetto di un'indagine penale in corso, senza alcun rispetto per le persone che stanno lavorando su questa indagine, né per il principio di presunzione di innocenza».

Bruni Tedeschi ammette di essere stata colpita fin dall'inizio dall'attore: «Ho fortemente voluto che fosse l'attore principale nonostante le voci che circolavano, di cui ero a conoscenza». Spiega poi che i produttori le hanno «espresso timori e riserve, ma gli ho comunicato che queste voci non dovevano mettere in discussione questa scelta e che era impensabile per me fare il film senza di lui». E chiarisce: «Mi assumo la piena responsabilità della mia scelta».

L'attrice e regista ha saputo successivamente che era stata presentata una denuncia: «Le riprese erano allora iniziate, e cambiare attore avrebbe creato ostacoli giuridici insuperabili. Per quel che mi riguarda avevo avuto modo di conoscere Sofiane Bennacer da diversi mesi sul lavoro, in particolare durante il lungo periodo delle prove, ed ero completamente sicura delle sue qualità umane. E poi la stoccata al giornale francese: «Non è stato ancora giudicato, e questa scelta editoriale non è secondo me altro che un puro linciaggio mediatico, ben lontano dalla volontà di informare in modo obiettivo e imparziale».

Ci sono stati altri casi in cui le donne hanno ingoiato il boccone amaro, si sono fatte forza e hanno difeso il compagno, sia in una relazione - come questa - fresca, sia in rapporti più consolidati. Come nel caso di Claudia, moglie del regista Fausto Brizzi: «Mio marito ha ribadito, più volte, di non aver mai avuto rapporti non consenzienti - aveva dichiarato - In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza». E ancora, Emmanuelle Seigner, moglie del regista Roman Polanski: «Mio marito non aveva bisogno di stuprare, c'era la fila di donne che volevano andare al letto con lui». Ma stavolta la difesa va oltre il perdono all'interno di una relazione di coppia.

C'è in ballo anche la vita professionale.

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