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Isis, la lista segreta del Pentagono: "Ecco i leader da eliminare"

L'intelligence americana sta cercando di localizzare i poteri chiave dello Stato Islamico: ecco i luogotenenti del Califfo nel mirino

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

C'è una lista segreta che pone gli obiettivi militari degli Stati Uniti. Una lista con nomi, cognomi e grado. In cima c'è il califfo dello Stato islamico Abu Bakr al Baghdadi. Poi, a scendere, tutti i luogotenenti dell'Isis. Il Pentagono ha stilato una lista segreta che, come rivela oggi il Corriere della Sera, svela i bersagli da raggiungere per piegare l'Isis e arrestarne l'avanzata.

Il bersaglio più difficile è sicuramente al Baghdadi. Cauto nei movimenti, il Califfo si mostra difficilmente in pubblico. Preferisce piuttosto diffondere messaggio audio e video, proprio come faceva Osama bin Laden. Secondo il report del Pentagono, il leader dello Stato islamico vive in una sorta di "bolla" dove un cerchio di fedelissimi, armati fino ai denti, riesce a nasconderne gli spostamenti contrastando, in questo modo, le mosse dell'intelligence statunitense. Subito sotto, come riferisce la Cnn, ci sono i luogotenenti di al Baghdadi. Si tratta di ex generali che avevano militato al fianco di Saddam Hussein e che, al momento dell'autoproclamazione dello Stato islamico, hanno formato militarmente le milizie jihadiste. Tra questi c'è anche "John il jihadista", il boia con marcato accento inglese che ha decapitato tutti gli ostaggi finite nelle mani dell'Isis. Tra i boia ricercati dagli Stati Uniti, sempre secondo la Cnn, vi sarebbero anche alcuni jihadisti di origine portoghese, ma cresciuti a Londra. C'è poi il boia che, sulla spiaggia libica, ha fatto sgozzare 21 cristiani copti. Secondo fonti di intelligence, si tratterebbe di un americano.

Subito dopo i luogotenenti la lista del Pentagono mette i responsabili locali che sul territorio hanno giurato fedeltà al Califfato e che per conto di al Baghdadi seminano terrore e violenza in Siria, in Iraq e in Libia. Il Pentagono sa, però, che la struttura dello Stato Islamico "permette di incassare i colpi e sostituire i caduti".

Quando uno di questi "capi" viene fatto fuori, l'Isis lo sostituisce immediatamente.

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